Epilogo

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11 Anni dopo


Il 1° settembre, ormai è risaputo, è la data più attesa di tutto l'anno dai giovani maghi e streghe, forse anche più del Natale. È il giorno che definisce un nuovo inizio, la partenza per un'avventura che non sai dove ti porterà, perché anche chi ha già varcato le porte di Hogwarts non ha idea di che cosa ci sarà a aspettarlo. Può provare a fantasticare su ciò che gli accadrà, come saranno le lezioni, gli insegnanti, i compagni o anche semplicemente i corridoi della scuola ma, la verità, è che niente sarà mai come uno se lo immagina.

Hogwarts è e resterà sempre una sorpresa, un luogo in cui ci si sente a casa, che dona conforto, regala grandi aspettative ma, soprattutto, stupisce.

Quella mattina, un novellino tra tanti, stava percorrendo il binario 9 e ¾ senza avere la più pallida idea di che cosa gli sarebbe accaduto. Aveva gli occhi sbarrati, colmi di un luccichio a lui sconosciuto o, per lo meno, diverso, di uno splendore che non avevano raggiunto in altre occasioni. Era stato cresciuto con la consapevolezza di ciò che era e sarebbe potuto diventare ma, ritrovarsi lì, davanti a quel caos, a quella schiera di gente che correva all'impazzata o non riusciva a stare ferma sul posto, faceva nascere in lui la certezza che il suo momento fosse finalmente arrivato.

Sognava sin da piccolo quella partenza, il fischio del treno, l'eccitazione che gli avrebbe attraversato il corpo, le amicizie che avrebbe fatto su quegli affascinanti vagoni ma la realtà superava di gran lunga ogni sua congettura o pensiero.

Quel bambino, dai capelli di una bizzarra tonalità di verde, era Ted Remus Lupin e quel dì segnava davvero l'origine della sua vita da mago.

«Ted!!! Teeeeed!!!» Il ragazzino si sentì chiamare da una voce lontana ma che avrebbe potuto riconoscere tra mille; anche se non ce ne sarebbe stato bisogno visto che una folla si era riversata intorno alla fonte di quel suono. Provò a raggiungerlo, con estrema fatica, ma non appena ci riuscì lo prese per mano e lo trascinò da una parte, sperando di poter avere un attimo di privacy, cosa non comune per l'eroe del mondo magico.

«Harry, che cosa ci fai qui?» Gli domandò sorpreso.

«Secondo te mi sarei perso il primo giorno di scuola del mio figlioccio?!» Rispose eccitato, probabilmente tanto quanto lui. Ted lo abbracciò con forza, Potter non era solo ufficialmente il suo padrino ma una figura fondamentale per lui, una colonna portante della sua esistenza; aveva accolto con responsabilità il ruolo che gli era stato affidato e l'erede di Lupin sapeva di poter contare su di lui per ogni necessità.

«Sono davvero felice che tu sia venuto!»

«Allora, come ti senti?! Emozionato?» Gli chiese liberandolo dalla stretta.

«Direi più terrorizzato...» Ammise senza troppa vergogna, con lui si era sempre sentito libero di poter parlare.

«Oh beh, è normale sai, ogni cambiamento spaventa! Vedrai che quando sarai lì andrà già meglio, sarai talmente travolto dalla meraviglia che ti circonderà che ti scorderai di aver anche solo provato paura!»

«Dici davvero?»

«Ma certo! E poi, non sarai solo, chissà quanti amici ti farai!» Lo incoraggiò, sapeva perfettamente il turbinio di sentimenti che ti sconvolgono in un momento del genere e il sostegno che a lui era mancato ora cercava di darlo al suo protetto.

«Lo spero tanto.»

«Se hai preso almeno un po' da tua madre, puoi starne certo! Lei è sempre stata l'anima della festa!»

«Al contrario di papà, vero?» Domandò come se fosse una certezza più che una richiesta.

«Già, ma devo ammettere che lei è riuscita a cambiarlo, le prime volte che li ho visti insieme non mi capacitavo della luce diversa che notavo in Remus. Sempre così cupo e riservato, con lei intorno sembrava accendersi come un albero di Natale», scoppiarono a ridere entrambi di fronte a quella simpatica immagine, poi Harry continuò:

Remus e Tonks. Storia della luna e della sua rosea metà.Where stories live. Discover now