19. Does My Side B intrigue you?

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Jeans nero, dolcevita nero, trench beige e stivaletti camosciati beige. Abbigliamento da lunedì, io e mio fratello abbiamo continuato a parlarci poco e niente negli ultimi giorni. Purtroppo non essendo dotata di una macchina tutta mia devo per forza andare con lui e sopportare altri interminabili minuti in cui nessuno dei due scherza o dice qualcosa. Mio fratello è la persona che amo di più al mondo e non parlare con lui mi rende terribilmente frustrata e nervosa, purtroppo se non gli avessi detto quello che penso, non avrebbe mai capito di rispettare le mie scelte.

Metto il borsone per l'allenamento sui sedili posteriori. Entriamo nella macchina e lui si mette al volante, parte e per tutto il tragitto non dice nulla. Zoe e Mati hanno provato a sdrammatizzare la situazione in macchina negli altri giorni ma non ci sono riusciti, per questo hanno deciso che verranno a piedi da oggi se non faremo pace. Il problema è che siamo entrambi fin troppo orgogliosi e non ci chiederemo mai scusa. Io non credo di dover fare il primo passo, d'altronde ha sbagliato lui e se ne deve rendere conto. Durante il viaggio  guardo verso il finestrino perché se il mio sguardo si spostasse verso Kevin probabilmente direi qualcosa e non devo assolutamente farlo. Quando siamo arrivati davanti scuola faccio per aprire la portiera e scendere dall'auto ma lui mi ferma prendendomi la mano.
<<Cami, mi dispiace di non aver fatto quello che mi avevi chiesto ma la rabbia è stata più forte. Immaginare che il ragazzo che abbiamo accolto a casa nostra per due anni ti abbia tradita e trattata male mi ha fatto sbottare. Non ci ho visto più>>

<<Tranquillo, ormai è passato. Ma promettimi che la prossima volta che ti dirò di non intrometterti in una faccenda al posto mio, non lo farai>> gli chiedo.
<<Okay...>> acconsente e mi abbraccia. Mi era mancato così tanto il mio gemellino.
<<AWW FINALMENTE!>> urla qualcuno al di fuori, Zoe e Mattia emozionati dalla pace.
Scendo dall'auto ed abbraccio la mia migliore amica, dopo qualche saluto di circostanza io e Zoe ci allontaniamo leggermente dai nostri fratelli. Ancora non abbiamo trovato la soluzione per quanto riguarda il nostro cellulare, questo è decisamente negativo per la nostra dignità, quella che rimane almeno.
<<Cami hai pensato a quello che dobbiamo fare? Più passa il tempo più aumenta il rischio che qualcuno abbia il nostro cellulare nelle sue mani e sai che cosa potrebbe succedere>> mi dice sottovoce, nel suo tono avverto il timore, la guardo negli occhi e riconosco la bambina con la quale ho trascorso tutta la mia vita, lei riccia bionda, io mora e liscia. Sin da piccole siamo sempre state un duo perfetto e nemmeno un telefono sparito potrà dividerci o separarci, farò di tutto per trovarlo.

<<Non preoccuparti. Rasserenati sapendo che c'è un blocco molto complicato per aprirlo.
Una persona deve essere parecchio fortunata per fare colpo, troverò una soluzione entro oggi te lo giuro>>
I nostri fratelli si avvicinano a noi e Zoe mi rivolge un ultimo sguardo sereno prima di incamminarci verso l'ingresso della scuola, da lontano però mi sento parecchio osservata. Con la coda dell'occhio cerco di risalire alla persona che mi sta guardando, ovviamente si tratta di Edoardo e Niccolò. Quest'ultimo mi sorride ampiamente ed io ricambio il sorriso cercando di non farmi vedere da mio fratello e Mattia che potrebbero pensare male, anzi anche Zoe ora che ci penso. Notando questi nostri sorrisi, Edoardo fulmina il suo migliore amico. Ops.
Zoe entra in classe, Mattia e Kevin anche, io rimango nel corridoio, giusto il tempo di prendermi un caffè veloce alle macchinette automatiche, peccato che come al solito non sono sola.

<<Ti serve qualcosa di specifico o è il mio lato B che ti incuriosisce, Martin?>> domando ancora di spalle. Lo sento sghignazzare.
<<Sono furba e curiosa, tutto qui>> continuo a spiegare.
<<No, sei una vipera, che è diverso. E comunque, se proprio lo vuoi sapere, il tuo lato B incuriosisce chiunque, non solo me>> mi corregge. Mi volto all'improvviso, non essendo cosciente del rischio che ho corso. In effetti mi trovo con la schiena contro la macchinetta e davanti al mio viso, poco meno di tre centimetri c'è il viso da bello e dannato di Edoardo Martin. Una qualsiasi ragazza si sarebbe praticamente sciolta sotto il suo sguardo provocante e malizioso, e per poco non ci casco pure io, ma poi mi ricordo che è uno stronzo, egocentrico e criminale e quindi ritorno alla realtà. Mi guarda intensamente come volesse estorcermi i pensieri con i suoi occhi verde intenso.
<<Volevi parlarmi di qualcosa?>> gli domando per calmare qualcosa dentro di me. Probabilmente mi ha seguita perché vuole chiarire la situazione di qualche giorno fa o probabilmente vuole intimorirmi, ma sa che non ci riuscirà.
<<Tu pensi che dobbiamo parlare di qualcosa?>> chiede lui con voce suasiva. Che trabocchetto da idiota. Sicuramente vuole che sia io a dirgli del fatto che l'ho pescato mentre stava commettendo un crimine così che se si sbaglia non si scaverebbe la tomba da solo.

Basta Che Siamo Sotto Lo Stesso CieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora