PARTE PRIMA

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PARTE PRIMA

Look to the past

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Dal Prologo:

Guardandosi allo specchio, Harry pronunciò più volte il suo nome, la sua storia, tutto ciò che l'aveva portata a dove era adesso. Poi, a testa bassa, con un grave dolore nel petto, si permise di ricordare tutte quelle persone che amava e che adesso esistevano solo nella sua testa.

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Dal Capitolo II:

[...] Lei non conosceva nessuno qui.

I Mangiamorte nel suo anno erano solo figure fugaci che si stagliavano nei suoi incubi. Lily e James erano morti quando aveva solo un anno e di loro non conservava altro che il ricordo attraverso le parole altrui. Remus era stato il suo insegnante, sì, ma non l'aveva mai visto al di fuori di alcune riunioni a Grimmauld Place. E Sirius... Sirius era il suo più grande rammarico.

E poi c'era Piton.

[...]

"No, aspetta. Prova così."

La mano di sua madre si posò sulla sua, guidandone il movimento della bacchetta. Harry sentì il respiro bloccarsi in gola.

"Sei troppo rigida quando fai l'incantesimo. Sembra che tu stia lanciando una maledizione o una fattura invece di un semplice fascino." Lily ridacchiò ed Harry non riuscì a distogliere lo sguardo dalla sua bocca, quella dolce risata che le tirava in su gli angoli delle labbra e le riempiva le guance in modo delizioso. "Devi essere molto più morbida. Ecco, guarda qui."

E all'improvviso Harry sentì di non farcela.

Lei era gentilissima e bravissima e meravigliosa e... e tutto ciò che Harry aveva desiderato che fosse. Semplicemente non ce la faceva, non poteva sopportarlo.

Fu salvata dal suono della campanella.

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Dal Capitolo IV:

Girata in direzione del professor Lumacorno, Harry quasi saltò quando sentì il respiro di Piton sfiorarle il collo.

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Dal Capitolo VIII:

La Sala Comune di Grifondoro era calda e accogliente e viva e un doloroso colpo in un cuore già martoriato.

Era proprio come se la ricordava. Quasi poteva immaginare che tutto fosse tornato alla normalità, che appena finito il pranzo la sala si sarebbe riempita delle grida gioiose dei suoi compagni, delle risate di Ron, degli scherzi geniali dei fratelli Weasley. Immaginava che salendo quelle scale avrebbe trovato Hermione ad aspettarla con un libro aperto sul petto, mentre Lavanda Brown si acconciava i capelli con le sue amiche. Già vedeva il suo baule ai piedi del secondo letto a sinistra, i maglioni della signora Weasley comodamente piegati al suo interno e, in fondo, l'album di fotografie che le aveva regalato Hagrid.

Ma per quanto lei provasse ad immaginare, sapeva che non avrebbe mai ritrovato neanche un scorcio della sua vita lì dentro.

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Dal Capitolo XIV

Merlino, pensare a lui come al Severus Piton che aveva conosciuto negli anni novanta stava facendo solo del male alla sua salute mentale.

[...]

Harry lo fissò per qualche secondo. C'era qualcosa di strano in Piton ed era una sensazione assai confusa quella che provava quando interagiva con lui, sapendo chi sarebbe diventato. A questo punto, arrivata così lontana, sarebbe riuscita a separare il Piton che conosceva da questo ragazzo dinoccolato?

E come avrebbe fatto una volta tornata a casa?

[...]

"Magari posso aiutare", aggiunse facendo spallucce, e quello fece fermare l'altro ragazzo, che alzò piano lo sguardo su di lei.

"Aiutare? E come potresti?"

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Dal Capitolo XV

Le riempiva il cuore di calore vedere sua madre interagire con un uomo che Harry conosceva. La studiava attraverso il suo rapporto con Remus, la confrontava con quello che conosceva di lui e traeva conclusioni. Era come vedere le tessere di un puzzle trovare il loro posto nel quadro generale, laddove le tessere di questo puzzle erano state date per perdute o, meglio, morte.

Ora tutte le storie che Remus le aveva raccontato su sua madre acquistavano finalmente un senso e alcune le vedeva accadere proprio sotto i suoi occhi. Vedeva la ragazza intelligente e studiosa che Remus aveva sempre apprezzato, vedeva il loro amore in comune per i libri e l'unanime disprezzo per il Quidditch. Vedeva tutto ciò di cui aveva sempre e solo sentito parlare ed Harry si sentiva felice.

Fu in quella calda e rassicurante quotidianità che i giorni si susseguirono, fino ad arrivare alle porte di Halloween.

E al calore si sostituì il freddo.

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Dal Capitolo XVIII

Immaginò Voldemort che la teneva legata ad una lapide mentre Cedric moriva sotto i suoi occhi. Immaginò Sirius che cadeva oltre il Velo, il sorriso ancora stampato in faccia come in una vecchia fotografia. Immaginò i volti dei suoi genitori, attualmente vivi e a pochi passi da lei, come li vedeva sempre nei suoi incubi, tetri e spenti, appena attraversati dal lampo di una triste morte.

Immaginò quanto sarebbe stato deludente per loro vederla fallire adesso, quando avevano dato la vita per salvarla. Quando l'intero mondo magico contava su di lei.

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Dal Capitolo XX

"Avevo degli amici, sai?", disse piano. "Erano gli amici migliori del mondo, disposti a rischiare tutto per me... disposti persino mettersi in prima linea in una battaglia che sapevamo tutti non essere pronti a combattere." [...]

Romilda le strinse la mano. "Sembrano dei buoni amici."

"Lo erano."

Beyond the Veil    (Snarry - Fem!Harry)Место, где живут истории. Откройте их для себя