4. Strong Woman

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<<Ehi Cami, torni con noi?>> chiede mio fratello.
<<Mi accompagna Andrea>> rispondo e gli sguardi che ricevo non esprimono nessun tipo di emozione. So che mio fratello non ha mai apprezzato Andrea, non è proprio il ragazzo che voleva per me ma col tempo ha imparato ad accettarlo, lui mi è stato vicino in quel brutto periodo della mia vita e non ho mai dimenticato la forza che mi ha dato, perciò ci siamo messi insieme. Sfortunatamente da un po' di mesi a questa parte non ci vediamo più spesso come prima, e non messaggiamo neppure. Lui frequenta l'ultimo anno, lavora con suo padre e spesso non ha tempo per me, da una parte lo capisco ma dall'altra mi mancano le attenzioni di un tempo. Litighiamo la maggior parte del tempo per qualsiasi motivo ogni volta che ci vediamo, lui è stanco di ciò invece a me piace litigare e avere ragione. Ma non nego di essere esausta anche io.
Dopo la scuola, all'uscita aspetto Andrea che arriva con la sua auto. Rimango sola poiché tutti tornano a casa, beh, quasi sola. In lontananza vedo Edoardo con i suoi amici che esce con il suo passo altero e sicuro, quasi come non gli importasse di niente. Fa' che non mi noti, per favore, fa' che non mi noti. Non voglio iniziare una discussione con lui.

Per mimetizzarmi cammino lateralmente verso una pensilina, passo dopo passo spero di riuscire a farcela ma ovviamente, nella mia vita non può andare sempre bene perciò...
<<Ehi chérie, che fai tutta sola? Cerchi di scappare da me?>>
<<Scappare non è da me, dovresti saperlo. Non si può dire lo stesso di te, ovviamente>> urlo le ultime cose per farmi sentire bene, ho proprio voglia di rinfacciargli i suoi errori e che i suoi amici mi ascoltino forte e chiara.
Prima che lui potesse avanzare ancora verso di me o rispondermi, Andrea arriva con la sua macchina e parcheggia proprio di fronte a me. Scende velocemente e mi sorride, è bellissimo come sempre anche se è incazzato con me ed io con lui. Capelli biondissimi, occhi chiari e un viso perfetto, viene verso di me e mi bacia in modo freddo, giusto per salutarmi, qualcuno però è infastidito dal nostro amore, e ce lo fa notare con un sonoro <<Bleah>> seguito da un conato di vomito finto. Andre lo sente e si volta sorpreso.

<<E tu che ci fai qui?>> domanda infastidito. Il mio fidanzato conosce bene Edoardo e i suoi amici, non solo perché ho avuto modo di parlargliene. Istintivamente mi spinge dietro al suo corpo con fare protettivo anche se non capisco il motivo di questo suo atteggiamento. L'unica cosa che non mi è mai servita da un ragazzo, o in generale dalle persone, è protezione, perché per fortuna Dio mi ha fatta autoritaria e indipendente. Edo di rimando inizia una fragorosa risata.
<<Da chi la proteggi? Da me? Da noi?>> chiede ironico con un leggero tono arrabbiato mentre lo guarda minaccioso e avanza furioso.
<<Con un tipo come te non si è mai troppo sicuri>> risponde. Ed io, da brava ribelle sfrenata, mi allontano dalle spalle alte di Andrea.
<<Camila non mi interessa e non le farei nemmeno del male. Non posso dire lo stesso di te, sai, mi stai proprio sul cazzo>> ringhia incrociando le braccia al petto. Quella sua frase mi colpisce, che non gli interesso lo avevo già capito due anni fa, ma il discorso del non volermi fare del male non penso sia vero. Altrimenti non saremmo così oggi. Una delle cose che ci ha sempre accomunato è il dire in faccia ciò che pensiamo senza peli sulla lingua, ed è ciò che sta facendo.
<<Non che ci interessa di quello che pensi tu, Martin...>> rispondo e Andrea mi sorride ma non l'ho fatto per lui. Edoardo invece non mi guarda neppure.
<<Andiamo via, Cami, non vale la pena parlare con uno così>> il mio ragazzo mi prende per mano e ci allontaniamo verso la macchina con lo sguardo di Edoardo e i suoi amici che ci segue, me lo sento addosso.
<<Farò finta di non averti sentito, idiota, altrimenti Camila dovrà piangere per te al tuo funerale e penso che nessuno voglia ciò>> dice infine.

Come ogni fottuta volta che ci vediamo, io e Andre iniziamo a litigare e dopo un anno, l'argomento della discussione è proprio Edoardo. Appena entrati in macchina ha iniziato a dirmi che non avevo dato il giusto peso alla questione "ritorno di Edoardo". Non era così geloso da tanto tempo ma soprattutto non era così arrabbiato da un bel po', per cui mi sono molto sorpresa.
<<Casualmente è proprio la sua scuola che viene trasferita da te>> sbraitava.
<<Ma perché mi stai dicendo queste cose? Io che colpa ne posso avere? Non ho mica fatto cadere in pezzi io la sua scuola per farlo venire qua>> ho spiegato.
<<Dico solo che mi sembra tutt'altro che una coincidenza>>
<<Ed io ti ripeto che non è colpa mia, non capisco perché tu te la stia prendendo con me>> ho urlato incazzata. Non vedevo l'ora di scendere da quella macchina e chiamare Zoe.
<<Come dici tu... Tanto hai sempre ragione e se ti dicessi che sono geloso perché si vedeva da un miglio che quel ragazzo aspettava il momento giusto per saltarti addosso, mi daresti uno schiaffo in faccia>>
<<Certo che lo farei perché se non l'avessi capito, io e lui ci detestiamo da due anni, dovresti saperlo benissimo dopo ciò che ho passato e tu eri presente>> Quando finalmente noto il viale che porta proprio davanti casa mia inizio a tranquillizzarmi, mi piace discutere ma non certo per delle cazzate.
<<Non mi va più di parlarne, Camila mi interessa soltanto che tu stia lontano da lui>> ha sancito mentre stavo per scendere dall'auto.
<<Figurati, non è una novità>>

Basta Che Siamo Sotto Lo Stesso CieloWhere stories live. Discover now