Capitolo 12

333 5 0
                                    

Mel non aveva assolutamente idea da quanto tempo fosse stato chiuso il rigattiere. C'era un freddo pungente e la mattina sui marciapiedi c'era il ghiaccio. Adesso Keith Edwards le dava spesso un passaggio a casa, quindi Mel non passava più davanti al negozio facendo la scorciatoia.
Durante i giorni seguenti ci andò appositamente, ma la porta era sempre chiusa. Qualcosa doveva essere andato storto. Non sapeva come mettersi in contatto con Mitch, e se lui era veramente quel Mitch Hamilton, non c'era nessuna speranza. Doveva essere ancora in tournée, oppure in registrazione o qualcosa del genere.
Poi un pomeriggio, con grande sollievo, vide che la porta del negozio era di nuovo aperta e che Mitch era al suo posto, con i piedi sulla scrivania, indecoroso come non mai.
- Mitch! È successo qualcosa? È un sacco di tempo che non vedo Lou.
Lui annuì. - Sono tornato oggi. Sarei venuto a trovarti più tardi. Lou è scivolato sul ghiaccio e si è rotto una gamba.
- Rotto una gamba!- gli fece eco Mel sconsolata. - Ma questa è una cosa grave quando si è vecchi. Sta in ospedale?
- Al Saint Joseph.
Mel lo fissò. Era molto dispiaciuta. Era arrivata a pensare che Lou fosse indistruttibile, qualcosa di saldo in mezzo a una marea in movimento. Si sentiva stupida. Niente era eterno. Non aveva ancora imparato la lezione?
- Sta bene? Voglio dire, c'è qualcos'altro?
- Stufo, annoiato, seccato e brontolone più che mai- sorrise Mitch. - Vorrebbe uscire, ma non ne vogliono nemmeno sentir parlare. Sarà una cosa lunga. A quell'età le ossa non si rimettono a posto tanto facilmente.
- Potrei andare a trovarlo?- chiese Mel. - Pensi che gli seccherebbe?
- Stai scherzando? Sarebbe felice come una pasqua. Non è che la gente stia esattamente facendo la fila per andarlo a trovare. Solo io e il vecchio Syd.
- Tu gli terrai aperto il negozio?
Lui sembrò preoccupato. - Per un pò si. Quando andrai all'ospedale?

