Capitolo 21

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L'assemblea era già entrata nel vivo quando Mel arrivò, in ritardo. Cittadini arrabbiati si alzavano in piedi ed urlavano tutti insieme. C'erano almeno una trentina di persone, molte di più di quanto non avessero previsto. Joe si era eletto presidente e sedeva compiaciuto e sorridente.
- Vogliamo tetti nuovi.
- Gabinetti dentro le case.
- Bagni.
- Riparazioni ai marciapiedi.
- Muri impermeabilizzati.
- Acqua calda.
- Nuovi infissi.
- E alberi sul terrapieno della ferrovia. Dietro nuove ringhiere di ferro. E fiori, per avere qualcosa di bello da guardare.
Joe martellò sul tavolo con il suo boccale di birra. - Allora, signore e signori. Abbiamo bisogno di in piano.
- Qualcuno dovrebbe andare a trovare quei buffoni in Municipio.
- Qualcuno che sappia qualcosa di case. Che sappia cosa si deve fare.
Tutti si voltarono a guardare il signor Miller. Lui disse, ironicamente divertito: - Laggiù non daranno retta a un negro.
La signora Atkins rispose: - Laggiù non daranno retta a nessuno. Ecco quello che dobbiamo costringerli a fare. Starci a sentire. Come con la campagna per i rifiuti. Quella volta abbiamo vinto.
Ci fu un mormorio di approvazione.
- Il signor Miller si occupa di costruzioni. Io propongo che il signor Miller sia il nostro rappresentante.
- Udite, udite.
Il signor Miller aggiunse: - Ci sarà bisogno di più di una persona. Abbiamo bisogno di un comitato.
- Il signor Nicholls- disse qualcuno. Tutti guardano di sottecchi i due uomini e attesero. Senza fiatare. Erano stati vicini di casa per dodici anni e, per quello che tutti ne sapevano, non si erano neanche mai detti "Buongiorno" nè avevano mai preso atto l'uno dell'esistenza dell'altro.
Dopo un istante, il signor Nicholls guardò di malavoglia il signor Miller ed annuì rigidamente col capo. - Molto bene. Ho lavorato con il governo locale finché non sono andato in pensione. Potrei essere utile nelle procedure.- Un vago sorriso disturbava il sorriso, come quando il ghiaccio si rompe sotto il sole invernale. - Credo che potremmo essere in grado di preparare qualche piccola... ehm... sorpresina, per fargli alzare la testa e starci a sentire.
In fondo alla stanza il singor Singh alzò la mano. - Forse anche io potrei essere utile.
Tutti fissarono la sua faccia dolce e seria, con i lucenti occhi scuri. - Solo dietro le quinte- disse scusandosi - non sono fatto per i combattimenti corpo a corpo. Ma sono un avvocato laureato. Tra breve farò i miei esami per l'ordinamento inglese. Ci sarà bisogno di un consulente legale. Ma se preferite non...
- Il signor Singh è nel comitato?
Tutti applaudirono.
- Joe Isaacs.
- D'accordo.
- Mel Calder.
- No- disse fermamente Mel. - Ho gli esami di maturità ed ho appena saputo che mia madre tornerà a casa la prossima settimana. Non contate su di me per il comitato. Ma vi darò una mano con le incombenze più faticose. Che ne dite di Lucinda? È stata un'idea sua. Io penso che dovrebbe essere la nostra segretaria.
Lucinda fu eletta segretaria. Joe le fece l'occhiolino ad alzò il pollice.
- Nessun altro? Signora Ranjit? Va bene, ragazzi, ci siamo. Abbiamo in nostro comitato di Associazione per lo sviluppo. Al nostro successo!
L'assemblea ruppe le file entusiasticamente nel tentativo di arrivare al bar in tempo per le ultime ordinazioni.
Fuori, Lucinda era piegata in due, in preda ad un attacco isterico di risate.
Mel disse: - E adesso che c'è?
- Ma non te li immagini, il mio paparone, il piccolo signor Nicholls e il dolce signor Singh che inseguono il sindaco in giro per i corridoi del Municipio? E la signora Ranjit che arriva da dietro con il suo striscione? In Municipio non sanno quello che gli sta per piombare sulla testa.

MEL - Liz BerryWhere stories live. Discover now