Need to love

By SecretW03

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ESTRATTO DEL CAPITOLO 12: "Diversi brividi percorrono il mio corpo quando il suo respiro caldo si scontra con... More

1. L'incontro
2. Dubbi
3. News e curiosità
4. Forse non avrei dovuto
5. Mettersi nei guai (parte 1)
6. Mettersi nei guai (parte 2)
7. E ora? Sei nei guai (parte 1)
8. E ora? Sei nei guai (parte 2)
9. Inaspettato (parte 1)
10. Inaspettato (parte 2)
11. Acque agitate
12. Il trasloco
13. Una parola di troppo
14. Proposte (parte 1)
15. Proposte (parte 2)
16. Cibo e odio
17.La vera proposta
18. Dolce come Lucifero
19. Scorpions
20. Lingue di vipera
21. Baci baci
22. Chili con carne
23. Uragano di dolore
24. Pessime scelte (parte 1)
25. Pessime scelte (parte 2)
26. Mai svegliare il can che dorme
27. Bruciare per me
28. Così ebbe tutto inizio (parte 1)
29. Così ebbe tutto inizio (parte 2)
30. Pentimento
31. Girl power (parte 1)
32. Girl power (parte 2)
33. Che sta succedendo?
34. Confessioni inaspettate
35. Aiuto e rivelazioni
36. Scoperte
38. Che la festa abbia inizio (parte 1)
39. Che la festa abbia inizio (parte 2)
40. Che la festa abbia inizio (parte 3)
41. Rivelazioni (parte 1)
42. Rivelazioni (parte 2)
43. Arrivano i problemi (parte 1)
44. Arrivano i problemi (parte 2)
45. Arrivano i problemi (parte 3)
46. Arrivano i problemi (parte 4)
47. Emozioni (parte 1)
48. Emozioni (parte 2)
49. Passato che diventa presente
50. Cambiamenti
AVVISO IMPORTANTE
51. Attimi di panico
52. Pazza incoscienza
53. Inaspettato
54. Pamela? No, Pamelo.
55. Lacrime e malizia
56. Alcune scelte fanno male
57. Discorsi fra amiche
58. Il ballo (parte 1)
59. Il ballo (parte 2)
60. Sebastian (parte 1)
61. Sebastian (parte 2)
62. Sebastian (parte 3)
63. Verità dolorose
64. Scelte impulsive
65. L'alba
66. Confronti mancati
67. Perché i guai non hanno mai una fine
68. Realizzazioni
69. Le bugie hanno le gambe lunghe

37. Lasciarsi andare

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By SecretW03

Finalmente è sabato. Penso con felicità camminando per i corridoi della scuola. La campanella suona segnando l'inizio dell'ultima ora di lezione. Spalanco gli occhi accelerando il passo all'inverosimile. Ero così persa nei miei pensieri che mi sono dimenticata che all'ultima ora c'è matematica e ora come minimo Miss. Harris mi interrogherà.

Improvvisamente qualcuno mi afferra per il braccio e mi trascina in un'aula vuota. Mi volto, pronta a colpire il mio aggressore, ma scopro che è Graylyn. «Calma Kalea, sono io, non ho nessuna intenzione di farti male.» Solleva le mani in aria in segno di resa ridacchiando. Sorrido leggermente imbarazzata.

Graylyn mi poggia le mani sulle spalle con molto entusiasmo. «Ho visto quello che hai fatto per me e mi sono stupita quando Zack mi ha raccontato che hai chiesto il suo aiuto. Quindi, sta sera, tu verrai a una festa con me!» Spalanco gli occhi e mi ritrovo a negare energicamente con il capo. «Mi dispiace Graylyn, ma non posso accettare. Non sono tipa da festa.» Il suo sguardo vaga sul mio corpo dalla testa ai piedi. «Perché non saresti tipa da festa?» Solleva un sopracciglio con aria indagatrice. «Non fraintendere, mi piace ballare, anche tanto, la discoteca non mi dispiace più di tanto, ma le feste, tipo quelle collegiali dei film non le amo da impazzire.» Mi guarda con occhi supplicanti. «Dai! Perché non ti piacciono?!» Sospiro. «Perché le persone sobrie si prendono gioco di quelle ubriache; i ragazzi pensano solo a una cosa e pur di ottenerla ne approfittano con le ragazze un po' in là con l'alcool; c'è pressoché puzza di vomito ovunque e l'alcol che mettono a disposizione è sempre di qualche strana sottomarca che fa bruciare lo stomaco.» Incrocio le braccia al petto con convinzione, osservando l'orologio alla parete. Cavolo, sono già in ritardo di cinque minuti. Inizio ad agitarmi sul posto.

