Capitolo 35

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Hayden
<Sicuro di volerlo fare?>, mi domanda Hope seduta vicino a me davanti ad una decina di persone e a Kimberly che mi guarda con soddisfazione.
<Sono pronto Hope>, rispondo stringendole la mano e sorridendole.
Dopo che Hope si è sfogata completamente con me, dopo che mi ha fatto vedere e capire che quando parli liberamente di te stesso, che quando liberi quella parte oscura e negativa della tua vita...allora forse puoi vivere più serenamente, ed io non voglio perdermela.
Non voglio restare chiuso in questa gabbia per sempre, voglio vivere la mia vita al di fuori, voglio realizzare i miei sogni e voglio iniziare al più presto.
Voglio essere una persona che guardandosi indietro, guardando dietro la propria vita, non veda solo quello che lo ha cambiato, non voglio che veda solo quello che è andato male; voglio vedere anche quello che mi ha aiutato a rialzarmi, voglio anche vedere le cose positive.
<Quando vuoi Hayden>, mi dice Kimberly ed io annuisco convinto.
È la prima volta che parlerò davanti a tutti, davanti a persone che non conosco o almeno conosco solo di vista. Tra queste ci sono Peter...e Jasmine.
<Ciao, mi chiamo Hayden e ho...ho tentato il suicidio>.
A queste parole Hope sussulta sulla sedia e stringe ancora di più la mia mano. Non le avevo raccontato ancora nulla, non l'avevo fatto non perché non volessi ma perché so com'è fatta e non volevo che si prendesse in carico anche la mia tristezza.
<I miei genitori sono morti in un incendio, semplicemente così...non c'è voluto tanto affinché tutto quello che avevo mi fosse portato via, non c'è voluto davvero niente...pochi minuti e la mia casa era invasa da vigili del fuoco con maschere antigas...io e il mio migliore amico che saltavamo dalla finestra per scappare e la mia famiglia ancora dentro che...che mi lasciava...>.
Continuo a tenere lo sguardo alto in un punto indefinito della stanza, non vedo nessuno se non le scene delle quali sto parlando. Come se fossi il narratore della mia storia ed i protagonisti...beh, quelli ormai non ci sono più.
<Mi si è aperto il cuore in due pezzi, mi si è...non so perché la vita ha voluto farmi vedere fin quando posso essere forte, non so perché abbia scelto proprio me. Avevo l'affetto che non mi era mai mancato, non posso dire di aver avuto un'infanzia difficile...loro c'erano sempre stati. E forse, forse quello era troppo>.
Hope porta la mia mano sulle sue gambe e continua ad accarezzarla, formando piccoli cerchi e a me fanno tranquillizzare. Non mi fanno diventare matto.
<Non sono stato forte abbastanza nelle settimane successive, non sono stato capace di affrontare un dolore che mi stava e a volte anche adesso mi logora. Non ero forte, ero arrivato praticamente ad essere lo specchio di quello che avrei voluto essere. Pensavo di non poter vivere senza di loro, che fossi perduto, che non avessi più nulla per cui lottare, che la vita finisce quando finisci tu...ma non è così>, continuo a parlare come se queste parole non fossero pronunciate da me.
Come se non fossi io.
Scuoto la testa chiudendo per un attimo gli occhi e quasi torno alla realtà; torno in questa stanza e guardo le facce di tutti i ragazzi che mi guardano con attenzione. Trovo gli occhi di Peter che ha lo sguardo fiero e trovo accanto a me la presenza di Hope. E questo mi basta.
<Ho toccato il fondo...lo ammetto di non essere stato forte, ho assunto farmaci nel tentativo di farla finita...e sono stato un coglione...ho fatto un errore imperdonabile...ma la stessa vita che mi ha tolto tutto, mi ha dato una seconda possibilità e...e chi sono io per sprecarla e gettarla al vento senza nemmeno tentare? Mi metterò in gioco e adesso penso...penso di essere più forte, in grado di poter affrontare il mio dolore e farlo diventare qualcosa di bello...le persone possono anche sparire dalla nostra vita ma quando un ricordo è bello, allora rimane>, concludo guardando Kimberly che annuisce fiera di me. Mi guarda con gli occhi di chi sa che il suo lavoro non è per nulla perduto e poi guardo la ragazza di fianco a me che anche se non lo sa...ha fatto tutto lei.
<È il viaggio dentro se stessi più stimolante che abbia mai sentito>, afferma Kimberly alzandosi e camminando verso di me.
Mi alzo e lei mi accoglie nelle sue braccia da donna.
<Sono fiera di te, sapevo che ce l'avresti fatta prima di quanto tu pensassi>, mi sussurra dondolandomi leggermente.
<Grazie>, rispondo allontanandomi da lei.
<Anche per oggi abbiamo finito ragazzi, grazie a tutti e godetevi questa giornata...sono fiera di tutti voi>, dice la donna prima di salutarci e tornare a lavorare con altri ragazzi.
<Sei stato grande amico>, afferma Peter dandomi una pacca sulla spalla.
<Cazzo se sto bene adesso>, mormoro sorpreso.
<Complimenti caro Hayden, molto emozionante>.
Mi volto verso l'entrata e la figura di Will cammina verso di me.
<Eri qui?>, domando sorpreso.
<Ti pare che mi perdevo il momento del secolo?>, chiede ironico ed io sorrido.
<È merito tuo>, affermo afferrando la mano che lui mi tende.
<Solo merito tuo, passa da me quando vuoi>, mi ricorda ed io annuisco.
Parlare con lui tutti quei giorni non hanno fatto altro che pensare di dover andare avanti e non sprecare nemmeno un giorno in questa vita.
Ed io lo voglio fare.
Non sprecherò nemmeno un giorno.
<Andiamo a pranzo?>, chiede Peter poggiando una mano sulla pancia facendoci capire che ha fame.
Guardo l'orologio ed è quasi mezzogiorno e mezza.
<Voglio sapere come procede con Hope>, sussurra Will ed io sorrido annuendo.
<Ciao ragazzi>, ci saluta e va via.

Freie Seelen Where stories live. Discover now