Capitolo 27

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Ninfadora era seduta alla scrivania del suo ufficio, non le succedeva da tempo ormai di lavorare lì e trovava conforto nel poter, almeno per quel giorno, riappropriarsi dei suoi spazi. Ciò che non riusciva a fare era concentrarsi sui documenti di fronte a lei.

La voce di Remus che pronunciava la parola sposami, continuava a rimbombarle in testa. C'era voluto un anno a convincerlo che era pronta ad accettare un vecchio e povero lupo mannaro perché per lei era semplicemente il compagno giusto. Mai nessuno l'aveva portata a fantasticare sulla possibilità di mettere su famiglia, tranne lui, che era entrato nella sua vita in punta di piedi, che l'aveva conquistata con la dolcezza, la galanteria e, anche se odiava ammetterlo, con la sua testardaggine che lo rendeva un degno avversario.

La sua proposta era stata del tutto inaspettata, l'aveva colta impreparata, ma allo stesso tempo pronta a dirgli di sì. Non si sarebbe mai sognata, nemmeno per un istante, di rifiutare la domanda che l'avrebbe resa la signora Lupin.

Gli era saltata in collo, lo aveva stretto a sé per constatare che non stesse dormendo e fosse tutto reale; tra le lacrime che non era riuscita a trattenere, nell'orecchio gli aveva sussurrato che non esisteva niente che avrebbe desiderato di più.

Lui l'aveva guardata per un secondo con la sua classica espressione incredula, ma poi la gioia aveva preso il sopravvento, cancellando ogni dubbio o ulteriori necessità di conferma. Aveva cominciato a farla volteggiare sotto la pioggia incantata e si erano lasciati andare a risate di felicità, intervallati da dolci baci carichi di euforia. Quando erano tornati a casa avevano fatto l'amore con estrema lentezza, assaporando ogni istante di quella eccitazione provocata dal loro nuovo progetto e prendendosi tutto il tempo per esplorarsi e coccolarsi a vicenda.

Era tutto il giorno che Tonks continuava a ripercorrere ogni momento della sera e notte precedente, di sicuro Lupin sarebbe stato meno melenso di lei e aveva trovato il modo di impiegare quelle ore in maniera migliore, ma sperava che anche lui si fermasse a rammentarlo. La verità è che se lo immaginava seduto sul divano, con la Gazzetta del Profeta in mano, il suo dolce sorriso stampato in faccia e nella mente un pensiero costante che portava il suo nome.

«Tonks, è tutto a posto?» Era stato Kingsley a parlare e a interrompere le fantasticherie della ragazza.

«Come scusa?» Rispose girandosi di scatto verso il tavolo del collega.

«Vorrei sapere se stai bene, devo ammettere di non averti mai visto così distratta. Sembri, come dire, incantata.» 

«Remus ieri mi ha chiesto di sposarlo! E io, ovviamente, ho accettato!» Replicò senza nascondere il suo entusiasmo.

«Questa è una splendida novità! C'è proprio bisogno di belle notizie in questo periodo», anche lui era sinceramente emozionato per i suoi amici.

«Perché non ti vai a prendere un caffè? I documenti possono aspettare», continuò poi.

«Sì, è un ottimo suggerimento, torno comunque tra poco.»

Dora si alzò e si avviò verso la saletta dove era solita concedersi una pausa. Realizzò che una delle ultime volte era stata lì con Bill; quante cose erano cambiate, allora era grigia, spenta e sofferente, ora invece si sentiva positiva e ottimista come non mai. Pronta ad intraprendere un nuovo percorso, davanti a lei non c'era ad attenderla un futuro roseo, anzi, la guerra era pronta a scendere in pista e a diventare la protagonista della sua esistenza, ma non sarebbe stata sola, avrebbe avuto un marito con cui prendersi cura l'uno dell'altro. Nonostante tutto, quella consapevolezza la faceva sorridere e ben sperare.

Mentre era intenta a sciogliere lo zucchero nella sua bevanda, Dawlish entrò nella stanza:

«Stavo giusto per venire nel tuo ufficio a cercarti, ma mi fa piacere incontrarti qui da sola.»

Remus e Tonks. Storia della luna e della sua rosea metà.Where stories live. Discover now