0.4 ; and fade away when morning came

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"Devo andare a casa ora, tra poco sarà l'una." mormorò Baekhyun, decisamente stanco. Prima di essersi deciso ad alzarsi aveva scritto un messaggio a Jongin in cui lo assicurava che il pomeriggio successivo sarebbe andato a casa sua per aiutarlo a pulire il giardino, non lo aveva visto neanche una volta quella sera, doveva essere stato davvero impegnato. Una promessa era una promessa però. Lo avrebbe aiutato, ma più tardi. "Tu come torni a casa?"

Taeyong era totalmente andato, era disteso sull'amaca posizionata sul retro della casa con gli occhi chiusi e la bocca semiaperta, a volte russava, era evidente che avrebbe continuato così per un bel po'. Il ragazzo gli pizzicò il braccio per cercare di svegliarlo e lo vide contorcere i muscoli del viso in un'espressione di dolore. "Ahia." borbottò, sollevando il capo. "Voglio dormire."

"È l'una. Come torni a casa?" ripeté, non aveva la minima idea di dove vivesse quindi non avrebbe potuto accompagnarlo comunque. "Taeyong, dimmi dove abiti."

"A casa." rispose, accoccolandosi al suo corpo e sprofondando di nuovo in un sonno profondo. Baekhyun roteò gli occhi scocciato, tuttavia ebbe un'idea - infilò la mano nella tasca dei pantaloni del minore, recuperò il suo cellulare e lo sbloccò in pochi secondi utilizzando le impronte del ragazzo addormentato. La prima cosa che fece fu andare nell'applicazione relativa al navigatore, lì era salvato l'indirizzo di casa sua. Non era lontana da lì, camminando ci sarebbero passati tranquillamente, il problema era... Taeyong non avrebbe camminato, ne era certo. Non poteva lasciarlo lì da solo però, primo perché sarebbe stato da stronzo, secondo perché aveva paura che qualcuno potesse fargli del male viste le sue condizioni. Aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse ad accompagnarlo lì.

Si mise seduto sull'amaca, con una delle sue mani teneva quelle di Taeyong visto che erano molto fredde e con l'altra curiosava nel suo cellulare, o meglio, cerca qualcuno che potesse chiamare per andare in suo soccorso. Purtroppo non aveva la minima idea di come fare, inoltre lui stesso sarebbe dovuto essere a casa già da un pezzo, i suoi genitori gli avrebbero fatto il quarto grado, ne era certo. Improvvisamente notò i fari di un'auto accendersi, era parcheggiata poco lontano, sicuramente si trattava di qualcuno che stava andando via. Si sollevò dall'amaca e affacciò lo sguardo oltre la siepe, vide un volto familiare in procinto di entrare in auto, era Chanyeol. Guardò a destra e a sinistra, non c'erano altre auto parcheggiate, solo un motorino. Lui sembrava l'unico ad essere andato lì con un mezzo di trasporto che sarebbe stato adatto a trasportare a casa Taeyong, per cui decise di provare a chiedere a lui. "Hey!" disse ad alta voce, l'altro si voltò subito. Tra ragazzi era normale che si facessero favori a vicenda, sapeva che lo avrebbe aiutato.

Il più alto non ci vedeva bene per colpa dei fari, ma dopo qualche attimo riconobbe il suo volto. "Baekhyun?" chiese, un po' confuso. "Ciao."

"Puoi darmi un passaggio?" domandò, dando uno sguardo alla ragazza seduta davanti.

Tre minuti dopo, Baekhyun era nei sedili posteriori insieme a Taeyong mentre gli reggeva la testa, in una mano teneva una busta di plastica nel caso l'altro avesse cominciato a vomitare. "Puoi dirmi di nuovo dove abita?"

"È lungo la via della scuola, poco prima del campo sportivo." gli ripeté. "Grazie."

"Di niente, tanto saremmo passati da quelle parti comunque." fece una piccola pausa. "Perché lo hai lasciato bere così tanto?"

Ridacchiò. "Io non gli ho lasciato fare niente, ha fatto tutto da solo." guardò Taeyong e gli venne in mente una cosa. Cercò di nuovo nelle tasche dei suoi pantaloni e recuperò le chiavi di casa, per fortuna le aveva trovate subito, in quel modo lo avrebbe aiutato ad entrare. "Come mai siete venuti anche voi alla festa?" domandò, siccome era ancora abbastanza curioso del se Jongin li avesse invitati.

