Parte 11 - When bitches nurse (friends in need)

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Le porte dell'ascensore si aprono, ed Elaine la individua subito, è seduta, curva su sé stessa, su un divanetto a una decina di passi da lei, proprio davanti alla camera di Corinne. Fissa il vuoto, imbambolata e assente ai movimenti attorno a lei. Due infermiere escono silenziose trasportando le bianche lenzuola dove solo poco prima è spirata la donna. La Barrish prende un profondo respiro e raggiunge il suo maestro, le si siede accanto poggiando delicatamente una mano sulle sue spalle.

"Grazie per essere venuta subito.", le dice l'anziana in tono piatto. Elaine non risponde, le massaggia la schiena in un gesto consolatorio e le prende le mani nella sua. L'attira a sé, in silenzio, le sembra fragile come mai prima d'ora. "Sai... in un certo senso è un sollievo...", ammette senza vergogna la Nash, "Non ha mai avuto paura della morte, il suo timore era... finire così... senza che né io né lei, né nessun altro potessimo farci nulla...".

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È stata una lunga nottata, in clinica, Corinne è stata lavata e vestita con l'abito che la coppia aveva scelto l'anno precedente, prima che la demenza prendesse il sopravvento. Adesso riposa tre piani più in basso, nel suo feretro finemente intagliato e lucidato, ancora aperto, in attesa dei funerali che si terranno in serata. Elaine si è occupata di rifiutare l'offerta del prete e di tenerlo lontano dalla donna in lutto. Non sarà un funerale cattolico, si chiede scioccata come possa essere venuto in mente al religioso anche solo di proporre una simile cosa.

Il politico si avvicina silenziosamente a Diane, "Coraggio, ti accompagno a casa.", le dice aiutandola ad alzarsi e prendendola sottobraccio. La donna non protesta e lascia che la sua pupilla si occupi di lei. L'autista le aspetta, professionale come al solito, fa accomodare le due donne dietro e si mette silenzioso alla guida. L'anziana guarda distratta la città che le scivola davanti agli occhi, mentre la Barrish veglia su di lei con sguardo attento e premuroso. Pensa alla naturalezza con cui Susan ha subito offerto il suo sostegno e le viene voglia di ringraziarla e farle sapere qualcosa.

«Susan, ho apprezzato davvero molto la tua presenza, ieri sera, è stata una nottata pesante, ma volevo dirti ancora una volta, grazie. Elaine»

Dopo nemmeno un minuto, il cellulare vibra nelle sue mani.

«Non ho fatto nulla di speciale, ho fatto solo il minimo. E comunque, tu sei sempre la benvenuta. Stai vicino alla tua amica, e riposa, quando puoi. Ti abbraccio, Susan»

Dopo aver chiesto a Clark di andare a casa a prenderle un vestito per il funerale, scorta Diane Nash in casa e la obbliga a stendersi qualche ora. Telefona alla madre chiedendole di preparare l'occorrente che verrà a ritirare l'autista e si stende vicino alla donna, dopo averla coperta amorevolmente.

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La clinica si è occupata di organizzare la breve funzione, secondo gli accordi presi in precedenza con la coppia, alcune delle infermiere più affezionate si sono unite al piccolo gruppo di parenti e conoscenti. Elaine resta accanto a Diane per tutto il tempo, come se fosse il suo angelo custode.

"Elaine, va a casa adesso, hai bisogno di riposare e di tornare a lavoro...", le ordina il giudice dopo che sono rientrate dal servizio funebre. "Adesso non preoccuparti di questo, Diane, possono fare a meno di me nell'Ovale, almeno per oggi.", la tranquillizza sedendosi accanto a lei e offrendole una tazza di the. "Elaine, dico sul serio, non ho bisogno di una baby sitter...", scherza mestamente l'anziana, "Ero preparata per tutto questo, ma ti ringrazio.", la Barrish la scruta pensierosa, "Lascia che ti prepari qualcosa per cena, almeno.", ribatte alzando una mano quando l'altra sta per protestare. "Insisto.", le dice ferma.

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"Beh... non ti nego che all'inizio sia stato un rapporto burrascoso, ma non è stato soltanto a causa sua. Avevo già deciso che non potevo fidarmi di lei, negando la mia intenzione di ricandidarmi. Doug le aveva raccontato tutto, avrebbe potuto far passare la notizia comunque, ma l'ha trattenuta. Abbiamo fatto entrambe i nostri sbagli, poi quando è stato dell'incidente... beh... ho scoperto di avere un'alleata sincera e disinteressata.", le racconta mentre mangiano controvoglia.

"Beh, mi fa piacere, Elaine, spero solo che questa cosa non ti si rivolti contro... me le ricordo bene le cattiverie che ha scritto su di te...", sottolinea calma la Nash. "Si dicono e si pensano un sacco di cose, finché non si conosce di persona ciò di cui si parla.", risponde il politico, "Anche io avevo una pessima opinione di lei, eppure..."

"E adesso cosa pensi di lei?", le domanda il suo mentore. Elaine fa un respiro profondo, interrogandosi mentalmente. "Penso che gli anni e le esperienze ci plasmino di continuo, e che spesso è attraverso le esperienze spiacevoli che si capisce il valore delle persone.

"Penso che lei mi ammirasse da sempre e che non le sia mai andato giù il fatto che io stessa mi sottovalutassi accanto a Bud. Tutti i suoi articoli erano in un certo senso un modo per... dirmi di svegliarmi... per lei era una specie di delusione, pensava che vivessi all'ombra di Bud... e in un certo senso è stato così, per molti anni. Mi provocava, perché io reagissi. Abbiamo imparato a rispettarci e fidarci l'una dell'altra, conoscendoci meglio. Penso che lei abbia capito che sono davvero come mi immaginava, nonostante gli anni di matrimonio, e abbia deciso di rispettarmi, a dispetto di tutte le deludenti conclusioni cui era giunta in precedenza. È stata una piacevole scoperta anche per me, accorgermi di quanto possa essere gradevole e stimolante la sua compagnia."

"Ci vuole un certo grado di umiltà e intelligenza per saper rivedere le proprie opinioni, quando è necessario.", afferma l'anziana in tono pensieroso. "Esatto, questo è il punto, Diane.", le conferma la Barrish con un sorriso.

"Diane...", esita la donna dopo un lungo momento, "Posso trovarti un sostituto valido, se vuoi, ma vorrei che considerassi di rimanere ancora qualche mese.", le dice, pensando alle indagini sull'attentato al presidente. "Elaine, so perfettamente cosa mi stai chiedendo e capisco che non puoi parlarne, sono stanca, non lo nego, spero solo che si faccia presto. Sarebbe un buon punto di partenza avere un collaboratore che mi affianchi per qualche mese, prima di lasciargli il mio posto.", propone il giudice.

Part 1 - When Bitches CollideWhere stories live. Discover now