Missing Brother [Completa]

By Toffee_Lin

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Dopo essere stato separato per quattro anni dai suoi fratelli, Charlie ha la possibilità di riavvicinarsi a l... More

1 - Charlie
2 - Charlie
3 - Elijah
4 - Charlie
5 - James
7 - Elijah
8 - Charlie
9 - Charlie
10 - James
11 - Charlie
12 - Charlie
13 - Elijah
14 - Charlie
15 - James
16 - Charlie
17 - Charlie
18 - James
19 - Elijah
20 - Charlie
21 - James
22 - Charlie
23 - Elijah
24 - Charlie
25 - Charlie
26 - James
27 - Charlie
28 - Charlie
29 - Elijah
30 - James
31 - Elijah
32 - James
33 - Elijah
34 - Charlie
35 - James
36 - Charlie
37 - Elijah
38 - Charlie
39 - Charlie
40 - James
41 - Charlie
42 - Elijah
43 - Charlie
PARTE 2
44 - Charlie
45 - James
46 - Charlie
47 - Charlie
48 - Elijah
49 - Charlie
50 - Charlie
51 - James
52 - Charlie
53 - Elijah
54 - Charlie
55 - Charlie
56 - James
57 - Charlie
58 - Elijah
59 - Charlie
60 - Charlie
61 - James
62 - Charlie
63 - Elijah
64 - James
65 - Charlie
66 - Charlie
67 - Elijah
68 - James
69 - Charlie
70 - Charlie
71 - Elijah
72 - Charlie
73 - Charlie
74 - James
Epilogo - Charlie
Extra - Jefferson Russo

6 - Charlie

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By Toffee_Lin

Sono a casa di buon umore. Ho saltellato anche per la strada. Non ho incontrato il solito barbone ubriaco, e non vedere alcune solite brutte facce durante il tragitto mi ha tranquillizzato. Se sei della zona ti lasciano in pace, però è meglio non attirare alcuna attenzione. Salgo le scale fino all'appartamento canticchiando. È stata una giornata fantastica, mi sono divertito tantissimo con i miei fratelli. Mi hanno anche detto che il nostro appuntamento fisso è nel parcheggio della loro scuola. Posso andarci quando voglio! Avrei bisogno di un cellulare così posso messaggiarli, ma non lo chiederei mai a mamma. Inserisco la chiave nella serratura e rimango congelato sulla porta quando la apro e vedo mamma seduta al tavolo della cucina. Si sta sorreggendo la fronte con una mano e i capelli lunghi gli ricadono sulla faccia. Alza appena la testa e i suoi occhi tremano quando mi guarda. È di nuovo ubriaca, lo è sempre. - Dove sei stato?

Abbasso lo sguardo. - A fare una p-passeggiata.

- Con chi?

Non mi piace mentire, ma ho paura di dirle la verità. So come reagirebbe sapendo che ho fatto qualcosa di questo genere senza il suo permesso. - D-da solo - si massaggia una tempia e ne approfitto per cambiare argomento. - V-vuoi che ti p-prepari la cena?

- No - dice lei - voglio solo riposare - si alza dalla sedia. - Ho fatto un po' di spesa, in frigo c'è qualcosa per una settimana, non esagerare. - Annuisco. Questo significa che è giorno di paga, che ha staccato prima dal lavoro e dovrebbe essere di umore buono. Forse posso provare a farle una domanda.

- M-mamma - lei si ferma e si volta a guardarmi, non è molto ubriaca in effetti - t-ti dispiacerebbe se io v-vedessi Elijah e James?

Trasalisce, la vedo riacquistare per un attimo la lucidità e a passo pesante si fionda su di me. Mi prende per le spalle e mi spinge contro il muro. Ha gli occhi spalancati. - Sei stato con loro? Li hai visti? Cosa vi siete detti? - sento le sue unghie affondare nella carne e farmi male, ma non mi muovo, la farei solo arrabbiare di più.

- N-no - balbetto tremando.

- No, cosa!? - urla lei e io stringo forte gli occhi.

- N-non li ho v-visti - le rispondo con il cuore che batte fortissimo.

- Non devi vederli! - ha gli occhi iniettati di sangue, è isterica.

