Capitolo 4

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"Da questa parte...no, non di li, vicino a me...Harry!" Hagrid prese il ragazzino per un braccio, evitandogli per un pelo una caduta certa.

"Devi stare attento, Harry! Qui non è come il mondo dei babbani, perditi e chissà dove potresti finire!" lo rimproverò dolcemente, rivolgendo un'occhiataccia al vicolo buio verso il quale si stava dirigendo.

"Cosa c'è li, Hagrid?" domandò Chloe, indicando il posto che avevano appena lasciato.

"Uh-uh...niente di buono piccola. State lontani da quel posto, c'è brutta gente in circolazione" spiegò in tono cupo.

Continuarono a camminare, con le loro nuove civette a portata di mano. Hagrid gliele aveva comprate come "regalo di ben venuto". La civetta di Harry era bianca, con gli occhi gialli e profondi. Aveva deciso di chiamarla Edvige, nome che Chloe trovava tremendamente adorabile. La sua invece era completamente nera con gli occhi dello stesso colore, cupi e spaventosamente misteriosi. Era stato questo tratto a colpirla, per questo aveva deciso di chiamarla Ingrid. Credeva fosse un nome estremamente particolare e sottovalutato, derivava dal greco e significava "Ing è bello". Ricordava di averlo letto in uno dei tanti libri che il suo insegnante di italiano le consigliava.

I tre si fermarono davanti ad un negozio in particolare, sembrava quasi una bottega malandata.

"Qui è dove comprerete le bacchette, bambini miei" esclamò un Hagrid tutto sorridente, spingendoli ad entrare.

Un uomo dai capelli bianchi e l'aria allegra si voltò di scatto verso la porta d'ingresso.
Passò lo sguardo sui due gemelli, soffermandosi per qualche attimo sulle cicatrici sul loro viso.

"Harry e Chloe Potter" pronunciò seriamente, facendoli sentire leggermente a disagio.

"Aspettavo di fare la vostra conoscenza. Molto lieto, Garrick Olivander" il signore chinò lievemente il capo in cenno di saluto mentre i due si avvicinavano al bancone.

"Molto bene, immagino siate qui per le vostre bacchette" iniziò a trafficare tra gli scaffali, gettandosi ogni tanto qualche occhiata alle spalle.

Nel frattempo, i ragazzini non avevano spiccicato parola, nervosi com'erano.

"Vediamo un po'....ah, ecco. Provi questa, signorino Potter" gli porse una delle tantissime bacchette, che Harry afferrò titubante.

"Su, avanti. La agiti" lo incitò Olivander.

Ma sarebbe stato meglio se non l'avesse fatto. Harry aveva solo mosso di poco il polso, ma la bacchetta aveva sganciato un fascio di luce e aveva colpito gli scaffali, creando un enorme caos.

"No! No, no" borbottò allora l'uomo, strappandogli la bacchetta dalle mani.

"Ecco, proviamo questa" gliene porse un'altra, ma stavolta Harry esitò.

"Coraggio ragazzo, é normale. Si ricordi che è la bacchetta a scegliere il mago, non il contrario"

A quel punto il ragazzino si decise finalmente ad afferrarla, e subito accadde qualcosa di strano. La bacchetta si illuminò, ma stavolta non colpì nessuno scaffale.

"Molto bene..." sorrise il venditore.

"Ora lei, signorina Potter"

A Chloe erano serviti parecchi tentativi prima di trovare la sua bacchetta, al contrario del fratello. Olivander non sapeva più dove mettere le mani, diceva che secondo lui il Cappello Parlante avrebbe avuto parecchie difficoltà a smistarla nella sua casa. Chloe, uscita dal negozio, non ci pensò due volte prima di chiedere ad Hagrid cosa fosse un Cappello Parlante.

"Dove speri di essere smistata?" le chiese il fratello dopo un po'.

"Non lo so...credo che andrebbe bene qualsiasi cosa" rispose lei vagamente.

The first shade of YOU / Chloe Potter e la Pietra FilosofaleWhere stories live. Discover now