La Supremazia della Conoscenza

By NatsuRai

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Una nuova vita, un nuovo caso, un'antica maledizione. Passato e presente s'incrociano portando nuove disgraz... More

Avviso:
Fumo bianco, anime innocenti, destino tormentato
Capitolo 2: Furto di conoscenza
Case allegre e vite perdute
Capitolo 5: Una calda accoglienza
Capitolo 6: Una nuova vita
Capitolo 7: Nebbia e fuoco
Cap 8:Tempesta di ricordi
Cap9 Sale bianche e ricordi
Cap 10:Il Quaderno Maledetto
Capitolo 11: Un puzzle di pensieri sfuggenti
Capitolo 12:Indovinelli, chi trova l'assassino trova il tesoro
Cap 13:Miranda
Capitolo 15:una soluzione per ogni mistero
Capitolo 16: la cerva
Capitolo 17: Fiducia e inganno. Tutti pugnalano l'eroe
Capitolo 18: Nuova Azkaban
Capitolo 19: Svuotata
Capitolo 20: Trentaquattro
Capitolo 21: la maschera
Capitolo 22: Il ritorno
Capitolo 23: Risate di fumo bianco
Capitolo 24: Risveglio
Capitolo 25: Miracolo
Capitolo 26: Lama beffarda
Capitolo 27: Milady
Capitolo 28: Fuoco ritorna fuoco
Capitolo 29: Riddle Manor
Capitolo 30: La Supremazia della Conoscenza

Capitolo 14: Una serata in famiglia

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By NatsuRai


Hermione Granger era un'eroina della Seconda Guerra Magica, la migliore studentessa di Hogwarts e Auror decorato del Ministero della Magia britannico.
Eppure, nonostante i suoi numerosi successi e la sua conosciuta intelligenza, suo marito e suo figlio pensavano ancora di poterla beffare. Guardò il piccolo Al muoversi appena nel sonno in cui era sprofondato quando, dopo averlo fatto mangiare, Hermione lo aveva coricato nella culla di mogano che Bill Weasley aveva intagliato per loro.

Spero almeno che da grande tu sia più responsabile di quei due...

Roteò gli occhi, esasperata. Come se fosse difficile accorgersi di quei due delinquenti che salivano le scale in punta di piedi. Non ebbe nemmeno bisogno di girarsi per capire cosa avevano combinato -Immagino che tu abbia giocato a calcio solo perché tuo padre è arrivato in ritardo, vero James?-

Harry Potter aveva paura di poche cose al mondo, l'ira di sua moglie era al primo posto.

Quando la voce di Hermione lo raggiunse, minacciosa, bloccando la sua fuga per le scale si guardò attorno sperando di trovare una via di fuga, poi ridiscese le scale con un'espressione afflitta.
Tossì -Tesoro...io...non sono arrivato molto in ritardo, è stata una questione di pochi minuti...-
James accorse in suo aiuto -Infatti, è stata una questione di pochi minuti, i miei amici mi hanno chiesto di venire a giocare con loro e così...-
Hermione scosse la testa -Vai a lavarti. Tra poco sarà pronto il the e se rimani così ti prenderai un bel raffreddore.-
James raddrizzò la schiena e portò una mano alla testa -Signorsì!- poi si voltò e corse su per le scale.
Hermione sorrise e si voltò verso Harry -Sento che l'eredità dei Malandrini inizia a manifestarsi...-
Harry ridacchiò -Tale e quale a suo nonno, mi sa che manderemo parecchie Strillettere a Hogwarts, quando verrà il momento.-
Hermione avvampò -Non lo dire neanche per scherzo...sarà tuo figlio ma è anche il mio e la McGrannitt è ancora un'insegnante!-
Harry scoppiò a ridere -Gli dirò di fare scherzi solo con Piton!-
Hermione alzò gli occhi al cielo -Immagino quanto sarà contento di avere un altro Potter rompiscatole a distruggergli l'aula.-
-Io non gli ho mai distrutto l'aula e sai bene che anche tu hai fatto la tua parte... rubando dalle sue scorte.-
Hermione arrossì -Ma dovevamo preparare la Polisucco, era per una buona causa!- protestò mentre Harry sghignazzava.

