Scarlett. H.S

Από Free_Freedom

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«Che diavolo ci fa una ragazza come te in un posto come questo?» Continuò lui a camminare in modo che potessi... Περισσότερα

P r o l o g u e.
Chapter One.
Chapter Two.
Chapter Three.
-
Chapter Four.
Chapter Five.
Chapter Six.
Chapter Seven.
Chapter Eight.
Chapter Nine.
Chapter Ten.
Chapter Eleven.
Chapter Twelve.
Chapter Thirteen.
Chapter Fourteen.
Chapter Fifteen.
Chapter Sixteen.
Chapter Seventeen.
Chapter Eighteen.
Chapter Nineteen.
Chapter Twenty.
Chapter Twenty-one.
Chapter Twenty-two.
Chapter Twenty-three.
Chapter Twenty-four.
Chapter Twenty-five.
Chapter Twenty-six.
Chapter Twenty-seven.
Chapter Twenty-eight.
Chapter Twenty-nine.
Chapter Thirty.
Chapter Thirty-one.
Chapter Thirty-two.
Chapter Thirty-three.
Chapter Thirty-four.
Chapter Thirty-five.
Chapter Thirty-six.
Chapter Thirty-seven.
Chapter Thirty-eight.
Chapter Thirty-nine.
Chapter Forty.
Chapter Forty-One.
Chapter Forty-Two.
Chapter Forty-Three.
Chapter Forty-Four.
Chapter Forty-Five.
Chapter Forty-Six.
Chapter Forty-Seven.
Chapter Forty-Nine.
Chapter Fifty.
Chapter Fifty-one
Chapter Fifty-Two.
Chapter Fifty-Three.
Chapter Fifty-Four.
Chapter Fifty-Five.
Chapter Fifty-Six.
Chapter Fifty-Seven.
Chapter Fifty-Eight.
Chapter Fifty-Nine.
Chapter Sixty.
Chapter Sixty-one.
Chapter Sixty-Two.
Chapter Sixty-Three.
Chapter Sixty-Four.
Chapter Sixty-Four Part 2.
Chapter Sixty-Five.
Chapter Sixty-Six.
Chapter Sixty-Seven.
Chapter Sixty-Seven Part 2.
Chapter Sixty-Eight.
Chapter Sixty-Nine.
Chapter Seventy.
Chapter Seventy-One.
Chapter Seventy-Two.
Chapter Seventy-Three.
Chapter Seventy-Four.
Chapter Seventy-Five.
Chapter Seventy-Six.
Chapter Seventy-Seven.
Chapter Seventy-Eight.
Chapter Seventy-Nine.

Chapter Forty-Eight.

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Από Free_Freedom

«Io vado di sotto, il locale si sta riempiendo.» Alan finì il suo caffè velocemente prima di correre alla porta, gli feci un accenno d'assenso e lui corse di sotto dopo un piccolo sorriso.

Sabato.

Come sempre, avevo il giorno libero così dopo aver mangiucchiato un pacchetto di patatine per cena mi piazzai davanti alla TV in cerca di qualcosa di interessante, ma niente. Mi soffermai su Mtv Music mentre Ghost di Ella Henderson riempì come sottofondo la stanza.

Mi mordicchiai il labbro inferiore giocando con la catenina al mio collo, in pratica quella sera Gyne avrebbe dovuto essere di sotto ad aiutare Alan, ma doveva prepararsi per quella festa di compleanno dove tre quinti dei ragazzi sarebbe stato presente.

In realtà se non avessi saputo quali fossero le intenzioni degli altri due, forse in quel momento mi starei chiedendo cosa avrebbero fatto di meglio conoscendo la mia natura curiosa, ma non era quello il caso poiché sapevo benissimo dove sarebbero stati e cosa avrebbero fatto.

E pensavo ancora che fosse una grande follia.

Mi alzai scuotendo la testa quando iniziò poi Stitches di Shawn Mendes, versai del latte su un piattino per Anya la quale non perse un momento a servirsi e fare le fusa, sorrisi accarezzando la sua testolina e anche se sarei potuta sembrare serena sapevo che tra circa un paio d'ore  la lancetta dell'orologio avrebbe segnato la mezzanotte, questo valeva a dire che uno dei due - Harry o Louis - si sarebbe fermato in fondo alla strada per dare quel passaggio a Diego.

Sbuffai e tornai in camera, afferrai il libro che Alan mi regalò e tornai di là, presi posto comodamente sul divano con l'intenzione di leggere e non pensare all'idea assurda che da un paio di giorni aveva fatto capolino nella mia testa.

Quella di seguirli, non avrei voluto mettermi ancora nei casini o discutere nuovamente con Harry. I segni sui polsi erano ormai scomparsi come del resto il mio ciclo.

La musica in sottofondo, un libro tra le mani e un divano abbastanza comodo. 

Una combinazione perfetta per potermi estraniarmi dal mondo e immergermi nella lettura, e funzionò. 

Anya mi raggiunse poco dopo sistemandosi al mio fianco su una coperta che avevo usato per coprire le mie gambe dopo che si divertì a fare il pane con il tessuto. Era così tenera che sorrisi nel guardarla per poi posare nuovamente gli occhi sul libro.

E tutto ciò che mi importò furono solo Heathcliff e Catherine.

Sbadigliai quando dopo un tempo indeterminato chiusi il libro, lasciandolo sul piccolo tavolino davanti al divano, su Mtv Music iniziò la pubblicità così cambiai canale non trovando niente di interessante, film già iniziati a causa dell'ora e programmi idioti del Sabato sera.

Anya continuava a dormire e io fare zapping con il telecomando fin quando il titolo in basso e il film stesso attirarono la mia attenzione.

Rocky Balboa.

E' un fottuto scherzo?!

Pensai.

Rimasi immobile con telecomando in mano a fissare la scena dove il protagonista, Sylvester  Stallone, stava un ring con un'altro uomo abbastanza enorme mentre si sganciavano pugni a raffica, chi schivava e chi si ritrovava con la faccia piena di sangue.

Feci una smorfia quando un'altro pugno volò in aria fino all'addome dell'avversario, il quale sputò del sangue.

Era troppo, spensi la TV guardando l'ora all'orologio attaccato alla parete, undici e quarantacinque.

Mancavano solo quindici minuti e tutto quell'impegno che ci misi a far uscire quella idea folle dalla mia testa non servì a nulla. Scattai dal divano facendo svegliare anche Anya, corsi in camera con il libro, posandolo sul comodino. Cercai le mie scarpe nella stanza non trovandole, imprecai sottovoce quando li trovai in un angolo della camera, li infilai velocemente prima di prendere la mia giacca.

Fortunatamente non mi ero cambiata per stare più comoda in un pigiama, forse proprio perché qualcosa mi diceva che non avrei ascoltato la parte razionale della mia testa.

Spensi tutte le luci prima di uscire dall'appartamento con le chiavi che Alan mi aveva dato in caso restassi fuori e lui non fosse stato presente, scesi lentamente le scale che portavano al locale ancora pieno zeppo di gente, mi morsi il labbro nervosamente nascondendomi ancora sulla scala, cercai Alan con lo sguardo trovandolo in mezzo ad un gruppo di uomini che chiacchieravano, strinsi gli occhi in due fessure quando uno di loro mi sembrò familiare ma lasciai perdere così approfittai di questo per correre giù dalle scale ed entrare in magazzino. Era palese che non sarei potuta uscire dalla porta principale così aprì la porta che dava sul retro per poi richiuderla a chiave una volta fuori, sospirai guardandomi intorno mentre il buio della notte predominava.

Stavo facendo una grande cazzata? Probabile, ma questo non mi fermò.

Passai da dietro il The Crown, così che non mi avrebbero visto dalle finestre, una volta nella strada principale proseguì  dirigendomi in fondo alla strada se non ricordavo male Diego disse si sarebbe fatto trovare in quel punto per un passaggio.

I miei capelli furono tirati indietro dalla leggera brezza della sera e chiusi la zip del mio cappotto rabbrividendo. Non ci volle molto prima di arrivare allo stesso albero dove mi nascosi giorni prima, c'era solo Diego che aspettava impazientemente con una sigaretta tra le labbra, si guardava intorno sospirando di tanto in tanto e strofinando le mani tra di loro. 

Stava sicuramente aspettando quel passaggio.

Feci lo stesso, mi guardai dietro  e tutto ciò che vidi fu solo un vecchietto con una bicicletta e un sacchetto in mano. 

Non è un po' tardi per fare compere?

Mi chiesi quando il rumore delle ruote che strisciavano sull'asfalto risuonava lungo tutta la strada ricordandomi la prima notte che misi piedi in questo posto, mi nascosi quando una Lamborghini rossa sfrecciò davanti al vecchietto. "Dannati delinquenti!" Fu tutto ciò che urlò. 

Mi nascosi quando passò correndo davanti all'albero dietro cui ero nascosta ma non riuscendo a vedere di chi si trattasse.

Diego allargò le braccia teatralmente facendole poi cadere lungo i suoi fianchi quando la macchina si fermò bruscamente davanti a lui.

«Finalmente! Hai deciso di farmi congelare nell'attesa?» Chiese Diego alzando leggermente la voce.

«Avanti sali.» Immediatamente diedi un nome al tizio al volante, Louis. «Harry si sta dirigendo lì.» Continuò da dentro la macchina, quindi Harry non sarebbe più andato a Londra. Non che questo mi tranquillasse visto che probabilmente stavano per fare la stessa cosa anche qui.

Credevo Louis non avesse una macchina considerando il fatto che Harry ha dovuto dargli un passaggio fino al campeggio e per quanto ne sapevo una macchina come quella non costava una fesseria. 