- P-perché? - chiedo. Sono i miei fratelli, perché mia madre vuole che io rimanga fuori dalle loro vite?

- Sono stati loro a scacciarci - continua a urlare stringendomi ancora più forte le braccia - tuo padre ci ha mandato via!

- M-ma James ed Elijah...

Mi dà uno schiaffo, è così forte che cado di lato in ginocchio. Il suo anello mi graffia una guancia e me la mantengo dolorante mentre la mano si macchia di rosso. La vedo avvicinarsi al divano, mi sale il panico, la mente mi va in confusione e mi trascino a nascondermi sotto il tavolo della cucina. - M-mi dispiace - imploro - n-non te lo chiederò p-più.

- Stai rovinando tutto, vuoi rovinare tutto - si china a prendere l'oggetto sotto di esso e inizio ad ansimare - non lo capisci!? - Ma proprio nel momento in cui sta tirando la mano via trascinandosi con sé l'oggetto, suona il campanello. Mamma si congela sul posto per un attimo, impreca infastidita e si rialza con la mano vuota. Apre appena la porta. - Che diavolo vuole adesso? - dice alla persona dall'altra parte.

- La sua posta è di nuovo finita nella mia, per quanto ancora dovrò farle da fattorino? - è la voce della signora Hughes, la vicina che urla sempre assieme al marito. Si sporge leggermente verso mamma per consegnarle una lettera e il suo occhio cade dentro casa. Mi vede singhiozzare sotto il tavolo, ma mamma mi copre subito e socchiude di più la porta.

- Parlerò di nuovo con il postino quando lo vedrò - risponde - c'è altro? - La signora Hughes non dice nulla e mamma chiude la porta d'ingresso. Sospira con la busta in mano, la vede, la strappa e la getta a terra calpestandola più volte. Non sembra più arrabbiata con me, ha spostato la sua rabbia su altro, ma non oso muovermi per paura di attirare di nuovo la sua attenzione. Gli occhi stanchi di mamma diventano vuoti, la rabbia sparisce e si dirige verso il bagno ignorandomi. Ne approfitto per strisciare fuori da sotto il tavolo e in silenzio mi dirigo in camera. Mi raggomitolo ai piedi del letto verso la finestra, dall'altra parte della stanza. Non mi muovo fin quando non la smetto di tremare e penso di essere al sicuro.

—-

Non me la sento di andare dai miei fratelli il giorno dopo. Continuo a pensare alle parole della mamma, al fatto che sto rovinando tutto. Forse sta cercando di riappacificarsi con papà e il fatto che io parli con i miei fratelli gli dà fastidio? Sa che parlo con loro ed è arrabbiato? Non so cosa fare. La mamma non vuole che parlo con James ed Elijah, ma io muoio dalla voglia di stare con loro. Per tutto il giorno ci penso e ci ripenso. Ho imparato il loro numero a memoria, ma non ho modo di contattarli per sentirli nemmeno. Sto sbagliando? Lo so che sono un errore, ma come posso rimediare al fatto che la mia sola esistenza è la causa di tutto? Vagabondo per il mio quartiere, non mi avvicino alla scuola dei miei fratelli o il luogo dove James lavora. Torno a casa e preparo la cena. La mamma rincasa mentre sto incartando il suo piatto. - B-bentornata - la saluto - v-vuoi mangiare?

Fa cadere la borsa sul divano e si toglie le scarpe. Si siede a tavola. - Va bene. - Gli metto velocemente la cena davanti. Sono contento quando la mamma mangia ciò che le preparo, mi sento utile in qualche modo. Lei lavora tanto per mantenere la casa tutta da sola. - Stai migliorando - dice. Ho provato a insaporire di più la zuppa di funghi seguendo una ricetta vista in tv. Sono felice che l'abbia notato. Annuisco in piedi accanto la cucina. - Non sorridere così - assume improvvisamente un'aria dura - sei sempre di più uguale a lui. - Mi blocco, so di non essere figlio di mio padre. L'unica persona di cui mamma potrebbe star parlando può essere solamente quell'uomo che non ci ha voluto. Mamma fa cadere il cucchiaio nel piatto, china la testa e inizia a piangere. - Se tu non ci fossi, la mia vita non sarebbe così miserabile. - Ormai è una routine infinita, o piange o si arrabbia con me. Non ricordo più l'ultima volta in cui abbiamo avuto una conversazione normale. E, in entrambi i casi, c'è una cosa che è uguale, e cioè che è capace di farmi male in modi diversi. - Sarei ancora con mio marito e con i miei figli. - Ho smesso di dirgli che sono anche io suo figlio in questi momenti, perché lei risponde sempre che sono figlio di quell'uomo. Poi, o mi attacca o comincia a piangere di più. Rimango in silenzio con il buco nel petto che sento si sta allargando sempre di più.

