Cap.19 Goccia d'Amarezza

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La sveglia suonò. Il tempo era passato, tra lacrime e sospiri, che mi avevano fatto dormire fino al giorno dopo. Non ero in condizioni psichiche di andare a scuola. Ma avevo un compito da fare, e se non avessi superato l'anno, mia madre mi avrebbe ridotto in condizioni fisiche simili al mio stato d'animo.

Ormai la primavera si faceva sentire, di conseguenza i vestiti dovevano essere più leggeri,  nonostante il clima gelido e instabile di Toronto. Solito Pantalone nero, camicetta sul blu scuro e, zaino in spalla. Decisi di mettermi subito gli auricolari per liberandomi di tutti quanti gli sguardi. Scesi, ignorai il fatto che mamma non mi aveva salutato. Evidentemente era già a lavoro, forse per recuperare le ore che aveva perso ieri per venirmi a prendere. Mi guardai allo specchio, per aggiustarmi un ultima volta, e notai, una cicatrice sul mio occhio sinistro, proprio sopra la tempia. Evidentemente erano stati loro. "Ecco, questo ci mancava. Non bastavano degli occhi incolore, anche una cicatrice. Fantastico!! Ora sarei stato guardato come non so, un assassino". Decisi di coprirla con un ciuffo di capelli. Poco riuscii a coprire, ma almeno, di primo impatto non si notava. Presi la giacca e uscii. Arrivato alla fermata, stranamente, venni guardato da tutti. Tutti cambiarono discorso o smisero di parlare. La gente si apriva e mi lasciava passare. Non avere la più pallida idea di quello che stava succedendo non era il massimo. Feci finta di niente, ma doveva essere successo qualcosa.

Nel bus uguale. La gente aveva l'espressione preoccupata. Mi guardava ma se incrociava lo sguardo smetteva subito. Non lo capivo. Arrivato a scuola, stessa cosa. Ok, ora era diventato preoccupante. Volevo capire. Un ragazzo, stava leggendo un giornale e sulla prima pagina, c'era l'articolo sull'omicidio di Harry avvenuto settimane fa. Mi avvicinai per leggere meglio, ma il ragazzo, prese il giornale, lo piegò in maniera frettolosa e iniziò a camminare velocemente verso una classe.

La campanella mi distolse da tutto quello stava succedendo. Entrai in classe,e pure lì continuavano con quegli sguardi. Ma c'era a cui diedi particolare importanza. Era in fondo alla classe, e a differenza degli altri, mi guardava con occhi profondi e pieni di felicità. Mi andai a sedere lì, a fianco agli stessi occhi che mi avevano condannato il giorno prima ma salvato quella mattina.

"Buongiorno compagno di banco" mi disse dandomi un bacio sulla guancia, " pronto al compito? "

Mi limitai a guardarla. A vederla sorridere, con i capelli dietro le spalle. Quanto adoravo il suo profumo, i suoi capelli color notte. Ma non ero felice. Vederla mi fece ricordare tutto quello che avevo passato il giorno prima. Ed era già una fortuna poter camminare senza problemi. Lei mi guardava, cercava uno sguardo, ma cercavo in tutti i modi di stare lontano da quei suoi occhi. Lei ad un certo punto, con espressione preoccupata, mi accarezzò la guancia dicendo

"Addy...ma...questa? Cosa è.."

"Lascia perdere.."

Mi spostai con la testa levando la sua mano dal viso. L'espressione del suo viso era mortificante, guardarla triste,era una pugnalata al cuore. Immaginai la sua espressione a qualcosa di più..pesante.

Mi separai con il banco, lei cercava risposte, ma in quel momento e in quel luogo non avrei detto nulla.

Intanto arrivò la professoressa con i compiti. Altra sfida ora. Cercai per 2 ore di pensare alle molecole e a scienziati con nomi impossibili, di sicuro era più facile affrontare i vari problemi che stavo vivendo. Diciamo che tra un suggerimento da destra e una risposta da sinistra, ero abbastanza certo di aver preso una sufficienza. Ma la cosa peggiore, era ricordare quando Giuly venne a studiare. Mentre segnavo le risposte, me la vedevo come un flash nella mia mente. Di fatti, ogni volta che la immaginavo, mi giravo per guardarla.

La campanella suonò l'intervallo e c'era chi usciva, chi restava in classe e chi stava in cortile, nonostante le nuvole grigie  e l'assenza del sole. Appoggiato alla finestra che si affacciava sul cortile ero fin troppo pensieroso da non accorgermi di  Giuly  che si stava avvicinando per a parlare con me, ma dovetti scappare in cortile. Avevo visto Luke, Rosy e il loro gruppo, avvicinarsi a Josef, che stava per fatti suoi con alcuni della sua classe. Non curai affatto Giuly. Forse potevo fare qualcosa, oppure era troppo tardi.

The Dark Side of LoveWhere stories live. Discover now