61. Sebastian (parte 2)

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Cari lettori e lettrici, come si dice? Chi non muore si rivede, perciò, eccomi qui. Non vi ruberò altro tempo prima della lettura del capitolo(dei capitoli a dire il vero), penso che di scuse ne abbiate sentite fin troppe, così come discorsi di ritorni ipotetici. No, non so quando saranno i prossimi capitoli, quindi per favore non assillatemi con migliaia di messaggi con scritto "aggiorna", sono umana anche io, non sono una macchina sforna capitoli. Fatta questa premessa, preparatevi ad un nuovo mondo di Need to love, le cose stanno cambiando... Buona lettura. 

Certe volte la vita non è quella che ci aspettiamo, ci sorprende con eventi di cui non abbiamo il più assoluto controllo e non possiamo fare altro che accettare ciò che ci accade, perché combattere non avrebbe alcun minimo senso, e fare finta di niente peggiorerebbe unicamente le cose. Questo è uno di quei momenti.

Le sue labbra sono calde e morbide come mai sentite prima, il suo fiato si infrange contro il mio ad un ritmo incessante e a tratti insostenibile. Le nostre lingue si sfiorano come se prima di quel momento non avessero fatto altro che cercarsi per tutta la vita. Le sue mani mi stringono dalla vita facendomi sentire in un modo in cui non mi ero mai sentita prima. Il mio stomaco si ingarbuglia su sé stesso quando con le dita finisce per sfiorarmi quella parte di schiena resa nuda dalla lunga scollatura posteriore del vestito. Un lieve sussulto scuote il mio corpo lasciandogli intuire l'enorme effetto che le sue mani hanno su di me, sulla mia pelle, sul mio cervello e sul mio cuore. Mi stacco dal bacio giusto il tempo di prendere fiato prima di rigettargli le braccia al collo e tirarlo a me con una certa aggressività che non credevo mi appartenesse. Prima però che le nostre labbra si sfiorino di nuovo, Aiden coglie l'occasione per fissarmi negli occhi con un'intensità tale da farmi tremare le ginocchia. «Sei la cosa più bella su cui i miei occhi si siano mai posati.» Avverto il mio respiro accelerato infrangersi sulle sue labbra nel mentre che lo ascolto parlare. Un sorriso nasce spontaneo sul mio viso, simboleggiando tutte quelle parole che non sono in grado di dire. Mi armo di una sicurezza che non ero conscia di avere e gli sorrido maggiormente affermando: «Avevi forse qualche dubbio?» Il ragazzo mi scruta scuotendo il capo e sorridendo come mai gli avevo visto fare prima d'ora. «La tua bocca è più forte di tutte le insicurezze che i tuoi occhi cercano di nascondere.» Deglutisco leggermente, cercando di far finta che non abbia detto ciò che ho appena sentito, tentando allo stesso tempo di non far svanire la felicità che aveva appena preso forma sul mio viso. Volgo lo sguardo in direzione dell'acqua, soffermandomi ad osservare il riflesso della luna sul fondale sabbioso che, a sua volta, si disperde nell'acqua cristallina creando diversi giochi di luci. «Ho forse detto qualcosa che non va?» domanda Aiden facendomi sollevare il viso con due dita sotto al mento. Sospiro piano. «Quelle che cerco di nascondere non sono insicurezze, bensì veri e propri demoni del passato.» Mi mordo il labbro inferiore in maniera ripetuta, non riuscendo a nascondere del tutto il mio nervosismo a sentirmi parlare di me stessa in questo modo. «Perché questo ti rende nervosa?» chiede con prudenza, sottraendo con il pollice il mio labbro da sotto le grinfie dei miei stessi denti. Lascio che accarezzi la carne morbida del mio volto nella speranza di non dovergli rispondere nel giro di poco. «Pensi che non sarei in grado di trattare le tue fragilità come meritano?» Fisso le mie iridi colme di lacrime nelle sue. «Non lo penso. Ne sono certa.» Stringo i denti cercando di reprimere il senso d'inquietudine che mi opprime il petto sempre più a fondo. «Che donna di poca fede.» Mi stuzzica rivolgendomi un sorriso radioso, un gesto che mai mi sarei aspettata in una situazione simile, oltremodo da parte sua. Pensavo che si sarebbe allontanato, esattamente come ha fatto tutte le altre volte. Lo guardo negli occhi e non posso fare a meno di sorridergli a mia volta. Che questa volta stia dicendo la verità?