—-

Il giorno dopo ho deciso di andare dai miei fratelli. Ci ho riflettuto attentamente e basterà assicurarmi che mamma non scopra mai di questi incontri. Fin quando starò attento non ci dovrebbero essere problemi. Mi fermo all'entrata del parcheggio e aspetto che mi vedano loro mentre una folla di ragazzi si affretta a uscire. Mi trovano subito con lo sguardo. - Charlie! - mi avvicino ma vengo subito travolto dall'abbraccio di Elijah. - Ieri non sei venuto e ci siamo preoccupati da morire, pensavamo che...

Non finisce la frase, si stacca e mi guarda con attenzione. - M-mi dispiace - dico, non credevo che gli sarebbe importato molto che io non fossi venuto ieri, ma a quanto pare mi sbagliavo. Anche se è brutto, questa cosa mi rende un po' felice.

- Va tutto bene, Charlie? - mi chiede James. Gli sorrido, perché sono contentissimo di rivederli, anche se sono passati solo due giorni. Il suo viso si rilassa. - Lo prendo per un sì, ma cosa ti è successo alla faccia?

Mi tocco di riflesso il cerotto che ho sul taglio che mi ha fatto l'anello della mamma l'altro giorno. Ormai si è chiuso e sta guarendo, ma è rimasto un piccolo livido sotto che si vede ancora. Non è molto grande però e non pensavo mi chiedessero qualcosa al riguardo. A scuola nessuno lo ha fatto. - S-sono caduto - gli rispondo, e non vorrei mentire ai miei fratelli, davvero, ma non posso rischiare nulla nella mia situazione attuale.

- Dove? - mi chiede Elijah.

A questo non ci avevo pensato. Dove potrei essere caduto ed essermi fatto un livido simile? Ci penso per un attimo. - S-sulle scale del mio condominio, m-ma sto bene, non è nulla.

- Charlie, tu... - qualsiasi cosa voglia dire Elijah, viene interrotta da James che gli mette una mano sulla spalla.

- Charlie, vieni - dice - ci stavamo organizzando con gli altri. - Raggiungiamo i loro amici, Chloe sta litigando con Zack per qualcosa.

Il moro rotea gli occhi al cielo e mi guarda, indossa ancora gli occhiali da sole. - Charlie, ti prego, fermala tu questa pazza.

Li guardo confuso. Benjamin cerca di spiegarmi. - Tra due settimane ci sarà questo concerto, Chloe vuole andarci, ma per Zack sarà una perdita di tempo e dice di andare da qualche altra parte.

- Non venire se non vuoi - ribatte Chloe a Zack.

Zack si abbassa per un attimo gli occhiali da sole rivelando due occhi azzurri luminosissimi. - Se non ci sono io, non c'è festa.

- Ce ne faremo una ragione.

- Io ci sono - dice James - mi piace l'idea. - Benjamin dice che può prendere anche la sua auto, ma Donald aggiunge che possono andare tutti con il suo furgoncino.

- Beh, se vi siete decisi tutti allora - Zack si poggia alla macchina e segue con la testa una ragazza che sta passando davanti.

Mi rendo conto di come solo una frase di mio fratello abbia messo tutti d'accordo. È sempre stato capace di essere al centro e guidare le cose. Lo guardo pieno di ammirazione, ma deve sentire che lo sto fissando troppo, perché si volta verso di me. - E tu, Charlie?

- C-cosa? - chiedo confuso.

- Ti va di venire? Prenderò i biglietti anche per te.

- Davvero? - chiede Zack. - Non c'è un limite d'età?

- Si terrà all'aperto - risponde Benjamin, come se questo chiarisse ogni dubbio.