"Irene mi ha chiesto di accompagnarla." rispose il più piccolo. "Lei è amica di Jongin."

"Davvero? Non lo sapevo, anch'io sono un grande amico di Jongin ma non mi aveva mai parlato di te." disse, la ragazza non rispose. Sembrava un po' ubriaca anche lei. Il tragitto continuò ad essere piuttosto silenzioso, per fortuna la strada da percorrere non era molta. Chanyeol accostò lungo il viale di fronte casa di Taeyong. "È qui, grazie ancora." rispose il maggiore, aprendo la portiera. Aveva precedentemente svegliato l'altro ragazzo che in quel momento stava camminando sulle sue gambe un po' goffamente. "Io vado a piedi, casa mia è vicina e ho bisogno di una sigaretta, avevo solo bisogno di aiuto per riaccompagnare lui."

Chanyeol sorrise. "Va bene, se avessi voluto un passaggio anche tu te lo avrei dato senza problemi. Allora ci vediamo." detto ciò, aspettò che Baekhyun uscisse dall'auto e una volta entrambi fuori sistemò la marcia e si allontanò.

"Okay, riesci ad aprire la porta?" domandò a Taeyong, che lo guardò sorridendo, era come se non fosse neanche sulla Terra. "Faccio io." si rispose da solo. "Spero che non ci siano i tuoi genitori altrimenti sarà difficile da spiegare." riuscì ad aprire subito il portone, fece entrare il ragazzo e lo guardò fermarsi in mezzo alla stanza. "Che fai? Vai a letto." gli disse, Taeyong mise il muso.

"Te ne andrai... di nuovo."

In effetti era proprio quello che avrebbe fatto, ma vederlo stare male lo faceva sentire in colpa. Tuttavia, magari era solo effetto dell'alcool. "Ti accompagno a dormire." disse, guidandolo verso il corridoio. Non conosceva minimamente la casa ma sembrava vuota, non doveva esserci nessuno, inoltre pensò di aver trovato la camera del ragazzo, c'erano vari poster in giro e un computer da gaming che sembrava anche abbastanza costoso sulla scrivania, doveva decisamente essere la sua. Lo fece avvicinare al letto e una volta seduto si mise accanto a lui. "Stenditi." gli disse, Taeyong seguì i suoi ordini e si ritrovò sotto le coperte. Baekhyun aveva poggiato le chiavi usate per aprire la porta sul comodino. "Ora torno a casa altrimenti i miei genitori mi ammazzano, va bene? Tu dormi." lo vide annuire. Si avvicinò a lui e gli lasciò un bacio sulla guancia, poi si sollevò e si allontanò. Una volta fuori da quella casa, prese un'abboccata d'aria fresca. Era stata proprio una serata movimentata.

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"Ti sembra il caso di tornare quasi alle due di notte e di non rispondere ai nostri messaggi? Capisco che tu voglia divertirti, ma mi viene difficile pensare che tu abbia solo mangiato una pizza insieme ai tuoi amici come ci hai detto, inoltre -." fece una pausa. "Puzzi da morire di fumo e Dio solo sa cos'altro, fatti una doccia e cambia le coperte, subito, questa stanza è un porcile."

Baekhyun aprì gli occhi e sbadigliò, poi si stiracchiò leggermente. "Fai piano, mi fa male la testa."

"Non costringermi a metterti in punizione." disse sua madre, con tono minaccioso. "Io e tuo padre non ti abbiamo mai vietato di uscire ma stai superando il limite. Ieri sera ti ho lasciato dormire perché ero stanca anche io dopo averti aspettato fino a tardi ma ora devo farti la predica, un atteggiamento simile non è consentito, non in casa mia, devi capire di avere sbagliato."

Sbuffò e con un po' di difficoltà si mise seduto sul suo letto, non stava male perché aveva bevuto, era solo stanco perché aveva dormito poche ore. Guardò la sveglia e vide che erano soltanto le nove di mattina. "Punizione? A 20 anni? Per favore, mamma." ridacchiò. "Cambio le coperte, ma smettila di urlare."

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a/n: chile anyways so, scusate se i capitoli non sono molto corposi ma di solito scrivo sulle mille parole perché mi viene più facile, non ne ho più pronti quindi devo mettermi a scrivere dssdjkds spero che un lampo di genio mi colpisca 

love is a metaphor - chanbaekWhere stories live. Discover now