〰️Capitolo 6〰️

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Pov. Chan
Questa mattina vengo svegliato dal frastuono di tutti i ragazzi che urlano per la colazione. Si, io e gli altri viviamo insieme in un grande appartamento, stiamo cercando di avvicinarci al massimo, abbiamo tutti quanti il desiderio di formare un gruppo.

Scendo dal letto e raggiungo gli altri, presto ci ritroviamo tutti e 8 davanti alla scuola per aspettare l'entrata.

Appare presto la minuta figura di Y/n e un ragazza nuova, che non avevo mai visto, un sua amica?
Tutti gli sguardi sono su quelle due. Sembra che Seungmin sia particolarmente preso ad ammirare la ragazza affianco a Y/n con capelli lunghi di un biondo quasi accecante.

Siamo in classe, Alessia si è presentata e Y/n si è offerta di farle fare un giro della scuola, troppe cose nuove in un solo colpo. Una nuova ragazza, uno strano comportamento dalla mia cavia.
A proposito, nuovo giorno nuova prova, oggi devo vedere il suo più sincero sorriso.

Iniziano presto le due ore di buca, scopro poi che anche gli altri sono liberi, ci dirigiamo subito alla palestra per divertirci in pace, senza essere invasi da ragazze.

"Seungmin, ti sei infatuato della nuova ragazza?" Domanda Felix ridendo di lui, il ragazzo interpellato arrossisce

"N-no, non è successo nulla, sono solo rimasto s-sorpreso" balbetta una scusa

"Certo certo" afferma Minho, tutti ridono e presto si aggiunge anche Seungmin.

"Si chiama Alessia" gli suggerisco facendogli un occhiolino.

Dopo la mia frase si sente un rimbalzo di palla, e due ragazze fare il loro ingresso in palestra, tutto il gruppo si zittisce e guarda attentamente le due, che si scoprono essere Y/n e Alessia.

"Ragazzi, sono nella nostra classe, vediamo. Credo non ci abbiano visto, vediamo che fanno" dico sussurrando a coloro che ancora non le conoscevano per niente.

Y/n inizia a tirare pallonate al muro, si sente la palestra rimbombare a ogni attacco che tira Y/n da quanta forza ci mette.

"Quella ragazza mi fa paura" afferma Jeogin spaventato, tutti scoppiano in una silenziosa risata, in effetti Y/n ha un buon braccio e un fisico molto allentato si vede che pratica quello sport, passerei ore a guardarla giocare.

Poco dopo vediamo entrare altri 4 o 5 ragazzi che si avvicinano alle presenti.

I miei compagni guardano attentamente, in una frazione di secondo Y/n è a terra con sguardo spento, sembra ormai abituata, come se fosse una cosa quotidiana, la amica è bloccata e non sa come comportarsi.

Si sente un gemito di dolore uscire dalla bocca della ragazza appena viene spinta violentemente contro il muro, vedo la mano di quello stronzo di Minjea alzarsi, non si può andare avanti.

Sentii un fuoco assalirmi, gli altri guardano attentamente, chi impaurito, chi infastidito.
Non riesco a trattenermi, mi alzo velocemente e prima che Minjea tiri uno schiaffo a Y/n lo blocco stringendogli forte il poso.

I miei occhi incontrano quelli dolci e quasi tremolanti di Y/n.
Dopo qualche secondo lì fermi vedo un sorriso enorme crearsi sul volto della ragazza ai miei piedi, un sorriso sincero, di ringraziamenti.

Il suo sorriso mi sciolse, mi piaceva il suo sorriso, i miei muscoli si rilassano appena vidi la sua luce ammalarmi.

Minjea ritira il braccio e mi tira un pugno sulla mandibola.

Ghigno, non sa contro chi si sta mettendo a quanto pare.
I miei amici erano più preoccupati per Minjea e i suoi amici che per me.

In pochi minuti i 5 ragazzi pronti a picchiarmi sono stesi a terra sfiniti. Ho ricevuto qualche cazzotto, ma niente di che.

Alessia aveva già raggiunto Y/n che la abbracciava fortemente scaricando lo stress.
Appena i suoi occhi si posano sul mio gruppo per poi passare su di me il suo sguardo si trasforma da quasi tranquillo a preoccupato.

Si alza velocemente e mi raggiunge, mi afferra il polso e poi vengo trascinato verso l'uscita della palestra, guardo prima i miei compagni interrogativo, poi la sua amica che mi indica il volto, credo mi voglia medicare.

Arriviamo presto all'infermiera, posta quasi accanto alla palestra, io mi siedo sul lettino, mentre lei cerca il materiale. A quanto pare qui non ci sono infermieri, dobbiamo chiedere aiuto o a un compagno o a un insegnante.

"Perché lo hai fatto?" Sento la sua vocina domandarmi.

"Non avrei dovuto? Avrei dovuto restare a guardare un coglione che picchia una ragazzina?" Rispondo irritato, sembra che nemmeno volesse essere interrotta

"È divertente pensare che ti ho salvato e invece di ricevere un semplice grazie mi fai la predica" sembra che la sua timidezza si stia allontanando eh.

Lei mi si avvicina con un pò di cotone disinfettato per pulirmi le ferite sullo zigomo e sul labbro, e un fazzoletto per ripulirmi dal sangue sgorgato fuori.

"Grazie" annuncia prima di iniziare a tamponare la ferita sullo zigomo.
Si crea un silenzio tanto tranquillo e cullante, lei è vicina, sento il suo odore riempire il mio cervello e il suo calore addosso.

Presto finisce di disinfettare le ferite e passa velocemente un dito sul mio labbro inferiore per ripulirmi da una piccola goccia di sangue sgorgata via, un leggero brivido mi passa per la schiena al contatto con il suoi freddo dito.
Il mio sguardo segue ogni suo passaggio, le sue guance si arrossisco, e alza lo sguardo su di me.

Siamo vicini, vedo chiaramente i suo occhi persi nei miei, noto in quei pochi secondo piccole imperfezioni, che però sembrano perfette, e le sue poche lentiggini sul nasino.

Lei presto si allontana imbarazzata e va a prendere un altro farmaco.
Mentre lei si allontana resto fisso nella posizione in cui ero prima, una posizione che mi sembrava tanto semplice quanto naturale.

La vedo riavvicinarsi con un tubetto di pomata, che presto mi porge.
Io resto immobile, dovrei metterlo io? Non capisco cosa stia cercando di dirmi. Non vuole farlo? Non le riesce? Si vergogna?

Forse vedendo che non capisco cerca di chiarirsi "h-ho le m-mani fr-fredde" dice con un filo di voce e balbettando.
Mi posa il tubetto sulle mani e fa per allontanarsi.

Non voglio che vada via, mi piaceva avere qualcuno che si cura di me, mi sentivo coccolato.
Di istinto la fermo bloccandole il polso, "non mi importa, fallo tu" affermo ridandogli il tubetto di pomata, quasi non sembro più io, perché dovrei fare qualcosa del genere, avrei potuto farlo tranquillamente da solo, o averlo chiesto a uno dei miei compagni.

Fatto sta che volevo essere curato da lei, non so precisamente perché, ma è così.

Chiudo gli occhi, presto sento il suo freddo dito spalmare delicatamente la pomata sul mio labbro.
Appena passa allo zigomo apro gli occhi, sembra concentrata, come se fossi fatto di porcellana, stendeva ogni tocco attentamente e dolcemente.

Il suo dito freddo si muoveva sul mio zigomo, il mio sguardo fisso su di lei, che mi sembrava tanto carina in quel momento.

Non sembro più io, non sono più a capo del mio corpo.
Appena finito lei alza il capo, rifacendo incontrare i nostri sguardi, appena mi vede fissarla scappa via, come scottata.

Le corro dietro, uscendo dall'aula la vedo allontanarsi con Alessia, i miei amici accanto all'entrata dell'aula.

E poi una risata risuona nel corridoio silenzioso prima della campanella.

Di nuovo, di nuovo quella maledettissima risata.

Connected to you [Bangchan x Reader]Where stories live. Discover now