Capitolo 28

1.6K 67 443
                                    




Kingsley aveva permesso a Tonks di concedersi qualche giorno di riposo a fianco di suo marito. Era sempre stata instancabile e una stacanovista di prima categoria, per l'uomo era quindi un piacere darle un po' di meritata serenità. Nei giorni successivi si sarebbero dovuti occupare del trasporto di Harry alla Tana e anche il tempo dell'ozio avrebbe trovato presto la sua conclusione.

«Sai, quando ero in ufficio ti immaginavo proprio così, seduto sul nostro divano a leggere il giornale», Dora era in piedi sulla soglia della cucina a osservare Remus con la testa china concentrato su "La Gazzetta Del Profeta".

Lo sentì lasciarsi sfuggire una risatina ma non le rispose.

«E sì, ho anche fantastico su una scenetta del genere. Tu troppo impegnato e io che cerco di distrarti senza successo», lo provocò.

«Come in passato insomma», replicò senza spostare lo sguardo dalla rivista.

«Ah ah ah, ma allora ti ricordi ancora come si parla!» Si avvicinò a lui e con poca delicatezza si sedette sopra le sue gambe.

«Ehi!» Disse lui sorpreso da quella mossa, «Così stropicci tutte le pagine!» Si lamentò fingendosi arrabbiato.

«Perdonami signor precisino, dovevi saperlo prima di sposarmi quanto sono sbadata!»

«Mi pare che tu non ne abbia mai fatto mistero!» Si divertiva troppo a prenderla in giro, erano tornati a comportarsi come durante i primi mesi della loro conoscenza ma con maggior naturalezza, dato che entrambi avevano finalmente accettato i loro sentimenti.

«Scemo!» Lo rimproverò lei dandogli un leggero pugno sul petto.

«Non credo di aver capito, come mi hai chiamato?»

«Sei diventato sordo? Scemo, scemo, scem...» Non glielo fece ripetere ancora una volta e prese a solleticarla lungo i fianchi, conosceva alla perfezione i punti da stimolare per farla ridere. Infatti la donna cominciò a sbellicarsi senza quasi più riuscire a respirare; provò a ribellarsi ma non riusciva a farlo smettere e, probabilmente, neanche lo desiderava realmente.

Alla fine si ritrovò stesa sul sofà in completa balia delle mani dell'uomo e cominciò a gridare:

«Ok, ok, tregua!!!» Lui si fermò per un istante e lei approfittò per tirarlo verso di sé e baciarlo. Sapeva che quello era un metodo congeniale per distrarlo completamente, ma la verità era che in quelle ore tranquille che potevano trascorrere insieme ne approfittava per stare a contatto con lui il più possibile.

Erano stati separati troppo a lungo e ora ogni momento era buono per stuzzicarsi, coccolarsi, godere dell'affetto reciproco e imparare sempre qualcosa di nuovo sull'altro; semplicemente amarsi.

Remus era un uomo riservato, anche in mezzo alla gente trovava un modo per farle sentire la sua presenza con qualche piccolo gesto, ma quando erano soli dava il meglio di sé perché solo a Ninfadora si mostrava per quello che era. Abbassava le maschere, i muri che aveva innalzato per proteggersi, gettava le armi e le consentiva di sfogliarlo come un libro aperto; nonostante le sue pagine fossero ingiallite e rovinate, la ragazza aveva il potere di farle splendere di nuovo.

«Trovi sempre il modo di fregarmi, vero?» Le domandò dopo essersi staccato, controvoglia, dalle sue labbra.

«Mi pare ovvio, sono tua moglie!» Adorava pronunciare quelle sei lettere colme di significato e lui non si sarebbe mai stancato di sentirle.

«Non avrei potuto desiderare di meglio», le confessò guardandola intensamente negli occhi come se potesse farle arrivare tutto il suo amore tramite essi. Erano trascorsi due anni ma quando si scrutavano così facevano scintille come se fosse la prima volta e i brividi che percorrevano i loro corpi riuscivano sempre a sconvolgerli.

Remus e Tonks. Storia della luna e della sua rosea metà.Where stories live. Discover now