13. Il Nightclub della foresta

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Lunedì notte, mentre il resto del mondo dorme, la nostra professoressa di Difesa contro le Arti Oscure decide che è giunto il momento di punire tutti gli studenti del sesto anno con una bella lezione a sorpresa.

Non so neanche come io abbia fatto ad arrivare nell'atrio, probabilmente durante il tragitto stavo ancora sognando. Fatto sta che quando sbatto le palpebre, mi ritrovo con la tempia premuta contro la spalla di Reagan, circondata da una marea di adolescenti in pigiama, increduli e assonnati quasi quanto me.

Malfoy, con la sua felpa scura e i capelli biondi che sbucano sotto il cappuccio tirato sulla testa, i pantaloni grigi della tuta e un paio di calzini appaiati, è l'unico che ha un aspetto rispettabile. Non come me, che ho fatto in tempo solo a buttarmi il mantello sopra la maglietta sgualcita delle Streghe Stravagarie (rubata a Hugo). E neanche come Albus, Roxanne e in particolare Dominique, che con quei bigodini sembra una casalinga degli anni cinquanta, in fuga con il malloppo dopo avere avvelenato il marito.

Reagan sbadiglia sonoramente e si stropiccia gli occhi. «Secondo te vogliono ucciderci?» mi chiede, prendendomi sottobraccio. «Questo sembra proprio un rapimento... mi piace!»

«Ti piacerà un po' meno quando sarai legata e imbavagliata sul fondo di un fiume» replico, ma lei mi ignora, troppo presa a salire sul treno dei viaggi mentali. Destinazione: scenari apocalittici in cui sono inserite scene di sesso irrilevanti per la trama. Chissà su chi starà fantasticando adesso...

«Seguitemi» esclama in un trillo la professoressa Crows, un'arzilla nonnina che sembra quasi amorevole quando non è intenta ad insultarti.

Cammina spedita verso l'uscita e non appena capiamo che è intenzionata a portarci fuori, un brusio sommesso di lamenti si solleva per il corridoio.

«Io sono mezzo nudo!» sbotta Albus, fissandomi come se pensasse di trovare la soluzione ai suoi problemi scritta sulla mia fronte. «Siamo in pieno inverno, mi ammalerò e morirò! Mamma mi ucciderà se crepo...»

«Tranquillo Al» lo rassicura Lysander. «Suppongo che ci sia un trentacinque percento di possibilità che la Crows abbia pensato al fattore freddo. Avrà lanciato un incantesimo antigelo o qualcosa di simile»

Naturalmente, si sbagliava.

La Foresta Proibita si staglia davanti a noi, ombre scure sembrano muoversi fra i rami storti e nodosi degli alberi. Sotto le voci conciate di tutti gli studenti del sesto anno, mi pare persino di sentire fruscii e ringhi sospetti. L'unica fonte di luce proviene dalla lanterna del custode. Così, non appena i mei piedi infilati in un paio di ciabatte rosse e pelose abbandonano il pavimento lastricato e si posano sull'erba, sguaino la bacchetta. Altri ragazzi hanno avuto la mia stessa idea e in un batter d'occhio una scia abbagliante di Lumos ci fa strada nel buio.

Il vento mi sferza in faccia, tremo e mi stringo sia nel mantello sia contro il fianco di Reagan che non è mai stata una ragazza freddolosa e, per mia fortuna, emana un calore molto piacevole.

Mi guardo attorno — ancora devo decidere se lo sto facendo perché ho bisogno di trovare al più presto una via di fuga, oppure voglio solo imprimere nella mente quanta più vita possibile prima che ci mandino nel bosco. Entrambe mi sembrano opzioni valide. Lascio scorrere gli occhi un po' ovunque, fino a che non intercetto qualcosa che cattura la mia attenzione: due ragazze (a cui evidentemente non interessano le voci su di lui) che si aggrappano agli avambracci di Malfoy e si rannicchiano contro il suo busto. Lui non le allontana ma neppure presta loro troppa attenzione.

Un disastro di supercattivoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora