36. Scoperte

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Zack mi guarda per un'ultima volta e poi torna a concentrarsi definitivamente sul computer. Io continuo a fissare il muro davanti a me pensando a come agire in tutta questa situazione che si è venuta a creare. Questa volta non posso permettermi di essere impulsiva, allo stesso tempo però non posso restarmene qui con le mani in mano; Eris però non voleva che io reagissi così. Mi sento combattuta internamente e, per cercare di allentare la tensione, mi sfogo sulle mie stesse mani.

La voce di Zack mi riporta alla realtà. «Io ho finito. Ho editato il filmato in modo tale che le sue parti intime siano censurate, ma non abbastanza in modo tale da far capire ciò che sta facendo. Sei sicura di quello che vuoi fare?» Lo guardo con i miei occhi impassibile e senza alcuna emozione, Zack sembra diventare ancora più sorpreso dal mio comportamento. «Sicura al cento per cento.» Sospira e mi indica il tasto invio con un dito. «Ti basta schiacciare quel pulsante e il video sarà immediatamente in rete su tutte le piattaforme più importanti e influenti. Puoi star tranquilla che non risaliranno mai a noi, le forme di sicurezza dei nostri profili sono inviolabili, altrimenti come credi che Aiden protegga i suoi affari?» Il suo tentativo di scherzare con me fallisce miseramente. Senza nemmeno lasciarlo finire di parlare schiaccio il piccolo tasto. Mi guarda con gli occhi spalancati. «Ci hai almeno pensato bene?» Mi lecco le labbra con aria strafottente. «Se non avessi voluto farlo, non sarei venuta qui fin dall'inizio.» Mi studia leggermente e lo vedo arricciare le labbra in segno di disappunto. «Mi chiedo ancora come mai tu abbia deciso di chiedere proprio il mio aiuto.» Si strofina i palmi delle mani sul tessuto dei jeans con nervosismo. Roteo gli occhi al cielo. «Non dovrei darti nessuna spiegazione, ma lo farò comunque. A scuola ti guardavo e, ogni volta che avevi un po' di tempo libero, prendevi in mano il computer e iniziavi a ingegnarti cercando di fare chissà cosa. Un giorno mi sono avvicinata e ho visto che stavi cercando di hackerare l'algoritmo di non so quale applicazione per farle svolgere delle funzioni in più.» Mi guarda stupito. «Non guardarmi con quella faccia, ti consideravo una bella persona e anche interessante prima che facessi tutto ciò che hai fatto.» Abbassa lo sguardo con imbarazzo mentre io riprendo a parlare. «In più, come ho già detto all'inizio, non voglio passare una vita intera ad avercela con te, ma allo stesso tempo capisci che non posso perdonarti sulla fiducia, visto che io, fiducia in te, non ne ho. Volendo però ci si può provare ad avere una sorta di rapporto "amichevole".» Faccio le virgolette con le dita alla parola amichevole e non riesco a nascondere una piccola smorfia d'incertezza. Mi rivolge un sorriso a trentadue denti e si allunga nella mia direzione come se volesse abbracciarmi. Mi alzo di scatto dal divano e afferro le mie cose. «Penso proprio di dover andare adesso.» Le sue guance sono arrossate per l'imbarazzo e si gratta il retro della nuca mentre annuisce nella mia direzione. «Ci si vede.» Saluta mentre io gli rivolgo un semplice cenno del capo in risposta.

***

«Ma che cazzo!» Mi ritrovo a sorridere all'espressione colorita di Aiden. «Se fossi in te non mi muoverei.» Solo in quel momento il ragazzo sembra accorgersi della mia presenza nella sua stanza. Con indifferenza rimango appoggiata con una spalla allo stipite della porta. Incrocio le braccia al petto e lo guardo con soddisfazione e aria di sfida. «Mi spieghi cos'è questa roba?!» Indica ciò che lo circonda. Metto su un piccolo broncio con finta aria sorpresa. «Cavolo, pensavo che gli animali ti piacessero.» Il mio tono tagliente gli permette di capire a cosa io mi stia riferendo mentre il suo sguardo è fisso sugli scorpioni che gli riempiono il letto e il serpente posizionato non troppo distante sul suo cuscino. «Tu sei fottutamente pazza!» Sorrido malefica al suo nervosismo. «Potrebbe essere, ma penso che sia più coglione tu a continuare a mettere a dura prova la mia pazienza.» Lo guardo dritto negli occhi con arroganza. Fa per muoversi nel letto ma il serpente inizia a strisciare verso di lui. «Ti conviene stare fermo, quel serpente ha un'indole piuttosto aggressiva e se lo provochi e ti morde, muori. Il suo veleno è piuttosto potente.» Il moro spalanca gli occhi e mi guarda sconvolto. «Stai seriamente mettendo a rischio la mia vita per qualche stupido giochetto?!» Tenta di non alzare la voce nella mia direzione per non attizzare la creatura strisciante. Serro i denti assumendo un'espressione dura e infastidita. «Pensi che io stia giocando Aiden? Quante volte dovrò ripeterti di non sottovalutarmi?» Mi avvicino di un passo, ma rimanendo comunque lontana dalla sua portata. «O stai giocando con me e sei fottutamente pazza o, sei fottutamente pazza e basta!» Mi guarda con l'ira negli occhi e i muscoli tesi. Gli scoppio a ridere in faccia, consapevole d'infastidirlo ancora di più. «Non sono pazza, mi sono solo stancata di te e dei tuoi modi, Aiden. Cos'è, hai capito che su di me le tue punizioni del cazzo non hanno effetto e quindi hai deciso di sfogarti sugli altri? Savannah non meritava di essere umiliata così, per non parlare di Eris, diamine! Non so che rapporto ci sia tra voi due, ma sono certa che non è lo stesso che hai con tutti gli altri, dunque, perché ferirla in quel modo?» Aiden sorride e scuote la testa alle mie parole. «A te cosa te ne frega? Tu non volevi nemmeno far parte degli Scorpions, quindi ora perché ti impicci dei loro affari con così tanta foga?» Lo guardo a bocca aperta. «Perché a differenza tua, stronzo di merda, io un cuore che l'ho! Io mi affeziono alle persone!» Solo quando mi guarda con un sorrisetto soddisfatto capisco di avergli appena dato ciò che voleva. Mi mordo il labbro scuotendo il capo e sorridendo rammaricata. Sollevo lo sguardo su di lui. «Tu volevi che io lo ammettessi ad alta voce per essere sicuro che questo fosse il mio punto debole.» Mi guarda con soddisfazione, ma senza rispondere. Faccio schioccare la lingua sul palato. «Ma certo, tu sei il grandissimo Aiden, capo degli Scorpions e mente stratega.» Lo derido per sfogare la frustrazione che mi sta facendo provare in questo momento con il suo sguardo. Forse sarei troppo cattiva ad augurare che quel serpente lo morda e ponga fine alla sua vita. Si lecca le labbra con fare divertito. «Kalea, tu non hai scampo con me, puoi continuare a fare la dura quanto vuoi, ma ormai ho scoperto il tuo punto debole.» La sua noncuranza non fa che aumentare il fastidio che è in me. Se lo ripete ancora una volta, giuro che faccio in modo che ogni singolo scorpione in quel letto lo punga, anche se non sono velenosi, ma giusto per farlo soffrire un po'. «Solo perché conosci il mio punto debole, non vuol dire che tu sappia come sfruttare questa informazione.» Non demordo e, notandolo, inizia a guardarmi infastidito. «Non capisci proprio mai quando è il momento di arrenderti, eh?» Mi provoca mentre mi deride. «Forse perché non è questo il momento di arrendermi.» Si sorprende alla mia esclamazione. Fa per raggiungermi ma gli scorpioni gli vanno incontro e lui si blocca sul posto.

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