«Oh quindi ha deciso? Non se ne pentirà.» Ridacchiò Diego saltando su.

Stavano per andare via! Dovevo pensare a qualcosa! Non potevo nemmeno rubare per questa notte la macchina di Alan, temevo mi lasciasse per strada visto gli anni che ha. 

Fu un attimo, solo uno.

Tornai indietro quando sentì il motore della macchina di Louis accendersi.

«Mi scusi!» Chiamai il vecchietto che stava ancora accanto alla bicicletta.

«Cosa ragazzina?» Chiese scocciato.

Non potevo farlo, non l'avevo mai fatto.

Sospirai prima di indicargli un punto dietro di lui. «Guardi li! Guardi cosa stanno facendo?!» Finsi disperazione e mentalmente mi consegnavo un premio oscar.

Il vecchietto si girò spaventato con il sacchetto ancora in una mano e proprio in quel momento tirai via il manubrio della bici dall'altra mano con cui stava tenendo la bici, mi allontanai di qualche passo prima di saltare su e partire.

«Ehi! Maledetta ragazzina! Ridammi la mia bicicletta! Come torno a casa adesso?!» Urlò dietro le mie le mie spalle.

«Mi dispiace! Glielo restituirò non si preoccupi!» Urlai di rimando fallendo miseramente di riuscire a trattenere un sorriso.

Non avevo mai rubato una bici ad un anziano.

Ma la sensazione non era male.

«Chiamerei la polizia se solo a quei figli di puttana importerebbe qualcosa di noi cittadini!»  Fu l'ultima cosa che sentì da parte sua prima di allontanarmi del tutto dalla sua figura, riuscivo a vedere i fari della macchina di Louis ma non mi azzardai ad avvicinarmi, non volevo che mi scoprissero. Anche se correva come se non ci fosse un domani.

Dannazione, è solo la bici di un vecchio!

Pensai mentre facevo la pedalata più veloce della mia vita.

Saranno circa.. undici chilometri. 

Come ti ho già detto non è proprio dietro l'angolo da qui, sopratutto se non hai un mezzo.

Senza un mezzo o con un catorcio di bici, risposi mentalmente alle parole che Alan mi disse il giorno prima.

Più correvo più sentivo il vento contro la mia faccia e i capelli alzarsi in tutte le direzioni, probabilmente il giorno dopo i muscoli delle mie gambe sarebbero stati doloranti ma me l'ero cercata. 

Svoltarono un angolo senza mai rallentare il che mi fece accigliare, volevano andare a sbattere? Seguì i loro movimenti e riconoscei immediatamente la strada affiancata dalla spiaggia, cercai di non distrarmi molto a guardarla o sarei finita per sbattere da qualche parte, posai per un attimo gli occhi su quella parete rocciosa che segnava la fine della spiaggia ma che a cuor mio sapevo che non era così, sapevo che aldilà c'era la piccola spiaggia dove Harry mi portò quella notte che con le mie lacrime stavo allagando la camera in cui dormivo. 

E giuro che desiderai di passarne molte altre con un Harry così.

Ma scossi la testa e mi concentrai alla Lamborghini guidata da Louis, non me ne intendevo di macchine sopratutto di quelle sportive ma era impossibile non riconoscere una Lamborghini, mi ricordai che da piccola era la mia auto preferita.

Svoltarono un'altra volta, il terreno stavolta era instabile  ed era circondato dal verde e dagli alberi, le scaffe che prendeva la bici furono abbastanza per far sollevare il mio didietro dalla bici. Diamine erano insopportabili.

Louis rallentò e così mi fermai scendendo e nascondendo la bici, mi nascosi dietro gli alberi e i cespugli quando Louis lasciò la sua auto insieme ad un'altra. Scese insieme a Diego, la zona era piena di macchine e uomini che parlavano tra loro, non tutti molto tranquilli.

Era lì l'incontro? Non c'era nessuna struttura dove si potesse svolgere.

Avanzai scrutando meglio il territorio cercando di non farmi beccare e mi immobilizzai quando Harry uscì dalla macchina accanto a quella di Louis, Diego gli diede una pacca sulla spalla che Harry non ricambiò come il suo solito.

Quella non era la sua solita Range Rover.

Anche lui con una macchina sportiva, del quale però non conoscevo nemmeno l'esistenza e mi chiedevo da dove le prendevano perché pensavo fosse fuori discussione comprare una macchina del genere.

«Cosa c'è? A Londra non ti hanno voluto?» Ridacchiò Diego, l'unica risposta che gli diede Harry fu uno scappellotto sulla nuca così forte che lo fece saltare in avanti di qualche passo. «Ohw, stavo scherzando amico, rilassati.» Si massaggiò il punto con le mani.

«Quando si inizia?» Chiese Harry con la sua voce roca, intimidatoria e incredibilmente sexy.

Mi accigliai un momento per i pensieri che mi andavo a fare, non era il momento di pensare a quanto fosse sexy la sua voce.