Graylyn inizia a farmi gli occhi dolci. «Per favore! Prometto che non ti lascerò mai sola, ti seguirò anche al bagno se necessario.» La guardo negli occhi cercando la risposta al mio tentennare. «Eh va bene.» Mi arrendo mentre la vedo iniziare a saltellare felice. «Ma.» Le punto un dito contro. «Devi promettermi che non mi farai toccare nemmeno un goccio di alcool. Mi conosco quando bevo e non ho intenzione di dare spettacolo a una festa del college.» Annuisce vigorosamente; avvolge le sue braccia attorno al mio busto e mi stritola in un forte abbraccio. «Okay Graylyn, per favore lasciami andare che sto soffocando.» Fa come le dico e io la ringrazio sistemandomi i vestiti.

Guardo l'orologio e mi accorgo che sono passati altri cinque minuti, dunque il mio ritardo è ammontato a un totale di dieci minuti. Sbianco ed esco di corsa dall'aula. La castana mi corre dietro. «Hey! Aspetta! Dove stai andando?!» Accelero ancora di più il passo. «Sono in ritardo di dieci minuti alla lezione di Miss. Harris. Sto andando al patibolo, probabilmente avrà già affilato per bene la lama della ghigliottina.» Graylyn scoppia a ridere prima di tornare seria. «Come faccio a contattarti? Non ho il tuo numero di telefono.» Realizzo che ha ragione e così sfilo una penna dalle mani di un ragazzo che ci stava passando accanto; prova a dirmi qualcosa a riguardo ma lo guardo male. Afferro la mano di Graylyn e le scrivo sul dorso il mio numero. «Ora scusa ma devo scappare.» Mi sorride annuendo e io corro in classe.

Busso alla porta con il fiatone. La professoressa mi dice di entrare e, quando si accorge che sono io, fa comparire un sorriso malefico sul suo viso. Oh no, no, no, no. Ti prego no. «Signorina Diaz, le sembra questo l'orario di presentarsi alla mia lezione? Visto che si trova già in piedi, si accomodi pure alla lavagna.» Allunga la mano che tiene il gessetto nella mia direzione. Lo sapevo, cazzo! Ieri non ho nemmeno avuto modo di ripassare. Tutta colpa di Aiden, da quando ha capito che sono più brava di metà del suo clan a rubare, ha improvvisamente deciso di riempirmi d'incarichi.

A passo lento cammino in direzione della lavagna, strisciando leggermente la suola delle converse sul pavimento. Mi sembra veramente di star andando al patibolo.

Con la mano indica l'equazione che ha scritto precedentemente alla lavagna, dopo avermi consegnato il gessetto. «Diaz, risolvimi quest'equazione.» Rimango in piedi accanto alla pietra liscia e scura osservando la scritta bianca su di essa. Non so farle quando studio, figurati senza studiare.

Sorride fiera quando si rende conto di avermi messa in difficoltà. «Sapresti almeno dirmi che tipologia di equazione è?» Inizio a mordere il labbro inferiore con insistenza; mi sporco le mani di gesso facendo passare il piccolo oggetto da una mano all'altra. «No.» rispondo dicendo semplicemente la verità.

Afferra la spugnetta di tessuto poggiata sulla cattedra e cancella l'equazione per poi scriverne un'altra, diversa dalla precedente. «Allora risolvermi questa.» Forse è solo ai miei occhi, ma sembra solo più difficile di quella di prima. «Non sono in grado.» pronuncio senza girarci troppo attorno.

