Capitolo 38

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Hope
<Adesso vogliamo sapere tutto>, afferma Sky appena entro in camera.
<Ma buongiorno anche a voi>, dico ironica chiudendo la porta alle mie spalle e guardando i loro volti pieni di curiosità.
<Si si, mettiamo da parte i convenevoli e andiamo al sodo>, mormora Lola sbrigativa agitando le mani.
<Non vi dirò nulla di quello che è successo>, ribatto sedendomi sul letto.
<Cosa?>, chiede Sky scioccata.
<Abbiamo aspettato che tu venissi per parlarne>, la affianca l'altra con entusiasmo.
<Non vi dirò nulla, sono cose...sono cose nostre>, ripeto provando un po' di gelosia nel raccontare la nottata. Sono cose nostre e voglio tenerle tali.
<Sei scorretta però>, mugugna Lola.
<Sono solo gelosa delle mie cose>, controbatto alzando le spalle e passando le mani tra i capelli per eliminare eventuali nodi.
<Quindi qualcosa è successo sicuramente>, afferma Sky da perfetta investigatrice.
<Scendiamo a fare colazione adesso>, dico infilando le scarpe e alzandomi dal letto.
<Tu piuttosto...com'è andata con Andrew?>, domando aprendo la porta e aspetto che le due ragazze escano.
<Con ieri sera abbiamo recuperato il rapporto di prima, sono così felice Hope>, risponde abbracciandomi.
<Sono contenta per te, te lo meriti>, le sussurro continuando a stringerla.
<Ma comunque tra me ed Hayden non è successo quello che pensate>, dico camminando verso l'ascensore.
<Lo sapevo io, lo sapevo>, mormora Sky sottovoce.
<L'importante è che sia stata una bella serata>, afferma Lola schiacciando il pulsante sul muro.
<È stata magnifica, il brutto è stato andare via>, spiego mentre le porte dell'ascensore si aprono e noi entriamo dentro.
<Ed il film? Era bello?>, chiedo poggiandomi ad una delle pareti mentre ci muoviamo verso il basso.
<Super bello Hope, stranamente nessuno si è lamentato>, dice Sky ridendo.
<Concordo, è stato il più bel film che abbiamo visto>, concorda l'altra.
Le porte si aprono nuovamente e noi ci incamminiamo verso la mensa. Non so se i ragazzi siano già lì o se ci raggiungeranno, ma so solo che non vedo l'ora di vedere Hayden.
Poco prima di entrare in mensa, il telefono nella tasca della  giacca in pelle vibra.

"Posso chiamarti adesso?".
È di nuovo Brian.
Mi sta facendo solo preoccupare con tutto questo mistero.

Senza rispondere al suo messaggio, lo chiamo e faccio segno a Sky che arrivo tra cinque minuti.
Vado verso la porta che mi conduce sul retro e la apro, chiudendola subito dopo alle mie spalle.
<Hope>, risponde dopo solo due squilli e ciò vuol dire che è una cosa importante.
<È tutto ok? Che succede?>, domando subito mentre con il piede passo delicatamente sull'erba bassa e verde ricoperta da un leggero strato di acqua.
<Non è tutto ok, Hope...niente è apposto>, risponde lui frustato come se stesse per impazzire.
<Spiegami, sono qui>, dico poggiandomi al muro in attesa di una spiegazione.
<Mi ha chiamato nostro padre>, afferma ed io alzo subito gli occhi al cielo. È sempre stato un argomento difficile di cui parlare, e lo è ancora adesso che siamo cresciuti.
<Cosa vuole? Hai risposto?>, chiedo subito passandomi una mano sul viso sbuffando.
<Ho risposto, è pur sempre il mio capo e...e non voglio perdere il lavoro che mi piace...>, mormora quasi come se questa fosse una colpa.
<Lo so, scusa...era una questione di lavoro?>, insisto dondolandomi sui talloni.
<No, mi ha chiamato per dirmi che sua...la sua nuova moglie ha organizzato una cena e ci ha invitati...cioè ha invitato me dato che tu non puoi...>, mi spiega arrivando dritto al punto e a me si ferma l'aria nei polmoni.
È la prima volta da quando se n'è andato che vuole vederci o che ci invita nella sua nuova vita. Non era mai successo. Non si era nemmeno azzardato a dirci dove abita.
<Hope...ci sei?>, la voce di Brian mi sprona a tornare sulla Terra e riprendo a respirare.
<Si si, ci sono...sono qui>, mormoro non sapendo cosa dire.
<Cosa faccio? Io non voglio andare lì e sentirmi sbattere la sua felicità in faccia, non voglio andare in casa di un uomo che non ci ha più cercati>, mugugna con la voce piena di rabbia e di tristezza.
<Lo so...ti ha spiegato perché ci sarà questa cena?>, domando non capendone il motivo.
Perché volerci vedere adesso?
Cosa succede?
<No, mi ha detto solo che sarebbe felice se noi...io cioè...se io andassi>, risponde con un po' di incertezza. So quanto possa essere difficile per lui.
<Lui sarebbe felice? Questa mi è nuova>, ribatto ironica sorridendo appena.
<Secondo te dovrei andare? Poi se dovesse dire qualcosa di troppo io non riuscirei a controllarmi>, ammette sbuffando.
<Quando sarà questa splendida serata?>, domando ridendo.
<Sabato prossimo>, risponde iniziando a ridere anche lui.
<Devi fare solo quello che ti senti...io non ti giudico, su nessuna decisione che prenderai al riguardo>, lo rassicuro volendo essere da lui solo per abbracciarlo.
<Posso anche andarmene poi, vero? Se la cosa non mi piace>, dice pensieroso.
<Si certo, tuo padre capirà>, mormoro posando una mano sulla maniglia della porta pronta ad entrare dentro.
<È anche tuo padre>, ribatte subito lui.
<Adesso devo andare, ti voglio bene Brian>.
<Ti voglio bene anche io Sirenetta>, dice prima di chiudere la chiamata.
Buone notizie di prima mattina.
Non so se sia una bene o un male che io sia qui dentro, non so cosa avrei deciso di fare se fossi stata fuori e se avessi avuto possibilità di scelta.

Freie Seelen Where stories live. Discover now