«Siamo appena arrivati.» Rispose Louis ammiccando ad una ragazza completamente nuda se non per dei pantaloncini talmente corti che le scoprivano il culo, delle calza a rete e un top sul trasparente ed ero sicura non avesse niente sotto.

«Mancano ancora un bel po' di partecipanti.» Continuò Diego.

«Sanno l'ora perché cazzo devono tardare come delle fottute donne in un cazzo d'appuntamento.» Sbottò Harry passandosi una mano tra i capelli.

«Beh, Hall è qui e anche suo nipote Jace.» Informò ancora Diego guardandosi intorno. «Louis sto parlando anche con te.»

«Scusami quella pollastrella mi chiama con lo sguardo.» Si morse il labbro continuando a guardarla.

Emisi un verso di disgusto prima di girare dall'altro lato e nascondermi dietro una macchina -anch'essa sportiva- parcheggiata di sbieco, ma guardandomi intorno notai che le macchine erano tutte molto sportive, dai vecchi modelli ai nuovi. 

Sembrava quasi una mostra.

«Quella pollastrella è un'imbrogliona, l'ultima volta che l'ho vista prima mi ha guardato come un pezzo di merda e quando ha visto il gruzzoletto nelle mie mani l'unica cosa che ha fottuto sono stati i miei soldi.»  Sputò Diego al contrario invece di Harry che ridacchiò afferrandosi la punta del suo naso per pochi secondi. «Tu non ridere, è successo solo perché tu non ti sei fatto avanti con lei.» 

«Io non pago per del buon sesso.» Rispose con noncuranza, inutile dire che l'espressione schifata persisteva sul mio viso.

I maschi sono così disgustosi.

«Styles.» Seguì con lo sguardo quella voce e mi soffermai su un uomo con i capelli brizzolati, occhi scuri, robusto e non molto alto. «Sei venuto allora.» Al suo fianco si trovava un ragazzo alto quanto Diego, il ciuffo castano tirato di lato e non riuscì a vedere nient'altro dalla mia postazione.

«Non mi dispiace qualche spicciolo in più.» Rispose Harry. «Jace.» Sorrise falsamente, avevo imparato a conoscere i suoi sorrisi e pensai che tra i due non scorresse buon sangue. Il ragazzo non salutò ma lo trucido con lo sguardo. «Sarà un piacere batterti anche stavolta.»

Il ragazzo che scoprì si chiamasse Jace cercò d'avanzare verso Harry con espressione per niente contenta, ma l'uomo lo fermò poggiando una mano sul metto del ragazzo. «Hai coraggio Harry e anche talento ma Jace è sempre stato il migliore.»

«Non la pensavi nello stesso modo quando hai chiesto ad Harry di lavorare per te.» Sputò Diego.

Quel Hall si irrigidì serrando la mascella e strinse le mani in due pugni ma il ragazzo -Jace- guardò accigliato l'uomo. «Che sta dicendo?» Si girò verso Harry e alternò lo sguardo tra lui e Diego. «Di che diavolo stai parlando?!»

«Perché non provi a chiederlo al tuo zietto, raccomandato?» Lo provocò ancora Diego. 

«Uh le cose si fanno interessanti.» Ridacchiò Louis facendomi roteare gli occhi al cielo.

Quindi quel Hall era lo zio di.. Jace?

Harry aveva già battuto Jace in un degli incontri precedenti?

Jace afferrò per la maglia Diego il quale gli rise in faccia, era matto, si lo era. «Jace basta, metti giù quel sacco di merda.» Ordinò Hall. «Ora.» Continuò quando Jace non accennava lasciar andare Diego, ma dovette ubbidire. 

Il ragazzo tornò a guardare quello che capì fosse suo zio in cerca di spiegazioni. «Hai davvero offerto a quel bastardo di lavorare per te?!» Urlò.

Lanciai un'occhiata ad Harry verificando se quel bastardo che gli era stato affibbiato l'avesse fatto innervosire, ma niente sembrava totalmente indifferente a tutto.

«Tutto quello che faccio e con chi lo faccio non sono cazzi tuoi, hai capito? Torna a tuo posto.» La sua voce era calma e pacata ma allo stesso tempo incuteva terrore. «E tu..» Guardò Diego in modo cagnesco. «Prova ancora a rivolgerti a me in questo modo e ti giuro su Satana che non rivedrai mai più l'alba.»  Rabbrividì a quelle parole e schiusi le labbra abbastanza sorpresa. «Sarebbe bene che prepariate le vostre macchine e vi posizionate in pista.» Guardò poi Harry e Louis per poi intraprendere una conversazione con quest'ultimo che non ascoltai a causa di una grande presa sul mio braccio che mi tirò dietro ad un paio di alberi.

Cercai di urlare ma invano visto che una mano enorme quanto la mia faccia mi coprì la bocca.

«Sta zitta.» Disse prima togliere la sua mano dal mio viso, mi voltai immediatamente volendo scoprire chi stava cercando di rapirmi.  Ma sobbalzai riconoscendo  chi fosse, i miei occhi si posarono in un primo momento sul suo petto a causa della sua altezza esagerata, i muscoli delle sue braccia enormi e lo stesso valeva per il suo addome e avevo visto il suo viso un paio di volte, abbastanza per poterlo riconoscere. «Sai che è pericoloso origliare le conversazioni altrui ragazzina?»

Era il Negro, e quasi non volli chiamarlo in quel modo per non sembrare razzista anche se era l'ultimo dei miei pensieri in quel momento.

Deglutì lanciando un'occhiata oltre l'albero notando Harry con una sigaretta tra le dita, sembrava che quell'uomo e suo nipote si fossero allontanati.

Sarebbe bene che prepariate le vostre macchine e vi posizionate in pista.  

Che cosa significava questo? Non doveva essere un incontro?.

«S-stanno per fare una g-gara illegale?» Balbettai.

 Non mi avrebbe fatto del male, no? D'altronde la volta scorsa mi aveva difesa da Rowan in quel parco abbandonato dove tutti sembravano farsi i fatti propri.

«Clandestina è il termine più appropriato.» Rispose con la sua grossa voce.

«Non ci posso credere.» Borbottai portandomi le mani alle tempie.  

«Sei venuta fino a qui senza sapere cosa stava succedendo?» Sbuffò divertito posando le mani ai fianchi. Lo guardai accigliata prima provare ad aggirarlo ma mi afferrò per il polso.  «Cosa direbbe Styles se sapesse che la sua ragazza lo stava spiando?» Chiese bruciandomi con lo sguardo.

«N-non sono la sua ragazza.» Affermai infine più decisa, continuava a pensare che stessimo insieme anche quando la scorsa volta Harry glielo ribadì. 

«Bene allora potrò portarti da lui senza  preoccuparmi di rovinare una dolce storia d'amore.» Ironizzò  cercando di tirarmi a sé. 

Sgranai leggermente gli occhi tirando via la mano dalla sua presa e correre dalla parte opposta alla sua, avrei avuto meno probabilità di essere presa. Lo sentì imprecare cercando di tenere il suo tono di voce basso.

Non aveva nessun diritto di dirmi quel che dovevo fare, non lo conoscevo, questa era la terza volta che lo vedevo, tra cui la prima non è stata dei migliori visto che stava cercando di abusare di me.

Mi chinai sulla schiena nascondendomi tra le macchine prima di vedere quel che sembrava una struttura per i bagni, questo mi sorprendeva molto. Sembravano più uomini di una pisciata dietro un'albero che in un bagno pubblico. 

Aggirai la struttura scontrandomi con qualcuno, trattenni il respiro quando ritrovai il viso di quell'uomo che ricordai che Harry e Diego chiamarono Hall.

Mi morsi l'interno guancia quando al suo fianco stava quello che doveva essere suo nipote, uno dei suoi occhi era azzurro mentre l'altro era metà quel colore e metà di un castano chiaro, nel complesso non era male.

«Chi sei tu?» Domandò Hall.

Deglutì schiarendomi la gola. «I-io ecco.. mh-» Balbettai affondando le unghia nella carne della mia mano.

Mi interruppe sgarbatamente riducendo gli occhi in due fessure. «Se sei una delle ragazze che danno un po' di relax ai partecipanti dopo la gara ti informo che non sei vestita adeguatamente.» Mi fece un cenno con il capo che mi obbligò a seguire i suoi occhi che si fermarono nella stessa ragazza di prima che però pendeva dalle labbra di Harry con la misera scusa di una sigaretta. «Anche se il tuo viso è un po' troppo pulito e delicato per una che si diverte in quel modo.» Una risata cinica uscì dalle sue labbra facendomi assumere così una smorfia disgustata.

In realtà una strana morsa allo stomaco persisteva dentro di me da quando vidi quella tipa attaccata in quel modo ad Harry.

Erano solo connotati di vomito, quella ragazza mi dava il vomito e lui avrebbe potuto respingerla.

«Cosa dolcezza, il gatto ti ha rubato la lingua?» A svegliarmi da quel stato di trance fu la voce del ragazzo dove sul suo viso spuntò un sorrisetto malizioso.

Mi accigliai pronta a rispondere ma una mano si strinse al mio braccio e mi tirò violentemente a sé facendomi male quando mi scontrai contro un corpo che sembrava fatto di mattoni.

«Ci penso io a lei.» Sapevo che era lui, sbuffai guardando il Negro dalla mia statura esageratamente bassa rispetto ai suoi due metri. «Tornate ai vostri affari.» Continuò a dire ai due non mollando la mia presa.

«Non è un po' troppo giovane per te?» Inclinò la testa Hall.

«Anche per te.» Rispose in modo duro.