La professoressa mi guarda vittoriosa. Penso che l'unica cosa capace di mettermi in ginocchio nella vita sia proprio la matematica. «Signorina Diaz è consapevole che se non inizia a studiare la mia materia, io la farò rimandare e così avrà zero possibilità nell'ottenere la borsa di studio per il college?» Stringo le mani in due pugni, mordendomi anche la lingua per non dirle qualcosa di cattivo. Almeno, anche se Aiden mette a dura prova la mia pazienza, con lui ho la soddisfazione di rispondergli a tono.

La campanella suona e io posso finalmente tirare un sospiro di sollievo. Esco dalla classe di corsa e successivamente anche dall'edificio.

Continuo a tenere le mani serrate in due pugni, pensando a quante parole orribili rivolgerei a quella professoressa se solo ne avessi la possibilità.

Alzo lo sguardo e mi accorgo che tutti mi stanno guardando. Li fisso tutti male in risposta. «Cosa avete da guardare?!» tuono facendo sobbalzare gran parte di loro.

Un ragazzo con un briciolo di coraggio mi indica la mia macchina. Mi volto in quella direzione e sento immediatamente la rabbia aumentare. Spintono malamente il ragazzo di fronte a me e, senza nemmeno scusarmi, accelero il passo giungendo di fronte ad Aiden, comodamente poggiato alla mia vettura. «Perché ogni volta che ho una pessima giornata compari tu?» Gli domando con il viso livido dal fastidio. Il moro mi rivolge un sorrisino. «Perché così te la miglioro con la mia visione.» Si indica facendo scorrere su e giù le mani lungo il suo corpo. La mano parte in automatico contro la mia fronte con espressione sconsolata stampata in viso. «Narcisista fino al midollo.» Sorride ancor di più al mio commento. «Però non l'hai negato.» Fa su e giù con le sopracciglia più volte, provocandomi. Cerco di trattenere un sorriso che tenta di nascermi sul volto e per distrarlo gli sferro un piccolo pugno sull'addome. «Hey! Vacci piano ragazza! Mi rovini gli addominali.» Si massaggia il punto leso giusto per fare scena. Sospiro scuotendo il capo divertita e sconsolata. «In realtà intendevo che quando tutto sta andando a rotoli, arrivi tu e le cose vanno ancora peggio.» Alla mia esclamazione si porta una mano al petto fintamente offeso. «Oh, suvvia, non fare così, lo sai benissimo anche tu che sei peggio di un dito in culo.» Ridacchio sistemando alcune ciocche scure dietro le orecchie. «E tu come fai a sapere che effetto fa un dito in culo?» Mi sfida con divertimento. «Non lo so, supponevo tu lo sapessi.» Gli sorrido maliziosa, alludendo a chissà cosa solo per stare al gioco. «Preferisco infilare, non farmelo infilare.» Gli tiro uno schiaffo sulla spalla alla sua esclamazione. «Dio! Aiden! Mettiti un filtro in quella bocca! Altrimenti un tappo, così facciamo ancora prima!» esclamo completamente disgustata dalla sua schiettezza maliziosa. Si lecca le labbra divertito. «Trova tu il modo di tapparmela.» Mi provoca afferrandomi per i fianchi e tirandomi a lui. Poggio le mani sul suo petto e tento di allontanarmi dalla sua presa. «Sei abbastanza grande e grosso da riuscirci da solo.» pronuncio, finendo per far allargare ancora di più il sorrisino malizioso che lo porta ad avere un angolo della bocca più alzato rispetto all'altro. «Quindi sono grande e grosso?» Il tono con cui mi porge la domanda, mi fa capire quanto abbia frainteso le mie parole. Gonfio le guance d'aria mentre gli zigomi mi si colorano di un rosso intenso. Rilascio il respiro che ho trattenuto insieme alle parole. «Giuro che preferisco quando litighiamo.» Cerco di nascondere con le mani le guance colorite d'imbarazzo.

Aiden si mette a giocare con una ciocca dei miei capelli, divertito. «Ti ho messa in imbarazzo, riccioli d'oro?» domanda mentre sorride. Volto il viso dall'altra parte per non sentirmi costretta a incontrare i suoi occhi. «No, affatto, ti trovo solo estremamente volgare.» puntualizzo.