Hermione borbottò ancora -Era per un'ottima causa!-

Harry ridacchiò ancora più forte -In ogni caso sarà meglio dire a James di sbrigarsi, dobbiamo andare a cena da Ron stasera.- salì per le scale, fischiettando.
Hermione fissò la sua schiena, imbarazzata, bisbigliando, ancora una volta -Era per una buona causa!-

Harry bussò delicatamente sulla porta di mogano con intagliato il nome di James -Posso?-
La voce del figlio lo raggiunse, in un verso di assenso. Aprì uno spiraglio e sgusciò dentro, sorridendo davanti al disordine del ragazzo. Un mucchio di vestiti sporchi troneggiava accanto alla scrivania, sulla quale erano sparsi diversi disegni dai colori sgargianti e dai tratti incerti.
Il letto rosso era sfatto, e s'intravedeva la figura di un pupazzo nero sotto il cuscino, Harry ipotizzò che dovesse essere il vecchio Batman di Dudley.
Quando i due cugini, non senza la disapprovazione di Zio Vernon, avevano riallacciato i rapporti, Dudley aveva fatto qualche regalo a James durante delle piccole visite a casa degli zii.

Dudley si rifiutava ancora di mettere piede in una casa interamente magica, ma Harry sospettò che alla base ci fosse la pigrizia tipica dei geni Dursley.
Del resto Dudley si rifiutava di mettere piede in qualunque casa che fosse distante più di due isolati dalla sua.

Si sedette sulle coperte sgualcite -Stasera andiamo da Ron, te lo ricordavi?-
-Si- sospirò James -mi stavo già preparando.-
Harry alzò un sopracciglio -Non mi sembri molto felice di andare lì.-
James guardò il padre, contrariato -Sono contento di vedere zio Ron e di andare a giocare con Teddy e Arthur... ma l'idea che ci sia anche Roxanne non mi piace molto...- alzò gli occhi al cielo -non fa altro che parlare di quanto sia bello quel tappetto di Malfoy...ed è pure più piccolo di lei! E anche di me!-
Harry scoppiò a ridere -Sicuro che non vi stia solo prendendo in giro, sapendo quanto trovate antipatico Scorpius?-

James spalancò la bocca, imbarazzato all'idea di essersi fatto beffare da una ragazza come Roxanne.
Harry rise ancora più forte -Su, le farai vedere stasera che il suo gioco non funziona più...ora sbrigati o faremo tardi.-

James Sirius Potter detestava essere preso in giro, in particolare modo se a prenderlo in giro era Roxanne Weasley.
L'essere figlia di un vero Malandrino aveva reso Roxanne tanto abile negli scherzi quanto nelle bugie; recitava come una diva di Hollywood ed evitava sempre qualsiasi punizione.
I capelli color cioccolato e gli occhi azzurri del padre, le davano un'aria graziosa e angelica, peccato per il brillio malizioso nel suo sguardo, che tradiva la sua vera natura.
James le rivolse uno sguardo tagliente.

Ridi Roxanne...tra poco vedremo chi è il più Malandrino tra noi due...

James scavalcò la cassapanca rossa del soggiorno, in cui Ron teneva diversi album di famiglia, i resti della sua primissima scopa da Quidditch, una vecchia divisa della squadra del Grifondoro e un sacchetto marrone chiuso con un filo di spago, nel quale Harry sospettava avesse conservato qualche regalo di Lavanda Brown, la sua ex dei tempi di Hogwarts.

La ragazza era morta tragicamente nella Seconda Guerra Magica per mano di Fenrir Greyback e Ron aveva scelto di tenersi qualche suo ricordo.
Era stata comunque la sua prima fidanzata.

Si guardò attorno fino a scorgere una zazzera rossa e si avvicinò ad Arthur, bisbigliando -Dobbiamo farla pagare a tua sorella...- sul volto del ragazzo si aprì un sorriso entusiasta. Annuì impercettibilmente, raddrizzando la schiena e guardando con aria innocente la ragazza.
Roxanne, che si stava sedendo a tavola proprio in quell'istante, parve non accorgersi della loro conversazione e rivolse solo uno sbuffo seccato al cugino, per poi girarsi verso George.
-Papà, io sarei dovuta essere alla festa di Carly, non a questa specie di riunione di famiglia, non ci sono nemmeno John, Jacob e lo zio Fred!-
Angelina sbottò –Questo perché lo Fred e Alicia sono andati in vacanza e sono certa che nemmeno loro avrebbero mandato John e Jacob alla festa.-
Ron si scompigliò i capelli rossi, che ora portava lunghi quasi quanto quelli di Bill da ragazzo, con grande disappunto della vecchia Molly, e si allontanò prima che Roxanne chiedesse allo zio di difenderla.
George raddrizzò la schiena -Tesoro, ne abbiamo già parlato, la festa di Carly non è a casa sua ma da amici che io e la mamma non conosciamo. Non andrai ad una festa in casa di gente che non conosciamo, fine della storia.-

Harry e Hermione avevano uno sguardo sorpreso, non credevano che George potesse avere un'aria così matura, evidentemente il minaccioso arrivo dell'adolescenza di Roxanne lo aveva costretto a cambiare atteggiamento all'improvviso.

George rispose ai loro sguardi con un sorriso malizioso -Che avete, piccioncini?-

Harry scoppiò a ridere -Scusa, ho appena visto un miraggio...George Weasley improvvisamente maturo!-

George si sistemò le maniche della camicia verde smeraldo, tirando fuori da una delle due una delle finte bacchette firmate Tiri Vispi Weasley e, facendo l'occhiolino alla coppia, sussurrò -Non so davvero di cosa tu stia parlando, Harry.- poi mosse la bacchetta che, tra le risate del gruppo, si trasformò in un pappagallo variopinto.

Hermione rise -Non so come ti sia venuta in mente una follia simile, Harry... è chiaro che il nostro George non cambierà mai.-

Arthur si scompigliò il ciuffo rosso e borbottò -Un giorno saprò fare anche di meglio, vedrete. Sostituirò papà al negozio di scherzi insieme a John e le mie invenzioni saranno dieci volte migliori delle sue!-
Il padre alzò una mano in segno di vittoria -Quando accadrà mi vedrai commosso, figliolo! Questo significa parlare da veri Malandrini, vero James?-
-Verissimo, zio George.- ridacchiò il ragazzo, ignorando lo sguardo ammonitore della madre. Il piccolo Al, seduto tra le braccia della madre, fissava la scena con aria curiosa e la bocca si piegò in un allegro sorriso di fronte all'occhiolino malandrino che James e Arthur gli fecero.

Roxanne, invece, lieta di poter concentrare la sua attenzione su qualcosa che non fosse il negozio Tiri Vispi Weasley, si girò verso il piccolo, stringendogli la manina rosea –Ciao Al, mi raccomando cresci bene. Non diventare un bambinetto capriccioso come Jam.-
Il ghigno sul volto di James si allargò appena.

Mai sfidare un Potter, Roxanne.

Harry si stese sul divano rosso, guardando con aria compiaciuta il giovane Arthur scorrazzare per casa con un camioncino dei pompieri tra le dita lunghe, inseguito da James e Teddy, che, per manifestare la sua allegria, esibiva una chioma gialla e rossa.

I colori accesi dei capelli di Teddy spiccavano sullo sfondo azzurro pastello del salotto di Ron.
Ron sghignazzò -Sei un manifesto del Grifondoro vivente, Teddy.- mentre il bambino sorrideva, ansimante per la corsa.
-Non vedo l'ora di essere a Hogwarts! Sarò un vero Grifondoro come papà e come voi due!- strillò, estasiato al solo pensiero di camminare nei corridoi della grande Hogwarts.

Harry sorrise -Sarai un Grifondoro migliore di chiunque altro, Teddy. E quando quel giorno arriverà ci godremo tutti insieme l'euforia di Remus...anche perché come minimo comprerà tutti i fuochi d'artificio dei Tiri Vispi.- il ragazzo esultò e riprese subito la corsa, improvvisamente consapevole di quanto era rimasto indietro.
Harry lo vide saltare i gradini a due a due, arrampicandosi sulle scale di legno.
Vide Ron incrociare le dita e seppe che sperava nella rottura del vaso che la zia Muriel gli aveva regalato per inaugurare la nuova casa durante la corsa sfrenata dei ragazzi.

Il vaso era stato stipato in un piccolo tavolino al piano di sopra, nascosto accuratamente dietro un gigantesco vaso con un bel bonsai fiorente e raffigurava...beh, in realtà, dopo tre anni Harry non era ancora del tutto sicuro di cosa dovesse raffigurare.

Era una sorta di bizzarro pappagallo rosso e verde con le zampette azzurre che raschiavano e distruggevano ogni superficie sulla quale veniva posto, ma, miracolosamente, non si scheggiavano mai. Aveva delle decorazioni floreali sul bordo ampio, le ali trasformate in manici, ma la testa raffigurata al centro assomigliava a un cane con gli occhi storti.

Almeno Harry vedeva questo, una volta Dean gli aveva detto che sembrava un incrocio tra una tromba e una Pluffa.

Ron era stato costretto ad esibirlo orgogliosamente ad ogni riunione di famiglia, dalla quale nessuno riusciva ad estromettere la zia Muriel.

Fred e George facevano sempre in modo di trovare un impegno al negozio dell'ultimo minuto pur di fuggire dai baci appiccicosi della zia, abbandonando Angelina e Alicia tra le braccia dell'anziana.

Si voltò verso Ron, con aria perplessa.
-Sai, ultimamente le indagini non sono andate bene. L'assassino non ha più agito dall'omicidio del Tamigi e non sono arrivati altri biglietti...mi chiedo quale sia il suo piano. Perché attaccare personaggi così conosciuti? Così diversi? Tralasciando il fatto che questi siano dei geni nei loro campi, non ci sono altri punti in comune.-

Sebbene Harry fosse certo della sua teoria sul quaderno di Mason, voleva comunque avere un parere esterno e Ron era la persona giusta cui chiederlo senza dare nell'occhio.
Se qualcuno avesse saputo quanto realmente brancolavano nel buio, Rita Sketeer non avrebbe perso un secondo nel gettare un bel po' di merda sul Dipartimento Auror e sulle sue reali capacità di Capitano.