Andò a trovare Lou il giorno dopo. Mitch era già lì, seduto sulla sponda dell'alto letto.
Lou era sorprendentemente magro e patetico nella camicia da notte dell'ospedale. Il vecchio collo, scoperto, era rugoso e ossuto. Aveva delle chiazze di un colore malsano sugli zigomi e sembrava stesse scomodo con le coperte ammucchiate sopra una imbracatura che gliele teneva discoste dalla gamba.
Rattristata Mel guardò Mitch, improvvisamente contenta che lui fosse lì. Lui le fece un occhiolino d'incoraggiamento.
- Bhe?- disse Lou in tono di sfida. - Ho un bell'aspetto, vero? Affascinante come sempre?
- Hai un aspetto orrendo- disse Mel preoccupata. - Come sei riuscito a cacciarti qui dentro? Te l'avevo detto che la birra era troppo forte per te.
Gli occhi di lui brillavano di soddisfazione.
- Non sono ancora pronto per tirare le cuoia, in caso fossi venuta darmi l'estremo saluto.
- Non ti prenderebbero. In nessuno dei due posti.
Lui fece una risata chioccia.
- Ti ho portato un regalo.- Mel poggiò un paio di lattine di birra sul comodino, fuori dalla visuale dell'infermiera e fece cadere sul letto una copia del Gazzettino delle corse.
Lou grufolò. - Corruzione. Non credere che io non sappia che sei venuta soltanto per vedere Mitch.
- Come hai fatto a indovinarlo?- disse Mel tranquilla. - Ma lui è un miglior partito, giusto? Me l'hai detto tu, lui ha tutti i pezzi perfettamente funzionanti.
Lou disse, cupo: - Ed alcuni di questi lavorano molto più di altri.
Mitch si alzò dal letto e si infilò il giaccone di montone. Stava ridendo. - Sei un vecchio sporcaccione, Lou.
- Te l'ho detto e te lo ripeto: ro-man-ti-co. Te ne stai andando?
- Lo sai benissimo. Ho un'intervista alla radio. Ma cercherò di venire mentre vado all'aeroporto, mercoledì.
Mel lo guardò incuriosita. Allora era proprio Mitch Hamilton degli Assasination. Era strano che non gliel'avesse mai detto.
- Mitch- il nonno lo acchiappò per un braccio. Adesso non stava scherzando, aveva un aspetto vecchio e preoccupato. - Non gli lascerai chiudere il negozio, vero? Non lascerai che lo venda mentre io sono intrappolato in questo buco?
- Non sa nemmeno che sei in ospedale. Se lo scopre mi uccide. Però lo sai che dovrò chiudere il negozio per un pò mentre sono in Spagna.
- Per tuo padre sarà la scusa che aspettava- disse Lou piagnucoloso. Mel pensò che per la prima volta sembrava vecchio, stanco. - È la mia indipendenza. Non durerei neanche un mese in un ospizio.
- Dai, nonno, adesso non cominciare con quella storia. Nessuno vuole chiuderti il negozio.
- Non chiamarmi nonno! Non possiamo tenerlo aperto di sabato? Sarebbe meglio di niente.
- Guarda, nonno, non posso stare in due posti alla volta. E chi altro ci sarebbe?
Mel udì la propria voce che diceva: - E io? Lo potrei tenere io il negozio aperto il sabato.
La fissarono entrambi.
- Beh, perché no?- disse Mel, respingendo il proprio senso di panico. Doveva essere impazzita. Non aveva mai avuto un lavoro di nessun tipo fino ad ora e adesso si stava offrendo di tenere aperto un negozio tutto da sola? - Cosa c'è di così difficile? Potrei tenerlo aperto per qualche settimana mentre Mitch è via, se il problema è tutto qui.
Il viso del vecchio si illuminò. - Beh, perché no? Ascolta, faremo un patto. A parte l'affitto e le bollette puoi tenerti tutto il resto di quello che guadagnerai.
Mel era seccata. - Io ti sto dando una mano. Non c'è bisogno che mi paghi.
- Siamo indipendenti, eh? Non dirmi che un pò di soldini non ti farebbero comodo.
- Certo, ma non mi è permesso guadagnarne. Ho il sussidio sociale.
- Allora li metterò da parte per te. Oppure nel negozio c'è qualcosa che ti piacerebbe avere? Un'altra poltrona?
Mel esitava. Lui sembrava impaziente, come un bambino piccolo, ma così stanco e pallido... Allora disse, riluttante: - Beh, c'è quella scrivania...
Gli occhi di Lou brillavano. - Primi dell'Ottocento. Noce con maniglie di ottone. Duecentocinquanta sterline. Un affare. D'accordo, affare fatto, ragazza.
- Non é necessario. Terrò comunque aperto il negozio.- Si alzò.
- Pensi che accetterei la tua elemosina?
Mel gli sorrise. - Penso che tu sia un vecchio ostinato. Ma molto generoso. Non te ne preoccupare. Andrà tutto bene.
- I prezzi...
- Mitch può appiccicare delle etichette sugli oggetti, oppure dirmeli a voce, e se c'è qualcosa di particolare posso fare un salto qui a chiederlelo, no? Non andrai mica da nessuna parte.- Gli fece un sorriso impudente.
- Aspetta e vedrai. Un giorno si guarderanno attorno e io sarò in piedi fuori di qui prima che qualcuno possa fermarmi!
L'infermiera in fondo alla corsia sorrise a Mel mentre usciva al seguito di Mitch. - Sembra che stia meglio. Gli avete tirato su il morale.
Mel si fermò. - Va tutto bene? Voglio dire, si rimetterà a posto, vero? Potrà camminare tranquillamente?
L'infermiera sorrise di nuovo. - A costo di morirci. La forza di volontà non gli manca. Ma ci vorrà del tempo. Più di quanto lui non pensi. Molto di più. È una frattura multipla.
- Ha un aspetto terribile. Sembra rimpicciolito.
- È vecchio e fragile. Ma uscirà di qui, non preoccuparti.

MEL - Liz BerryWhere stories live. Discover now