Mi afferra il volto con due dita, poggiando il pollice sotto il mio mento, e mi volta nella sua direzione. «Guardami negli occhi quando mi parli.» Dei forti brividi percorrono le mie braccia, la schiena, tutto il corpo. Perché ogni volta che usa quel tono, il mio corpo reagisce in questo modo? Mi lecco leggermente le labbra prima di deglutire, sentendomi leggermente a disagio. Non penso che sia normale che faccia tanto caldo.

Si accorge immediatamente dell'effetto che ha su di me e con delicatezza inizia ad accarezzarmi la guancia con le nocche della mano che prima mi reggeva il mento. «Sai, Kalea, credevo di esserti completamente indifferente.» sussurra continuando ad accarezzarmi, ma senza farsi ancora più vicino.

Mi scosto di scatto dalla sua presa, come se mi fossi appena bruciata con dei tizzoni ardenti. Aiden mi guarda confuso mentre la mia espressione si fa seria. «Non mi piacciono le situazioni in cui non si è ad armi pari.» Volto lo sguardo verso la vernice della macchina. Sento lo sguardo del moro bruciare sulla mia pelle. «Kalea, ma che stai dicendo?» Si avvicina a me, ma continuo a non voltarmi nella sua direzione.

«Signorina Diaz!» Una voce che conosco bene mi fa voltare di scatto. E ora cosa vuole quell'arpia?

Miss. Harris piomba davanti a noi e quando i suoi occhi si puntano su Aiden, sussulta. «Signorino Mcrory.» esclama incredula e con voce civettuola. La mia espressione diventa estremamente confusa; Aiden al contrario sembra piuttosto a suo agio o almeno, apparentemente. «Cosa ci fai qui?» domanda la donna avvicinandosi a lui e accarezzandogli leggermente il braccio. Spalanco gli occhi e un'espressione schifata prende possesso del mio viso. Se qualcuno mi vedesse in questo momento, sono certa che scoppierebbe a ridere. «Passavo da queste parti e ho deciso di fare un saluto a Kalea.» Quando si voltano entrambi nella mia direzione, ritorno ad avere un'espressione seria. «Conosci questa scansafatiche?!» esclama incredula la donna, indicandomi allo stesso tempo con un dito. No guarda, era vicino a me perché ama avere a che fare con delle liceali sconosciute. Che razza di domanda è?! Il tatuato annuisce alla sua domanda con fare divertito. «Allora, ti prego, tu che eri uno dei miei studenti migliori, perché non le insegni un po' di matematica?» Sembra quasi supplicarlo, mentre con fare civettuolo continua ad accarezzargli il braccio. Perché non mi sembra tanto difficile capire come mai andasse tanto bene in matematica? Penso con ironia osservando la mano della professoressa. Mi sta salendo su la cena di ieri sera.

Il moro sembra notare il mio fastidio e così si stacca da lei avvicinandosi a me, avvolgendomi poi un fianco con il braccio. «Vorrei tanto Miss. Harris, ma questa ragazza è più cocciuta di un mulo e non vuole mai l'aiuto di nessuno.» La donna osserva il braccio di Aiden che mi circonda. «State insieme?» domanda con un sorriso tirato. «Si.» esclama il ragazzo al mio fianco. Mi volto di scatto verso di lui. «No.» controbatto subito, infastidita. «C'è stato qualcosa, ma non lo vuole ammettere.» Sorride fintamente mentre mi dà un pizzicotto sul fianco. Capisco che mi sta chiedendo di stare al gioco e così fingo un sorriso tirato. «Diciamo che è complicato.» Sento quasi le guance farmi male a causa del sorriso finto che sto facendo.

Miss. Harris ci guarda con stizza e poi ci saluta, andandosene; ma prima di andare via del tutto, decide d'infierire ancor di più sul mio umore. «Ah sì, signorina Diaz, non gliel'ho detto in classe per non farle fare brutta figura, ma all'interrogazione ha preso una "F".» Mi sorride malignamente prima di defilarsi.

