41. From Question To Question

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Edoardo ritorna velocemente, ed ha una felpa in più tra le mani. Indossa sempre i pantaloncini della tuta, una canotta a giro maniche bianca e la felpa della tuta abbinata con l'immancabile catenina d'oro attorno al collo.
<<Non per fare il gentiluomo, ma non vorrei che ti prendesse un accidente>> dice scimmiottandomi. Mi porge la felpa e la prendo, ma non la indosso. <<Se lo riterrò necessario, la metterò>> dico, lui sospira seccato. <<Come ti pare>>

Usciamo dal cancelletto e iniziamo a camminare lungo il marciapiede. Nemmeno il tempo di affiancarmi che una macchina colma di ragazzi, che sfreccia con la musica altissima si ferma, mi urla qualcosa e poi riparte. <<Ciao bella, il prossimo giro te lo fai con me!>> subito divento seria, fredda, incazzata. <<Vaffanculo, stronzo!>> urlo con tutto il fiato che ho in gola. Mi fa' ribrezzo tutto ciò, odio il fatto che ci sia davvero gente che si sente in diritto di fare apprezzamenti volgari sulle persone che camminano per strada, senza un apparente motivo. I complimenti possono essere fatti, ma sempre con toni pertinenti e gentili, e non urlando come gli uomini primitivi, senza il senso del rispetto. E odio il fatto che non capiscono minimamente il danno psichico che causano alle vittime dei loro "apprezzamenti", la gente si sente violata, umiliata; fischiare o urlare ad una persona per strada vuol dire invadere e frantumare la propria privacy e tranquillità.

Questo gesto inconsciamente rivela stima inesistente nei confronti della persona a cui si rivolge un "complimento", ma ancor di più, distrugge l'autostima della persona stessa, consapevole in qualche modo di esser trattata come un bersaglio di frasi a scopo sessuale; riducono la ragazza o il ragazzo in questione, a reputare il proprio corpo un oggetto in mostra e tutto ciò, mi fa seriamente ribrezzo. E ancor di più il fatto che la persona senza neuroni che decide di fare catcalling, non sa che la vittima prova disagio e senso di colpa, come se il motivo per il quale viene molestata, perché sì, è una molestia, fosse causa del proprio modo di vestire o del proprio comportamento. Sono schifata. E anche qualcuno accanto a me, dato che, quando l'auto riparte a tutta velocità, prende una pietra da terra e la lancia con violenza su quest'ultima. <<Se ti trovo ti ammazzo, figlio di puttana!>>
Poi si ferma e mi prende la mano, costringendomi a fermarmi e guardarlo negli occhi. <<Stai bene?>> chiede preoccupato. Annuisco e riprendiamo a camminare a passo lento.

<<Maledetto vestito>> si lamenta guardando le mie gambe scoperte, lì mi fermo di scatto e lo fulmino con lo sguardo. Questo non doveva proprio dirlo.
<<Cosa? Credi che tutto questo sia colpa del vestito? Solo perché indosso una gonna corta o un vestito scollato, allora i maschi devono sentirsi in dovere di farmi allusioni sessuali? Ti do' una notizia: non è così. Spiegami il motivo per cui dovrei rifiutare di indossare un abito che mi fa sentire bella solo perché se giro per strada gli scimmioni mi urlano!>> spiego con tono di voce piuttosto alto, lui in tutto ciò scuote la testa ripetutamente per fermarmi e muove le mani davanti al mio viso.

<<Ma che stai dicendo? Non era questo che intendevo!>> mi urla.
<<E allora cosa?>> chiedo di rimando.
<<Maledetto vestito perché non riesco a staccarti gli occhi di dosso e quanto pare, anche tutti gli altri...>> confessa, quasi come fosse pentito inizia a camminare guardando fisso davanti a lui. Edoardo Martin non riesce a staccarmi gli occhi di dosso ed io vorrei sorridere ma mi rifiuto di farlo e ringrazio che sia notte perché sicuramente sono rossa come un peperone. Non so proprio cosa pensare di questa situazione, ci siamo odiati fino a poco fa e per giunta ha una ragazza in testa... Non dovrebbe dirmi queste cose.
Decido di non dire nulla e restiamo in silenzio per un po'.

<<Pensavi davvero che con cinque bottiglie di birre mi fossi addormentato?>> domanda per cambiare discorso. Perciò per tutto quel tempo lui era sveglio? Che figura di merda!
<<Perciò eri sveglio? Per.. Tutto il tempo?>> chiedo dubbiosa. Era cosciente di tutto questo idiota e non mi ha detto niente! <<Puoi dirlo forte, Bianchi, mi hai fatto proprio patire, credimi non ce la facevo più a resistere. Non ero mai stato immobile quando c'era una ragazza nel mio letto>> commenta e dentro brucio come non mai. Fantastico. Non è niente di nuovo ed in effetti non dovrei rimanerci male, eppure non riesco a non immaginarlo con una ragazza diversa ogni sera ed io che magari, pensavo a lui.
<<Buono a sapersi...>> sussurro e lui si ferma e si mette a ridere. Ora che cazzo ha da ridere?
<<Volevo farti prendere uno spavento e riprendermi il telefono però è stato esilarante. Non ricordi che ho il sonno leggero?>> domanda scherzando. <<Beh, ci ho sperato e comunque, ho vinto io>> sancisco mostrandogli allegramente il telefono.
<<Vedremo chi avrà l'ultima parola>> fa l'occhiolino e si siede su un muretto poco lontano dalla strada ed io lo seguo. <<Sai, chérie, non so se sono più io o più tu che vuoi farmi fuori dalla tua vita>> confessa guardando in alto. Sento che tutto ciò che esce dalla sua bocca è espresso dalla sincerità. Ci penso un po' prima di dargli una risposta; sicuramente ho voluto evitare un contatto con Edoardo per un bel po', ma anche lui non scherza...

Basta Che Siamo Sotto Lo Stesso CieloWhere stories live. Discover now