Non diede occasione ai due di rispondere e mi tirò in disparte, ero sollevata che non fossi sotto la visuale di Harry ma gli occhi di Hall puntati ancora su di me mi davano ansia. «Ancora tu!» Sussurrai in modo disperato cercando di non urlare.

«Si è bello rivederti scimmietta, andiamo.» Si prese gioco di me cercando di tirarmi dove lui voleva.

«No, no aspetta!» Contraria inchiodai i piedi per terra pensando a qualcosa di intelligente da dire.

«Che c'è adesso?» Sbottò incrociando le braccia al petto, mi guardai intorno quando la sua grossa voce mi fece sobbalzare. «Non pensare nuovamente di scappare o ti spezzo le gambe.»

«Cosa ti importa? Perché vuoi portarmi da Harry? Mi ucciderebbe!» Cercai di dissuaderlo dalla sua intenzione fissa.

«Ti proteggerebbe.» Puntualizzò. «E sono anche un vecchio amico di Alan, so quanto lui ci tenga a te.» Concluse il discorso lasciando interdetta e confusa.

«Cosa diavolo centra Alan adess- no..» Mi bloccai immediatamente sgranando gli occhi e indicandolo con l'indice.

«Si invece, ero al The Crown stasera, ed ero con Alan quando ti ho vista sgattaiolare fuori.» Spiegò con noncuranza.

Schiusi le labbra quando i miei occhi rimasero sgranati in quel modo, era lui il tipo che mi sembrava familiare accanto ad Alan ma non gli diedi molta attenzione in quel momento. «Cosa diavolo sei? Uno stalker?!» Allargai le braccia teatralmente. 

Alan sapeva di tutto questo?.

«Senti da che pulpito.» Ridacchiò. «Hai un bel caratterino.» Sorrise divertito.

«Alan sa che io..» Diedi voce ai miei pensieri mordicchiandomi il labbro inferiore.

«No che non lo sa.»

Sospirai sollevata e annuì ma quando afferrò nuovamente il mio polso lo strattonai, ero stanca di essere sballottata di qua e di là. «Aspetta, perché non arriviamo in un accordo?»

«Non faccio accordi con le femmine, sanno essere molto arguzie e imbrogliarti con il loro giro di parole.» Assottigliò gli occhi facendomi sospirare rassegnata, alcuni uomini cominciarono a scaldare le proprie macchine e qualcosa mi diceva che mancava poco all'inizio della gara. «Facciamo una cosa, se riesci e fai in modo di farmi stare al mio posto ti lascio in pace oppure..» Diede un'occhiata da dietro la struttura - gabinetti - nella direzione di Harry. «Sta a te decidere scimmia.» 

«Smettila di chiamarmi in questo modo.» Sbuffai scocciata, come diavolo avrei fatto? 

Ho già detto che era tipo due metri?

«Smettila di scappare e saltellare come tale, scimmietta.»

Colpì il suo petto con un pugno ma che non lo fece smuovere di un centimetro e un sorriso divertito spuntò suo suo viso quando provai a spingerlo. Sospira rassegnata quando un'idea mi baleno della testa, guardai le sue gambe leggermente divaricate così velocemente mi avvicinai a lui lasciando una ginocchiata tra le sue gambe con tutta la forza che potevo usare, sicura che l'avrei messo K.O. 

Si piegò in due afferrando il suo pacco e sorrisi soddisfatta mentre imprecava, mi affrettai a superalo ma mentre stavo per farlo un suo braccio mi strinse dalla vita sollevandomi da terra e girandomi in modo che fossi a testa in giù e le mie gambe per aria, gridai agitandomi con i piedi quando era ancora abbattuto per il dolore che stava provando tra le gambe.

«Lasciami! Mettimi giù!» Urlai sapevo dove si stava dirigendo, e la cosa mi preoccupava molto ora che ero nella merda. «Sei completamente fuori di testa!» La mia nuca sbatteva ripetutamente contro le sue gambe quindi avevo la completa visuale di quello che stava succedendo davanti a me.

Ignorò le mie urla e spalancai gli occhi quando i lineamenti duri, la mascella contratta e gli occhi furiosi di Harry mi guardarono in cagnesco. 

Pensai che quelli fossero i miei ultimi minuti di vita. 

Louis sembrò sorpreso mentre Diego abbastanza confuso nel vedere una sconosciuta a testa in giù che urlava come una matta.

«Cosa cazzo sta succedendo?!» Si avvicinò Harry nello stesso istante che il Negro mi fece rigirare facendomi strillare nuovamente prima di mettermi giù e così gli lanciai un'occhiata incazzata sistemandomi la maglietta e il cappotto. «Cosa diavolo ci fai qui?» Sobbalzai quando Harry afferrò il mio braccio portandomi a pochi centimetri dal suo viso e i suoi denti stretti. «E tu? Cosa facevi con lei?» Chiese allo stesso modo all'uomo che aveva smesso di lamentarsi come una femminuccia per una ginocchiata.