Ron sbuffò -Quello che mi domando io, invece, è se stiamo guardando la situazione da un punto di vista troppo umano e complesso. Se la mente criminale di cui stiamo parlando fosse, insomma...pazza?

In quel caso credo che i suoi comportamenti sarebbero o estremamente semplici oppure incredibilmente complessi.

Potrebbe essere uno di quei maniaci che esaltano le emozioni all'estremo, arrivando ad uccidere per semplice invidia oppure una mente tanto intricata da essere come Roger Dawson...ti ricordi?

Quello svitato che credeva di essere ancora all'epoca della Seconda Guerra Mondiale e che i suoi vicini di casa facessero parte dell'SS... mi sono sempre chiesto cosa avesse quell'uomo nel cervello.-

Un pazzo... una mente malata, incapace di ragionare come le persone comuni, in grado di ampliare al massimo le sue emozioni o di cancellarle fino a diventare un automa?
Possibile che si tratti solo d'invidia?
Del desiderio di essere migliore di tutti quei grandi nomi incisi sui libri di scuola?
Della necessità di far parte dei titoli che troneggiano nelle grandi biblioteche?

Ricordò le parole di Mason sul suo quaderno, nere scritte tremolanti sul foglio bianco.

Il potere della conoscenza...se davvero è un potere così grande...fin dove potrebbe spingersi un uomo per conquistarlo?
Se questo fosse consapevole di quanto può ottenere con un simile potere tra le mani, fin dove potrebbe arrivare?
Potrebbe dimenticare la sua coscienza?

E se la sua mente fosse malata?

Se non fosse in grado di ragionare come un uomo normale, timoroso d'uccidere e di far del male ad altri uomini come lui?
Se fosse convinto di poter assumere un potere che lo renda pari ad un dio...superiore ad un dio?
E se questo fosse il suo più grande desiderio? Innalzarsi sopra tutta l'umanità e dichiarare l'immensità del suo potere?

Le riflessioni di Harry furono interrotte da un grido acuto.

Ron si voltò verso di lui -Era la voce di Roxanne o sbaglio?-
Harry sospirò -Immagino che dovrei salire a vedere cosa ha combinato James...facciamo con calma, però. Si è preso una vendetta assolutamente meritata.-
Ron ridacchiò -Sei un ottimo padre, Harry.-
Harry sorrise -Sono il padre di un Malandrino...-

Quando Harry salì al piano di sopra, seppe che quello era uno dei momenti in cui si sarebbe dovuto mostrare un uomo, un padre responsabile e un adulto serio. Però era estremamente difficile non scoppiare a ridere di fronte alla scena che gli si presentava davanti agli occhi.

Doveva ammettere che James aveva la stoffa per diventare il miglior malandrino della storia di Hogwarts.

Roxanne si sedette a tavola.
Davanti a sé aveva una doppia porzione di dolce, ma una torta non bastava a cancellare i suoi ridicoli capelli rossi e verdi, né il colorito azzurrognolo della sua pelle.

George, sorpreso ed incuriosito, si sporse verso Arthur e James -Ehm... potrei sapere cosa avete messo nel vostro intruglio? L'effetto è davvero...- una gomitata ben assestata da Angelina gli impedì di continuare la frase, mozzandogli il fiato. Il piccolo Albus si agitava ridacchiando in braccio a Hermione.
La donna sorrise alla figlia -I ragazzi hanno detto che sparirà tra qualche minuto, mangia la tua torta e rilassati, Roxanne.-
La ragazza mise il broncio ma continuò comunque a mangiare il dolce, con aria seccata.
James sghignazzò -Così impari ad offenderci, Roxanne.-
Hermione gli diede uno scappellotto -James, basta.- ma anche Hermione mal sopportava il caratterino di Roxanne e disegnò un "ok" sul polso di James, sempre più allegro e fiero della sua bravata.
Harry tossì appena -Beh, poco fa io e Ron stavamo parlando delle indagini e ho pensato ad una cosa...forse dovremmo ridurre il gruppo ed allontanarci dal Ministero...anche se non è giunta nessuna voce su una possibile talpa non vedo in che altro modo il fumo e i biglietti siano potuti arrivare così rapidamente.-

Hermione si voltò verso il marito -In effetti ci stavo già pensando da un po'...e chi metterai nel gruppo?-

Harry sorrise -Per i nostri colleghi...ho in mente un piccolo "prestito".-

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