- N-non voglio d-dare fastidio - dico. Se iniziassi a essere il fratellino assillante che segue i suoi fratelli maggiori ovunque vadano, inizierei a creare disagio tra loro e i loro amici.

Elijah mi scompiglia i capelli, improvvisamente rianimato. - No Charlie, no party.

- Smettila di essere così prudente - mi rimprovera James. Non mi dà fastidio il modo in cui me lo dice. Anche se mi guarda con quello sguardo che potrebbe sembrare senza espressione, io so che non è così.

- Allora, fratellino - mi domanda Elijah - verrai?

Annuisco titubante e sento qualcosa nel petto espandersi, e capisco subito che è eccitazione. Non vedo l'ora di andare a questo concerto con i miei fratelli, fare un lungo viaggio in macchina con loro, parlare al ritorno del concerto insieme, divertirci insieme. Non vedo l'ora che arrivi quel giorno. Donald propone di andare alla solita caffetteria dietro la scuola, io non ci sono mai stato, ma i miei fratelli mi invitano e io accetto con piacere.

—-

Questo locale è molto più affollato dei precedenti dove sono stato, è molto caotico e pieno di studenti, ma per qualche ragione non mi dà fastidio. Io, i miei fratelli e i loro amici ci confondiamo tra la folla seduti al nostro piccolo tavolo. È come se fossimo un normalissimo gruppo, ognuno di noi con la propria normalissima vita. Elijah mi dice di scegliere qualsiasi cosa io preferisca e i miei occhi subito puntano una bevanda a cioccolata e panna dall'aspetto buonissimo. Imploro con lo sguardo mio fratello di prendermi questa, anche se non glielo dico apertamente. Lui ride e mi scompiglia i capelli. - Non quell'espressione, fratellino.

Nel frattempo che aspettiamo i nostri ordini, gli altri parlano animatamente tra loro. Scopro che James e Donald, che sono in squadra insieme, sono i più forti della scuola. In effetti Donald è davvero alto, mi piacerebbe un sacco essere alto quanto lui, ma forse proprio come lui no. Essere così alto attirerebbe troppa attenzione su di me. Guardo Benjamin che non sembra partecipare alla conversazione. -B-Ben - sono curioso - n-non giochi più a b-basket? - Ricordo che lui e mio fratello erano una coppia invidiabile, si erano conosciuti al club, poi avevano scoperto di abitare vicino, e da allora erano diventati inseparabili.

- Ho avuto un infortunio al ginocchio alle medie e ho smesso - anche se me lo sta dicendo con un sorriso, so che è triste, perché alcune persone sono facili da leggere. Non si riesce sempre a nascondere gli strati di emozione sotto l'immagine che vogliono tenere davanti agli altri. Io mi alleno con la mia ogni giorno davanti lo specchio del bagno.

- S-stai bene adesso? - chiedo.

Questa volta la sua espressione diventa più allegra, e non capisco se si stia sforzando di più o sia felice del mio interesse. Ma perché dovrebbe esserlo? - Molto meglio, Charlie, grazie. - Inizio a rendermi conto della portata delle cose che sono cambiate in quattro anni. Chissà quante cose a cui ero abituato sono sparite. Il postino che consegnava a casa nostra alle sette di ogni mattina è ancora il vecchio Peter? La signora Anderson che portava a spasso il cane ogni sera alle sei lo fa ancora? La bicicletta che mi aveva regalato papà a otto anni è ancora in garage? Cancello subito il pensiero, meglio non pensare a papà, altrimenti finirei per pensare a quel giorno e alla sua faccia quando andammo via.

Quando arriva la mia bevanda l'assaggio, e un'esplosione di sapori incredibile mi riempie la bocca e lo stomaco. Non assaggiavo qualcosa di così buono da un'eternità. - Vacci piano o ti si congelerà il cervello - mi avverte James.

- Lo stesso con te - dice Donald rivolgendosi a sua sorella che sta letteralmente prosciugando il suo frullato in un sorso.

- Chlò, assaggia questo - Zack spinge la sua bibita verso Chloe. La ragazza non se lo fa ripetere due volte infilando la cannuccia nel suo bicchiere. Nel secondo successivo la sua espressione diventa di disgusto.