«Te la stavo riportando e come ricompensa ho ricevuto una pedata nelle palle.» Ringhiò lanciandomi un'occhiata omicida e la risatina trattenuta di Louis e Diego arrivò alle mie orecchie.

«Avresti potuto farti gli affari tuoi!» Esclamai, la presa sul braccio si strinse maggiormente facendomi girare verso immediatamente verso di lui.

«Cosa cazzo ci fai qui?» La sua voce bassa e incredibilmente roca mi fece cagare letteralmente in mano, non stava urlando, ma questo non significava che non fosse arrabbiato.

Lanciai un'occhiata a Louis dietro le spalle di Harry, trovandolo con le labbra premute in una linea sottile e le mani nelle tasche. Con mio disgusto trovai anche la ragazza quasi nuda che non perdeva un'attimo per attaccarsi ad Harry. «Io.. i-io-» 

«Come diavolo sei arrivata fin qui?» Mi interruppe bruscamente.

«H-ho seguito Louis con una bici.» Deglutì abbassando lo sguardo.

La sua mano si staccò improvvisamente dal mio braccio e si voltò immediatamente guardando Louis, alzai lo sguardo trovando quest'ultimo con la bocca schiusa dalla sorpresa e gli occhi sgranati.«Non ne sapevo niente amico, sono sorpreso quanto te.» Si difese Louis.

«E io non ci avrei pensato due volte a fermarmi se avessi visto un angelo seguirmi con una bici.» Sorrise di sghembo Diego ammiccando nella mia direzione, evitai il suo sguardo sollevando le sopracciglia.

«Tu fammi il cazzo di piacere di chiudere quella fottuta fogna che ti ritrovi.» Sbottò Harry dopo che Louis lanciò una gomitata a Diego.

Harry afferrò nuovamente il mio avambraccio spingendosi davanti a se prima che mi superasse e sapevo che avrei dovuto seguirlo. Sentivo gli occhi di tutti su di noi e mi sentì improvvisamente un idiota ma sono sicura che lui non mi avrebbe mai detto cosa si divertiva a fare, si era aggiunta alla lista oltre gli incontri di cui parlava anche le gare clandestine. 

Cos'altro era? Un killer seriale?.

Si fermò in un punto abbastanza lontano dagli altri, lo stesso dove la bici su cui ero seduta non faceva altro che prendere scaffe di continuo. Si voltò di scatto facendomi quasi prendere un colpo, tornai a respirare tranquillamente anche se l'espressione sul suo viso era dannatamente furiosa.

«Come cazzo sapevi che Louis sarebbe venuto qua?!» Urlò facendomi indietreggiare. «Come?!»

«N-non lo sapevo.» Balbettai mordendomi la guancia.

Continuò a guardarmi furiosamente e dilatò leggermente le narici. «Non lo sapevi?» La sua voce tornò calma ma sapevo che non lo era sul serio, poiché imitò la mia voce. «Mi stai fottutamente prendendo in giro?» Non urlò come prima ma l'irritazione era ben presente nella sua voce.

«Io.. io,»  Mi passai sospirando una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «Ho origliato la conversazione che tu e Louis avete avuto con quel.. Diego sere fa.» Ammisi aspettando la ira di Harry, nella mia testa non andava a finire in questo modo.

«Tu e il cazzo di vizio nel ficcare il naso dappertutto!» Sputò rabbiosamente.

«Non pensavo che Diego fosse..» Cercai le parole giusto per convincerlo del fatto che ero solo preoccupata. «Così!» Gesticolai nervosamente per il fatto di non riuscire a trovare un aggettivo adatto.

«Così? Come diavolo te l'aspettavi?!» Mi urlò contro passandosi poi una mano tra i capelli. 

«Quando quel ragazzino entrò descrivendolo con quell'uomo ho pensato fosse qualcuno di temerario e intimidatorio!» Urlai di rimando. «Un po' come te.» Mormorai poi.

«Avresti dovuto farti cazzi tuoi.» 

«Dannazione ero solo preoccupata!» Sbottai avvicinandomi a lui. «Hai parlato di quell'incontro che dovevi fare a Londra! Quel tuo amico parlava di qualcos'altro ma che lo capito solo questa sera si trattasse di una stupida gara clandestina, pensavo che andassi a farti spaccare la faccia!» Chiusi un'attimo gli occhi privandomi così  della sua espressione accigliata e incazzata. «Ero preoccupata per te.» Quando riaprì gli occhi trovai i suoi ancora per niente sereni studiarmi ad una distanza ravvicinata che milioni brividi percorsero la mia schiena. «E-e anche per Louis, o-ovviamente.» M'impappinai con le parole il che rendeva tutto molto più imbarazzante.

Non mentì, era vero che mi preoccupai per Louis ma non negai nemmeno a me stessa che l'unico punto fisso nella mia testa era lui, era Harry.

