Cap. 3 In Frantumi

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Nel pullman Jo rimase quasi scocciato per tutte le cose che stavo raccontando di questa ragazza ancora sconosciuta. Era bello parlare di qualcuno, anche se la conoscevo da un giorno. Ad un certo punto però, Josef fermò la mia cantilena dicendo:

"Visto Adam? Non ci voleva tanto..bastava trovare una ragazza.."

Quella voce che sospirava, mi diede un fastidio..

"Guarda che non mi piace, Genio!
Ti sto solo raccontando una cosa, non pensare a male capito!?!"

Scoppiò in una fragorosa risata, cerco di trattenersi ma non ci riuscì affatto..

"Guarda che non ho detto nulla..hai fatto tutto tu..HAHAHAHAH"

Per tutta la durata del viaggio lui aveva un sorriso stampato in faccia, lo odiavo tanto in quel momento, avrei voluto togliergli quel espressione, ma avrei voluto sparire io per l'imbarazzo.

Tornato a casa salutai mamma e pranzammo, non parlai della giornata. Non parlavo molto con lei, alla classica domanda "Che cosa avete fatto oggi?" la mia risposta è sempre stata "Niente". Finito di pranzare, salii in camera, e tutta la felicità che avevo per la mattinata scomparve improvvisamente. Guardare quella lettera poggiata lì, sul cuscino, mi fece tornare alla luce il motivo della tristezza.

Ripresi la lettera, la mano tremava, leggevo ma sapevo ogni parola a memoria. Questa volta non mi fissai sull'ultima frase, ma ero dubbioso sul regalo: La Collana.

È un ciondolo a forma di rombo di color viola quasi nero, sembrava oscuro, poi con delle incisioni in argento che rappresentavano una X tutta particolare in quello che sembra vetro, ma è troppo lucente e acceso, quasi luminoso. Doveva essere una gemma di chissà che posto. Avevo in mano quel ciondolo, lo scrutai in ogni punto, provai amche a morderlo per controllarlo meglio. Infilai la catenina all'interno del foro per appenderlo, ma non lo misi al collo, l'avevo ancora in mano e lo stringevo forte così forte che gli spigoli mi facevano male, quasi tagliavano.

Tanta era la rabbia in quel momento, che scesero lacrime piene di amarezza e rimorsi.

"Dove sei adesso? Perché non sei qui a dirmi ti voglio bene? Perché mi hai fatto questo regalo?! ..perché ci hai lasciato...PERCHÉ?!?!"

Troppa rabbia repressa uscì in quel istante e tirai un pugno al muro, ammaccando l'intonaco ma il danno lo subì io di più: la punta del ciondolo aveva spinto troppo dentro ed aveva lacerato l'interno delle mano.

Subito aprii la mano dolorante facendo cadere il ciondolo per terra, scheggiato, con il vetro quasi del tutto rotto. Il mio sangue gocciolava su di esso, ormai quasi del tutto sporco, ma sempre con quel lieve luccichio. Faceva male, ma non era nulla in confronto al mio umore. Ero distrutto.

Pensai a curarmi la mano, così andai in bagno, presi un asciugamano e iniziai a tamponare e a passare più e più volte la mano sotto l'acqua. Niente di che alla fine, ma comunque dovetti bendare la mano per impedire altri danni o infezioni.

Tornai in camera, mi stesi sul letto, e notai che il ciondolo, era limpido e completamente sano, senza alcuna traccia di sangue sopra. Strano, ma più strano era che brillava più di prima, incuriosito lo presi con la mano bendata. E fu così che il Ciondolo iniziò a brillare così forte da rendersi impossibile da guardare, così chiusi gli occhi per il bagliore così tetro che emanava. Finito il lampo, tornò alla sua lucentezza normale, solo che la X argentata era diventata rossiccia, e sembrava come se ci fosse un liquido all'interno.

Se prima ero confuso per mio padre, adesso lo ero molto di più perché non avevo idea di che cosa stesse succedendo. La mia testa stava esplodendo, troppe cose in una sola giornata.

"Ma perché io non posso avere una fottuta vita normale o comunque felice!?"

Piagnucolai con una voce ormai disperata. Si era fatta ora di andare a dormire, ma non ci riuscivo a prendere sonno,

Mi muovevo sempre, cambiavo posizione ogni volta, non era possibile dormire. Eppure non ero sveglio.

Ero dentro la mia testa, di sicuro era un sogno..o un incubo. Tutto buio. Ero seduto con le ginocchia al petto e le abbracciavo forte. Piangevo, ero disperato, ero Solo, mi sentivo freddo e morto. Cadde una goccia dal mio viso ormai rigato dalle lacrime. Appena cadde, la colonna che avevo al collo, si illuminò ancora una volta di quel viola così acceso e inquietante. La collana iniziò a levitare da sola, come se ci fosse qualcuno a sollevarla. Continuava e continuava, mi costrinse ad alzarmi e quasi a mettermi in punta di piedi

Arriavata al massimo ci fu una bomba abbagliante di luce. Così forte da illuminare tutto intorno a me. Mi sentivo molto più caldo, più forte, più vivo di quanto non lo fossi mai stato. Ma appena cercai di abbassare lo sguardo venni svegliato da un rumore familiare .

La sveglia segnava le 6:30.

Aprì gli occhi, mi  alzai di colpo, ed ero in camera mia.

"È stato tutto...un sogno."

Dissi a voce rauca e bassa. Ma qualcosa non andava.

Avevo la collana al collo, e non ricordavo di essermela mai messa prima.

Era legata e fatta giusta per essere nè troppo larga, nè troppo stretta. Perfetta.

Provai a toglierla, ma non c'era il gancio per aprirla, ed era troppo stretta per farla passare sopra la testa, quindi lasci perdere perché non mi avrebbe cambiato la vita..almeno..

L'unica cosa che mi fece sorridere in quella mattinata, fu il fatto che oggi a scuola avrei finalmente saputo il nome di quella ragazza.

The Dark Side of LoveWhere stories live. Discover now