17. Il panino della discordia

6.4K 419 317
                                    

Ho perso Rose.

L'ho persa e non la ritroverò mai più perché è una nana irresponsabile dai capelli rossi, e questo mi rende una pessima amica.

Corro giù per le scale del dormitorio, con la bacchetta incastrata tra i denti e la testa bloccata nel buco sbagliato del maglione. Un manga arrotolato mi spunta dalla tasca dei pantaloni viola con le farfalle del pigiama. L'orologio segna le cinque del mattino, lei è uscita di soppiatto almeno tre ore fa — ma non così di soppiatto, visto che è inciampata due volte nel baule e ha rovesciato per terra tutta la mia trousse di trucchi — ciò significa che con grande probabilità è morta, oppure si è appisolata da qualche parte ed è in pericolo di morte. Entrambe sono opzioni che non mi permettono di dormire serenamente. 

«Sbrigati, Reagan!» bisbiglia Roxanne, vicino all'uscita della sala comune. Ma è una Weasley, quindi non sa cosa significa davvero bisbigliare. Accanto a lei c'è Nina, con il caschetto nero spettinato e quella che sembra una borsa piena di esplosivo. Onestamente non so cosa ci faccia qui o quando la nostra operazione di salvataggio si sia trasformata in una scampagnata serale. Fatto sta che è rassicurante avere una piromane con la mania per le bombe dalla propria parte, almeno ho la certezza che non è a me che darà fuoco.

Finalmente riesco a infilare il maglione correttamente, mi sposto i capelli verdi dalla faccia e le raggiungo a passo svelto. «Propongo di controllare prima nelle cucine» suggerisco.

Roxanne arriccia il naso e mi guarda come una che la sa lunga. «Vuoi farti un panino, non è così?»

Sono pronta a ribattere, a difende il mio onore esclamando indignata che io non metterei mai un panino prima della vita di Rose, ma Nina mi precede. «Secondo le statistiche, c'è solo un dodici per cento di possibilità che sia nelle cucine»

«Quali statistiche?» mi sorge spontaneo chiedere.

«Le mie, ovviamente» dice, e Roxanne la guarda con occhi innamorati — o forse sono terrorizzati? Ho ancora la vista appannata dal sonno. «Perciò, è più probabile che sia nell'aula di pozioni, dove avvengono gli smerci illegali, oppure nella torre di Astronomia»

«Perché, cosa fanno lì? C'è una setta di fanatici del firewhisky o qualcosa del genere?» azzardo, conoscendo Rose non ne sarei sorpresa.

«No, è un bel posto di notte»

Decido che fidarsi dell'istinto di Nina, al momento, è la scelta più saggia (anche perché temo che, se la contraddico, lei mi infilerà una bomba in bocca), perciò annuisco. «Bene, quindi ci dividiamo?»

«Non dire sciocchezze» sbotta Roxanne. «Io sono nera, sono sempre la prima che muore nei film horror. Quindi col cavolo!»

Non siamo in un film, le vorrei ricordare, ma è meglio non discutere con lei se ancora non ha fatto colazione. Potrebbe tirarmi un pugno e stendermi con un solo colpo, se volesse. Ripensandoci, non mi sento più molto al sicuro a esplorare il castello insieme a lei e Nina. «D'accordo... allora andiamo tutte insieme. Ma vorrei precisare che sono io il capo della spedizione» esclamo, sfoggiando sicurezza.

«Non puoi autoeleggerti»

«Mettiamolo ai voti» propongo. «Chi vuole Reagan come capo? Nessuno? Bene, due risposte negative danno segno positivo, quindi il capo sono io. Andiamo»

Mi allontano prima che possano protestare.

***

Durante la lezione di Astronomia la professoressa ci ha spiegato che questo mese Marte è in una posizione sfavorevole rispetto all'asse terrestre. Questo significa sventura, morte imminente o una gioia inaspettata per tutti quelli nati a Febbraio come me: Albus Severus, una calamita vivente per la sfiga. Conoscendomi, escluderei a prescindere l'ultima opzione e mi concentrerei sulle prime due.

Un disastro di supercattivoWo Geschichten leben. Entdecke jetzt