Capitolo 21

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I giorni iniziarono a trascorrere in maniera monotona, Remus era in attesa di trovare un'occasione adatta per contattare Dora; non era solo il rischio di essere scoperto a preoccuparlo, in realtà si sentiva anche in colpa nel chiedere aiuto proprio a lei. Non era l'unica esperta in erbologia in grado di dargli le informazioni necessarie, ma non riusciva a dominare il bisogno e la voglia di sentire la sua voce anche se solo attraverso un patronus.

Incontrarla sarebbe stato decisamente troppo pericoloso per entrambi, ma poteva accontentarsi di un breve scambio e, soprattutto, di sapere se stesse bene.

Immaginava che necessitasse del tempo per superare la morte di Sirius e che le cose al ministero, dopo l'accettazione del ritorno di Voldemort, fossero sempre più difficili e, in qualche modo, tentava di autoconvincersi di non averle causato troppo dolore.

Faceva fatica a trovare un equilibrio con quel turbinio di pensieri che gli occupavano la mente, si sentiva perennemente in bilico tra il concedersi la libertà di amare e il rimorso di essersi spinto troppo oltre.

Era a conoscenza, però, del non poter indugiare ancora per molto, presto Greyback avrebbe iniziato a pretendere dei risultati da parte sua o, per lo meno, di vederlo impegnato nel lavorare sulla pozione che sognava di realizzare.

Lupin non era del tutto certo di possedere la capacità di creare ciò che l'alfa desiderava, ma si sarebbe comunque dimostrato volenteroso per non destare sospetti.

Era intento a dare una scorsa a uno dei suoi vecchi volumi di scuola, traeva conforto nel farlo, gli ricordava i momenti felici passati seduto al banco ad ascoltare i professori o in biblioteca; inoltre sperava di trovarvi qualche ispirazione per il suo obiettivo. Fu la voce di Luke a distrarlo:

«Che cosa stai leggendo?» Gli chiese alzandosi dal letto e prendendo posto su una sedia al suo fianco.

Remus gli porse il volume per farglielo vedere.

«Pozioni...sembra interessante, stai cercando qualcosa che possa esserci di supporto?»

«Sì, fa bene rinfrescarsi la memoria», gli rispose con un sorriso e osservandolo da vicino. Appariva così giovane e ingenuo, tutto ciò che gli era stato insegnato riguardava la violenza, il potere, la supremazia; gli avevano negato l'affetto, strappato l'infanzia e tolto ogni possibilità di vivere come tutti gli altri. Anche se sembrava non soffrirne, Lupin era certo che se avesse potuto vedere qualcosa di diverso a quello a cui era abituato, lo avrebbe apprezzato.

«Raccontami qualcosa del tuo mondo», gli domandò allungando le gambe davanti a sé, alla ricerca di una posizione comoda.

«Del mio? Nostro vorrai dire», gli rispose scettico.

«Beh tecnicamente ora ti sei schierato con noi, ma fino a poco tempo fa facevi parte anche tu di quel gruppo di persone che non ci accettano», replicò con una smorfia senza guardarlo negli occhi.

«Ha mai pensato al perché non veniamo accolti?» Non era casuale il fatto che si fosse incluso lui stesso, per quanto ci fossero alcuni che lo amavano e che erano stati in grado di andare oltre il suo problema, sapeva che ce ne erano altri che invece continuavano ad allontanarlo.

«Semplice, ci considerano inferiori, esseri indegni», Luke non riuscì a nascondere una certa amarezza nel pronunciare quelle parole.

«C'è chi la vede così, non posso negarlo ma, per fortuna, non tutti credono alle differenze tra razze e sangue. La visione che hanno di noi però, spesso, è alimentata dai nostri comportamenti.»

«Che cosa vuoi dire?» Il ragazzo lo scrutò con fare dubbioso e indagatorio; Lupin non era sicuro che fosse già arrivato il momento per iniziare a sbilanciarsi, ma forse se avesse provato a convincere almeno lui, avrebbe potuto trovarvi un alleato e, al suo fianco, tentare di invitare altri membri ad unirsi alla loro causa. Si sentiva come sulla cima di un dirupo, dietro di sé c'era la tranquillità di non essere scoperti ma, di fronte, l'alta probabilità di essere cacciato o di subire una sorte peggiore.

Remus e Tonks. Storia della luna e della sua rosea metà.Where stories live. Discover now