Capitolo 53

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Hope
<Mamma voglio stare con te>, si lamenta Sophie mentre in auto viaggiamo per raggiungere l'azienda.
Oggi è una giornata molto importante per me; devo incontrare alcuni editori e firmare alcuni contratti per permettere al mio libro di essere pubblicato anche in altre lingue.
E poi, oggi è disponibile anche in tutte le librerie...mi sembra un sogno.
So che ormai è il quinto libro che pubblico, ma per me è come se fosse sempre la prima volta. È sempre così, per tutte le cose.
<Sophie lo vorrei anche io, ma non starò nel mio ufficio per molto...sarò per la maggior parte del tempo in sala riunioni>, le spiego dispiaciuta.
La guardo dallo specchietto retrovisore e la vedo guardare fuori dal finestrino con lo sguardo un po' triste e allo stesso tempo arrabbiato.
So quanto possa essere dura avere un genitore non proprio presente. O almeno, non presente al 100%.
<Facciamo un compromesso>, mormoro attirando subito la sua attenzione.
<Si mamma>, risponde sorridendo.
<Allora...verrai con me in ufficio finché non mi chiamano per le riunioni e poi vai da Lola o Sky>, le dico mantenendo lo sguardo sulla strada che oggi è davvero gremita di macchine.
Un incubo.
Sono solo le sette e mezza di mattina.
<Va bene>, afferma contenta ed io sorrido nel vederla felice con così poco.
Non è mai stata una bambina che mi chiede l'impossibile, una bambina attaccata alle cose materiali e a tutti quei capricci a cui si legano i bambini di oggi.
Non chiede ogni giorno un giocattolo nuovo o un modello di scarpe visto in tv...non piange quando le dico di no su una questione.
Credo che non bisogna viziare i propri bambini, per farli felici non basta dare loro l'ultimo modello di un gioco. Alla fine vorranno sempre qualcosa che poi non siamo nemmeno in grado di dargli.

<Arrivate>, mormoro parcheggiando e spegnendo il motore.
<Fai piano quando scendi>, la avverto vedendola già togliere la cintura e gattonare sul sedile per raggiungere la portiera opposta alla sua.
<Mamma sono grande>, brontola aprendo la portiera e solo quando è ben aperta e ferma scende decisa con un salto.
<So che sei grande, ma devi stare sempre attenta>, spiego prendendo la borsa dal sedile del passeggero e poi scendo anche io chiudendo la macchina.
<Anche tu stai attenta?>, mi domanda la piccola afferrandomi la mano mentre ci dirigiamo verso l'ingresso.
<Sempre tesoro>, rispondo lanciando uno sguardo ad una Jeep nera lucida ferma davanti l'ingresso, quasi a bloccare l'entrata.
La nasconde.
<Questa sera guardiamo Frozen?>, chiede facendo ondeggiare la gonna in tulle celeste che ha voluto indossare oggi.
Non sono riuscita a farle cambiare idea.
<Con un po' di gelato?>, continuo a mia volta e lei alza lo sguardo verso di me sorridendo.
<Si, al cioccolato>, risponde già con l'acquolina in bocca.
<Perfetto allora, è deciso>, affermo percorrendo la reception e andando verso l'ascensore.
Oggi pare che siano tutti in fibrillazione, e lo sono anche io.
<Oggi ho visto sull'erba una coccinella>, mormora Sophie camminando in cerchio nell'ascensore.
<Ah si? Sai che portano fortuna?>, le dico e lei inizia a saltare.
<Allora oggi è il mio giorno fortunato>, ride e le porte si aprono.

<Hope, c'è qualcuno che ti aspetta in ufficio>.
Lola esce dal mio ufficio e mi guarda preoccupata, quasi sbiancata. Un cadavere.
<Ciao zia Lola>, la saluta la piccola correndole incontro.
<Ciao tesoro>, ricambia e le dà un bacio sulla guancia.
<Chi c'è dentro?>, le domando arrivandole a qualche metro di distanza.
<Entra e vedi...vuoi venire con me?>, chiede poi a Sophie quasi come se non volesse che venisse con me in ufficio.
Che succede?
<No, voglio stare con la mamma>, brontola lei agitando le mani in segno di negazione.
<Ti porto a prendere una ciambella con la cioccolata>, insiste la donna sapendo perfettamente che non rifiuterebbe mai un'offerta del genere.
<Arrivo subito mamma, tu vai lì>, mi spiega prendendo Lola per mano e salutandomi.
Ma guarda tu che ruffiana che è mia figlia.
<Dammi un bacino almeno>, mi lamento ridendo.
Si avvicina e mi abbraccia forte, come sa fare lei.
<Mangiane solo una>, la avverto sapendo quanto sia golosa.
<Promesso>, mugugna già con un piede in ascensore.

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