4. Un maledetto imprevisto

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                          KIMBERLY

<<Quindi ricapitolando: sei uscita con Sam che ti ha chiesto di sposarlo, anzi no, chiesto non è il termine giusto, oserei dire ricattato. Ecco adesso va meglio. Sei uscita con Sam che ti ha ricattato per far sì che tu lo sposi.>>

Annuisco per la milionesima volta producendo un rumore del tutto sgradevole mentre succhio il mio cappuccino dalla cannuccia che la barista, non so per quale assurdo motivo, ha inserito nel mio bicchiere.

La mensa è gremita di personale ospedaliero. Non c'è più neanche un posto libero. Di conseguenza la privacy non esiste, ed i tavoli messi a qualche metro di distanza fanno di tutto per invogliarti a stare zitta o almeno a non parlare dei tuoi fatti personali. Ma a Chloe sembra non importare più di tanto, visto che continua imperterrita a ripercorrere la mia serata come se fosse una scadente soap opera francese. 

<<Mentre discutevi con lui, hai individuato il dottor Collins a cena, con quella che presumi sia la moglie, e sei andata a salutalo.>>

Mi guarda attentamente per cerca di capire se sta procedendo nel verso giusto. Alzo gli occhi al cielo scioccata e le faccio cenno di proseguire con la mano. Dirle di smetterla sarebbe inutile. Quando Chloe inizia una cosa, deve sempre portarla a termine. È sottolineo sempre. È ossessionata dal finire le cose che inizia.

<<Lui ti ha snobbata, ma ha portato su di te l'attenzione del poliziotto sexy con cui hai iniziato a discutere.>>

La sua voce si affievolisce pian piano, mentre il suo sguardo si fa vacuo. Non ci vuole un esperto in psicologia per capire che sta ricreando la scena nella sua mente. Quando scoppia a ridere ho tutta la certezza che sia così.

<<Che schifo di serata amica.>> Ride di me attirando l'attenzione dei nostri colleghi di tirocinio, che appena entrati in mensa, con i vassoi tra le mani si dirigono verso di noi.

Sbatto la testa sul tavolo più e più volte. Non avrei dovuto raccontarle niente, perché adesso mi sento più stupida di quello che già sono, ma è la mia migliore amica non potevo nascondere quello scempio a lei. Tra migliori amiche è questo che si fa. Si raccontano i disagi dell'una e dell'altra e poi si ride insieme a crepapelle. O nei casi normali, per le persone normali, si cerca di trovare una soluzione.

<<Almeno potevi evitare di fare la schizzinosa con zuccherino in divisa visto che la tua crush  sembra essere off-limites.>>

Le ho detto della mia gelosia innaturale nei confronti del dottor Collins, e lei invece di concordare con me sul fatto che sia innaturale mi ha detto che devo fare sesso. Ci rendiamo conto? Io le dico di provare gelosia per un uomo che ho visto mezza volta e lei mi suggerisce il sesso.

E no, non sono esagerata quando dico che sono gelosa. Quando l'ho visto con quella donna, la vena sul collo ha incominciato a pulsare velocemente, il sangue mi è andato dritto al cervello, le mani hanno iniziato a tremare e le dita dei piedi a formicolare. Per non parlare dell'insopportabile formicolio alle guance. Perciò tutto questo è innaturale.

Ho già detto innaturale?

Si zittisce immediatamente quando finalmente i due tirocinanti, Sam e Justin, si siedono al tavolo. Quello che ho sempre adorato di Chloe è la sua capacità di tenere un segreto. Quando le racconti qualcosa e le dici che deve rimanere soltanto a lei, la piccoletta bionda ti rassicura non perché è la prassi ma perché quella cosa rimarrà davvero segreta.

<<Perché la Adams si sta picchiando da sola?>>

Si può non sopportare una persona soltanto per il tono della sua voce? No perché Justin mi sta seriamente sulle scatole, e non perché  mi abbia fatto qualcosa in particolare, anzi è anche piuttosto gentile nei miei confronti, ma la sua voce nasale mi fa schizzare i neuroni.

Ridammi luceWhere stories live. Discover now