- È amarissimo - Chloe cerca di togliersi il gusto terribile dalla bocca con un fazzoletto mentre dal ragazzo esplode una grossa risata. - Zack, sei un'idiota, lo sai che detesto le cose amare.

- Lo so - gli sorride Zack - vendetta.

- Vendetta sulla vendetta! - urla Chloe e io non ho idea di cosa stiano parlando, ma sono divertenti.

- No, Charlie - mi fa Benjamin - sei ancora troppo innocente per farti contaminare da queste bestie feroci.

- Vero, fratellino - mi fa Elijah - più che altro, dimmi, ti piacciono ancora i film sui supereroi?

Altroché, quando ne fa qualcuno vecchio in tv non me lo perdo mai. È un peccato che tutti i fumetti che leggevo sono rimasti a casa con papà, ma non chiederei mai di riaverli perché li dividevamo io ed Elijah, anche se a un certo punto ero l'unico a leggerli. Annuisco a mio fratello e sembra contento della risposta. - Sabato prossimo, il giorno dopo al concerto, uscirà al cinema un nuovo film, ti va di andarci insieme?

Cinema? Io e mio fratello come ai vecchi tempi? - Sì! - lo dico con troppo entusiasmo perché tutti al tavolo si girano verso di me. Abbasso subito la testa imbarazzatissimo, le guance che sento mi vanno a fuoco.

- Vengo anche io - dice improvvisamente Donald continuando a bere il suo caffellatte - a meno che non sia una cosa di famiglia.

- Per te va bene, Charlie? - mi chiede Elijah.

Annuisco più volte senza ancora avere il coraggio di alzare lo sguardo. Non voglio che gli amici dei miei fratelli mi prendano per uno strano o fastidioso. Chloe dice che verrà anche lei, poi cerca di parlare con me. È gentile, mi chiede quali sono i miei hobby. Ci rifletto un attimo e dico che mi piace leggere. - Forte - dice lei - e cosa leggi? Io sono patita della cultura orientale. È comprende di tutto, dalla letteratura classica a manga e novel.

Ho sempre voluto leggere qualcosa di quel genere, ma i libri li posso prendere in prestito solamente dalla biblioteca della scuola, e lì ci sono libri perlopiù di fasce per ragazzini. - Fantasy - dico. Quando ne trovo uno lo divoro, qualsiasi libro sia. Il sapere che c'è un altro mondo lontano dal tuo con altre culture, ambientazioni, è fantastico. Per un po' puoi essere qualcun'altro in un mondo che non ricorda per nulla il tuo presente. Chloe dice che anche lei ne legge qualcuno, io le nomino dei titolo e lei me ne propone altri. Alcuni li conosciamo a vicenda e ne parliamo tantissimo. Anche se mi ritrovo a incespicare su alcune parole, lei mi ascolta con pazienza.

- Devo andare - si alza dal suo posto James - lavoro.

- Rimango ancora - dice Elijah - mi farò dare uno strappo da Ben.

- Grazie per avermelo chiesto - dice il rosso.

Guardo fuori e vedo il sole che sta tramontando. Si sta facendo tardi. Mamma ieri ha detto che le hanno cambiato i turni da lavoro, ma non ho mai idea di quando potrà tornare a casa. Sono casuali le volte in cui rientra a casa appena finisce di lavorare per bere le birre in salotto, o decide di non tornare dalla fonte dei suoi problemi e rimane fino a tardi fuori. In entrambi i casi, se non mi trova a casa è sempre un problema. Inizia a farmi un mondo di domande, e so che sono domande mirate a sapere con chi sono stato e cosa ho fatto. - V-vado anche io.

- Un passaggio, Charlie? - James me lo chiede sempre e fa male dirgli di no perché non vorrei pensasse che sia per causa sua. Scuoto la testa senza guardarlo e mi rivolgo a tutti gli altri.  Come dovrei salutarli?

- Ciao, ciao, Charlie - mi alza una mano Chloe sorridendo, gli altri la imitano in modo simile. Mi è bastato solo un pomeriggio per capire che gli amici dei miei fratelli sono come loro: fantastici.

- C-ci vediamo - dico ed esco quasi scappando, ma ho il cuore che mi batte di nuovo forte, la sensazione di star vivendo giornate che non avrei mai creduto di vivere di nuovo. La speranza che si riaccende dentro di me.

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