Mi pizzica i fianchi e io gli schiaffeggio le mani per cercare di farlo smettere. «Hai finito di darmi fastidio?!» chiedo nel mentre che tento di salire le scale per raggiungere la sua stanza all'interno del quartier generale degli Scorpions. Con il dito mi fa segno di fare silenzio per non farci sentire da tutti coloro che stanno già dormendo nelle varie stanze. Roteo gli occhi al cielo e inizio a fare gli scalini a due a due per non essere raggiunta dalle sue dita febbricitanti di farmi il solletico e di infastidirmi in ogni modo possibile. Giunti nella sua stanza si appresta immediatamente ad aprire l'armadio, tirando fuori dei vestiti asciutti per me. Gli faccio una linguaccia prima di chiudermi in bagno per farmi una doccia e lavarmi via l'acqua salata del mare dalla pelle. Giro la manopola per far uscire il getto caldo nel mentre che inizio a spogliarmi. Una volta rimasta solo con le mutandine mi accingo a sfilare anche quelle, ma Aiden fa improvvisamente irruzione all'interno del bagno, costringendomi a rifugiarmi nel box doccia, voltata di spalla, in modo tale da non mostrargli le forme attualmente scoperte dai vestiti. «Aiden! Esci immediatamente dal bagno! Sono nuda!» urlo cercando di sovrastare lo scroscio dell'acqua. Percepisco la sua risata nonostante il rumore. «Un motivo in più per restare, non credi?» afferma prima di sentirgli fare un fischio d'apprezzamento. «Bel culetto Mamacita!» Avvampo di colpo arrabbiata e imbarazzata per il suo sguardo su di me. «Aiden se non esci immediatamente dal bagno giuro che ti faccio la doccia!» Non sono in grado di vedere il suo volto, ma lo percepisco perfettamente mentre sorride e tenta di trattenersi dal ridacchiare come suo solito. «Questo come dovrebbe dispiacermi esattamente? Mi ritroverei le tue mani addosso...» Roteo gli occhi al cielo dopo la sua ennesima battuta maliziosa. «L'hai voluto tu...» sussurro a bassa voce prima di girare la manopola dell'acqua sul getto freddo. Coprendomi il seno con un braccio mi accingo ad afferrare il doccino della doccia con l'altro, questo solo per potermi voltare e puntare l'oggetto nella sua direzione, bagnandolo dalla testa ai piedi e allagando di schizzi metà del bagno stesso. «Porca puttana! Kalea!» esclama gettandosi verso di me nel tentativo di fermarmi; in risposta punto il getto d'acqua in direzione del suo viso non lasciandolo nemmeno parlare. Con una mano mi afferra alla base del collo spingendomi contro le mattonelle della doccia e con l'altra mi sfila il doccino dalle mani riposizionandolo nel suo spazio di stallo. Tento di spostarmi per non essere travolta dal getto gelido, ma la presa di Aiden non me lo permette e così, quando l'acqua entra abbondantemente in contatto con la mia pelle inizio ad ansimare per il freddo. Il ragazzo si protende ancora di più nella mia direzione, sfiorando con il suo corpo caldo il mio, creando così sulla mia pelle due temperatura contrastanti e allo stesso tempo piacevoli. «Sentiti mentre ansimi - le sue labbra sfiorano la zona posta poco sotto il mio orecchio - ed è solo un po' d'acqua, pensa a cosa sarei in grado di farti io.» Lo fisso intensamente negli occhi, ma senza riservargli una vera risposta. Non appena i miei denti iniziano a battere per il freddo, si accinge a girare la manopola riportandola sul lato caldo, facendomi tirare un piccolo e impercettibile sospiro di sollievo. Nella confusione del momento non mi accorgo di aver mosso le mie braccia dalla loro posizione iniziale e, quando avverto lo sguardo di Aiden divorarmi, non posso fare a meno di avvampare d'imbarazzo; in un gesto fulminio gli assesto uno schiaffo piuttosto sonoro sul volto, facendogli riportare l'attenzione sul mio viso. Notando il mio sguardo estremamente serio solleva entrambe le mani in segno di resa e, dopo avermi riservato un'ultima occhiata maliziosa con la coda dell'occhio, esce dalla doccia e si dirige in camera sua lasciandomi da sola nel bagno lussuoso.

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