Capitolo 11

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La vigilia dell'inizio dell'anno scolastico era arrivata, Molly aveva deciso di organizzare una piccola festicciola per salutare i ragazzi e in onore della nomina a prefetti di Ron e Hermione. Tutti si erano impegnati per darle una mano, i ragazzi avevano pulito a fondo la sala, Remus e Sirius si erano occupati di montare dei festoni e supportarla in cucina. In realtà Black era abbastanza disastroso come cuoco quindi, per lo più, passava il tempo a disturbare l'amico che invece sapeva cavarsela. Tutti gli anni passati da solo gli avevano di sicuro insegnato l'arte dell'arrangiarsi.

Il tempo volò quel giorno e presto fu l'ora di cena. Arthur e Kingsley rientrarono insieme dal lavoro, seguiti poco dopo da Malocchio.

«Tonks non c'è?» Chiese Alastor con il suo solito tono burbero; si guardava intorno disgustato, tutte quelle smancerie non facevano per lui, ma per una volta aveva deciso di poterlo sopportare.

Sirius cominciò a ridere e gli disse:

«L'ultima volta che l'hai chiesto non era per un buon motivo, è successo qualcosa?» «Dobbiamo definire gli ultimi dettagli per domani.»

«È ancora al lavoro ma è in ritardo, quindi spero davvero che non le sia capitato nulla», intervenne Lupin pensieroso. Aveva preso l'abitudine di controllare spesso l'orario per vedere quanto mancasse all'arrivo della ragazza dal suo turno. Di solito le faceva trovare un caffè o una cioccolata a seconda del momento della giornata in cui tornava, sapeva che lo apprezzava e per lui era una cosa da nulla.

Nel frattempo Tonks, al Ministero, continuava a maledire il suo collega, Dawlish, per averle chiesto di sbrigare alcune pratiche insieme a lui.

«John ne abbiamo ancora per molto?» Gli chiese sbuffando.

«Dai dopo ti offro la cena, che ne dici? Così passiamo un po' di tempo insieme fuori da queste mura», le propose posando la mano destra su una delle sue. Ninfadora la ritrasse subito, l'uomo era abbastanza simpatico, una brava persona, ma lei non era per niente interessata e soprattutto voleva raggiungere gli altri a Grimmauld.

«Ti ringrazio, ma no, ho un impegno. Quindi guardiamo questi ultimi documenti e poi ce andiamo.»

«Cosa c'è? Ti aspetta uno spasimante migliore di me?» Si allungò sulla scrivania con fare provocatorio, si avvicinò al viso della donna e cercò di baciarla. Dora si alzò di scatto, assestandogli un sonoro schiaffo sulla guancia. Era letteralmente rossa dalla rabbia, capelli compresi; aveva rovesciato la sedia ma era troppo infuriata per pensarci, piuttosto che rimetterla a posto l'avrebbe tirata in testa all'uomo che la guardava allibito.

«Non provarci mai più! Pensavo di essere stata chiara con il mio rifiuto, ma a quanto pare avevi bisogno di un incentivo! Dato che il mio turno si è concluso da un pezzo, puoi finire da solo.» Non aspettò una risposta e si precipitò fuori dalla stanza.

«Tonks aspetta, non intendevo....» Provò a fermarla, ma lei ormai non lo sentiva più.

Entrata in casa del cugino, data la gran confusione, nessuno la sentì arrivare, così ne approfittò per salire in camera e togliersi la divisa. I suoi capelli non erano ancora tornati del suo rosa preferito, aveva bisogno di riprendere fiato e calmarsi, preferiva non farsi vedere così.

Si concesse qualche minuto e poi scese nella sala dove fu accolta dall'entusiasmo del cugino:

«Lunastorta hai visto! Non c'era bisogno di preoccuparsi, eccola qua!»

«Sera a tutti, scusatemi per il ritardo.» Rispose lei con un sorriso e guardandosi intorno. Si avvicinò a Black che stava parlando con Remus e Kingsley. Quest'ultimo notò la sua espressione stanca e le domandò:
«Tutto a posto al lavoro? Problemi con Dawlish?»

Remus e Tonks. Storia della luna e della sua rosea metà.Where stories live. Discover now