Mi premo le mani sul viso per trattenere un urlo di frustrazione. «Tutto ok?» domanda il tatuato ponendosi di fronte a me. Sposto le mani per poterlo guardare e così mi ritrovo a spalancare le braccia. «No! Non è tutto ok! A causa di tutti i "lavori" che mi dai da fare ho sempre meno tempo per studiare! Più mi sembra di riuscire a recuperare e più quella professoressa non fa altro che buttarmi giù la media. Sophia inizia a insospettirsi per le mie continue uscite frequenti e ormai ho quasi finito le scuse da usare con lei. Sai cosa succederà quando scoprirà di quest'ennesima "F"?! Mi chiuderà in casa! Come minimo fino a che non recupererò!» Mi passo le mani nei capelli con foga, iniziando a girare in tondo mentre parlo, come se fosse una sorta di antistress. Dopo poco ritorno alla carica, continuando a mantenere lo sguardo sull'asfalto. «Per non parlare di coloro che credevo essere miei amici in Colombia! Non si fanno sentire dall'estate...e siamo a fine inverno cazzo! Ho provato a contattarli in ogni modo possibile, ma sembrano spariti dalla faccia della terra, anche se non è così! Continuano a mettere storie sui social, postare foto, andare avanti con la loro vita, ma avendomi tagliata completamente fuori! Vogliamo parlare di Sophia? Da quando c'è Cage è come se io non esistessi più, ogni giorno è a casa nostra, ogni domenica mangia a tavola con noi, ogni briciolo di tempo libero che lei ha, lo passa con lui!»

Due braccia muscolose mi afferrano di colpo. Aiden mi stringe in un forte abbraccio, facendomi poggiare lentamente la testa sul suo petto. Per qualche secondo rimango con gli occhi e la bocca spalancati, ma successivamente decido di concedermi di lasciarmi andare. Serro la bocca e chiudo gli occhi concentrandomi sul respiro del ragazzo. «Respira.» pronuncia accarezzandomi leggermente il capo, stranamente senza rimanere impigliato nemmeno una volta nei miei capelli ricci e disordinati.

Inspiro avidamente il suo profumo che sa di colonia maschile e di orchidee. Al sentire l'odore di quella fragranza tanto maschile e allo stesso tempo delicata, mille brividi percorrono il mio corpo. Perché ogni volta il mio corpo reagisce così al suo tocco o a lui in generale? Aiden continua ad accarezzarmi delicatamente i capelli.

Mi scosto leggermente da lui per poterlo guardare negli occhi. Azzurro oceano contro verde foresta. «Perché l'hai fatto?» domando in un soffio, come se sussurrare fosse già troppo. Non mi risponde e per un momento penso che non mi abbia sentita. Apro la bocca per cercare di pronunciare la cosa con un tono un po' più alto, ma il suo dito si posa sulle mie labbra zittendomi. «Non serve che lo ripeti, ti ho capita.» Solleva un angolo della bocca in quello che sembrerebbe essere un piccolo sorriso, ma i suoi occhi sono tremendamente seri e ipnotici che quasi mi ci perdo dentro. «L'ho fatto perché credo che capire ciò di cui l'altra persona ha bisogno a gesti, sia molto più importante di riempirle la testa con chissà quante frasi auto motivazionali che alla fine ti lascerebbero solo con l'amaro in bocca.» Le sue parole mi colpiscono nel profondo e, non sapendo che dire, mi ritrovo ad appoggiare nuovamente la testa sul suo petto in un silenzio di gratitudine. 


Angolo autrice

Salve a tutti! Come va? Spero tutto bene.

Eccomi qui con un nuovo capitolo! Questa volta è letteralmente un mix di emozioni, una sorta di montagne russe. Devo confessare che la parte che ho preferito scrivere è stata proprio l'ultima, quel senso di tranquillità, di conforto; nella mia testa è come se mi fossi immaginata tutta quella scena in slow motion e con sotto la musica di un violino. ( In particolare ho ascoltato una canzone su youtube: Train wreck, fatta al violino da Joel Sunny. Vi consiglio caldamente di rileggere la scena mettendo di sottofondo questa canzone, avrà un effetto completamente diverso.)

Auguro a tutti un bel weekend e vi anticipo già che non so se domani pubblicherò, d'altronde è domenica per tutti.

Un saluto, Secretwriter 🌺

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una storia sulla ship migliore di questa edizione, sarah x liljolie. non credo abbia bisogno di una descrizione, le conoscete fin troppo bene