«Qui è pericoloso per te, non puoi sapere ciò che passa nella testa di tutti quegli uomini.» Sembrò ignorare tutto ciò che gli dissi facendomi irritare maggiormente.

Gli avevo appena detto che ero preoccupata per lui!

Sospirai divertita poggiando le mani su i miei fianchi e distolsi per un secondo gli occhi dalla sua figura. «Non la penso come te, visto tutte quelle ragazze seminude che si divertono a strusciarsi con tutto ciò che gli capiti davanti.» La sua mascella si irrigidì cercando di non scoppiare nuovamente. Ma davvero la pensava così? Se era pericoloso per me avrebbe potuto esserlo anche per lui. «Smettila di trattarmi come una bambina.»

«Smettila di comportarti come tale.» Borbottò fissandomi negli occhi.

Non mi comportavo affatto come una bambina, era solo lui che credeva che io fossi così fragile e indifesa quando dopo tutto questo tempo non ho fatto altro che proteggermi da sola, dai miei incubi, dai ricordi e da me stessa.

Era lui che non ha nessun motivo per comportarsi in questo modo, non ha nessun motivo per partecipare a queste gare clandestine o incontri di boxe illegali. Era lui che si era immischiato in un giro che probabilmente era difficile uscirne.

Si voltò camminando davanti a me dandomi la schiena come se per lui la discussione fosse finita qui. «E dimmi,sono io quella cerca di farsi uccidere ogni qualvolta che partecipa in uno di quell'incontri di boxe?! Sai quanto possa essere pericoloso tutto questo?! Basterebbe una mossa sbagliata a far finire tutto così velocemente com'è iniziato!» Urlai seguendolo, ma le sue gambe erano troppo lunghe per tenere i passi correttamente. I suoi pugni erano stretti lungo i fianchi e non ci sarebbe voluto troppo nel vederlo  scoppiare.  «A me sembra di no, e non sono nemmeno io quella che partecipa a queste gare clandestine solo per il piacere di farlo! Chiunque in questo posto compreso quel tipo di nome Hall potrebbe manometterti i freni o qualcos'altro in modo che tu possa andare a sbattere! Oh no, mi sbagliavo, che importanza ha fare delle cose totalmente illegale solo per uno schifo di soldi?!»

Mi fermai quando furiosamente Harry si voltò con occhi totalmente inespressivi,vuoti e allo tempo pieni di rabbia e amarezza, le sue labbra premute in una linea sottile, una sua mano chiusa in pugno e l'indice dell'altra puntata su di me. 

«Molta se questo schifo di soldi servono per salvare tua madre!» Urlò così forte che quasi sentì qualcosa dentro di me spezzarsi, i suoi occhi erano lucidi ma non accennava far scappare una delle sue lacrime lasciandole sul retro degli occhi.

Schiusi le labbra in completo stupore nell'analizzare ancora una volta quelle sue parole, i battiti del mio cuore accelerarono e i grandi respiri in quel momento non servirono a nulla.

«Har-ry..» Mormorai il suo nome quando velocemente si allontanò da me, sapevo mi avesse sentita ma non voleva più starmi a sentire così incrociai le braccia al petto riparandomi dal leggero venticello quando lo vidi sfrecciare via da quel posto con la sua auto sportiva.

Se n'era andato.

Avevo esagerato con le parole..

Ero così stanca che non cercai di farmi altre domande riguardo quella sua frase.

Sobbalzai quando una mano si posò sulla mia spalla, ma mi rassicurò il piccolo sorriso sul viso di Louis.

«Gli passerà.» Abbassai il capo a quelle parole, probabilmente quella volta l'avevo fatta grossa.  «Ha solo bisogno di stare da solo come fa tutte le volte che qualcosa non va.  Conosco Harry da molto tempo, è un tipo che si chiude a riccio proprio quando ha più bisogno.» 

«Louis, sta per iniziare! Non abbandonarmi anche tu!»  Urlò Diego poco più lontano da noi facendo sbuffare Louis prima di dirigersi verso di lui.

Ma si fermò guardandomi;

«E' solo insopportabilmente protettivo nei tuoi confronti.» 

Sollevai il viso tornando a guardalo, non avevo mai pensato a questo, non l'avevo mai pensato così. 

E qualcosa mi diceva che sapevo dove potessi trovarlo.  





Spazio Autrice;

Ecco a voi un nuovo capitolo! Sono 5315 parole! Avrei dovuto aggiungere un'altra parte ancora ma sarebbe venuto troppo lungo e preferirei scriverlo con calma la prossima volta!

Comunque sia, spero sia di vostro piacimento x

La frase di Harry vi ha lasciata un po' di curiosità almeno? ehehe.

Probabilmente la loro notte sarà lunga! (Tranquilli non scoperanno. lol)

Votate e commentate dicendomi cosa ne pensate! Vi voglio in tanti!

See you soon.

All the love. xx

Συνέχεια Ανάγνωσης

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