27. Tutto al proprio posto

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                       KIMBERLY

Non vedo Steven da una settimana e la situazione inizia a pesarmi. Veramente tanto.

Quando sono uscita dall'ospedale, dopo aver fatto tutti i dovuti accertamenti del caso, mio fratello ha insistito perché tornassi a casa con lui.

Voleva essere sicuro che tutta l'operazione fosse andata a buon fine, prima di consentirmi di vedere Steven.

Ha chiamato Alan e gli ha chiesto un resoconto. Quando ha saputo che il senatore ha ingaggiato un mercenario per uccidere Steven, ha iniziato ad agitarsi.

Steven è stato inserito in un programma di protezione almeno fino a quando il suo attentatore non sarà trovato.

Nessuno sa dove sia. L'unica consolazione per me è sapere che sia al sicuro.

D'altro canto, io sto cercando di riprendere in mano la mia vita. Voglio, in qualche modo chiudere, la mia parentesi americana.

Sto pensando ad un trasferimento. O comunque ad un viaggio. Questa città mi sta troppo stretta. È pur vero che New York mi ha consentito di ritrovare Travis, ma sento che non è il mio posto nel mondo.

Vorrei tornare in Canada. E vorrei chiedere a Steven di venire con me.

<Sei sicura di riuscire a farlo da sola?> Travis mi poggia una mano sulla coscia e mi guarda attentamente.

Siamo seduti da più di un quarto d'ora nella sua macchina, fuori quella che è stata la mia casa per tanto, tanto tempo.

Devo mettere tutte le mie cose in uno scatolone e portarle via. Sicuramente me ne servirà più di uno, ma conto di prendere solo ciò che ho guadagnato con il sudore della mia fronte e gli oggetti personali.

Mi limito ad annuire e ad aprire lo sportello.

<Ti passo a prendere quando hai fatto, va bene? Prenditi tutto il tempo che ti serve.> Mi sussurra baciandomi la guancia.

Richiudo la portiera alle mie spalle e mi avvio verso casa. Prima che possa allontanarmi di molto, mi sento richiamare.

<Kim.>

Mi volto e guardo mio fratello incitandolo con un gesto del capo a proseguire.

<Ti voglio bene sorellina.> E queste quattro piccole parole, mi fanno tremare il cuore.

Ho perso tanto, questo è sicuramente vero.

Ho perso due genitori che non ho mai conosciuto. Ho perso un padre, che per quanto mi abbia dimostrato il proprio affetto, mi ha mostrato anche un lato del bene malato che non voglio più nella mia vita. Ho perso due fratelli che, nel bene o nel male, sono sempre stati amorevoli con me.

Ma ho trovato Travis. Mio fratello.

<Anche io.>

Lo guardo andare via e solo quando scompare definitivamente dalla mia vista, mi concentro sull'uscio di casa.

Prendo un grosso respiro e mi affretto ad entrare. Se ho fatto bene i conti, non dovrei trovare nessuno dentro.

Infatti, e per fortuna, quando apro la porta, il silenzio mi accoglie. Do un'occhiata in giro, rilassandomi completamente quando mi accorgo che sono effettivamente sola.

Velocemente salgo le scale e arrivo in camera mia. Poso a terra gli scatoloni vuoti e mi avvicino all'armadio.

Non prenderò molti vestiti. Solo quelli che hanno un valore affettivo. Come ad esempio il maglione di lana rosso, tema natale, che la nonna mi ha regalato il Natale prima della sua morte.

Ridammi luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora