9. Look to the past IV [1/3]

247 20 1
                                    


Il sole filtrava appena attraverso le acque scure del Lago Nero, mentre Harry sedeva vicino alla finestra con una guancia schiacciata contro il vetro freddo, a fissare con fare svogliato i pesciolini che turbinavano avanti e indietro in stato di agitazione. L'alone nebuloso lasciato dal suo respiro sulla finestra scintillava al bagliore verdastro dei fuochi fatui che galleggiavano nel lago, dando a Harry una luce malaticcia, quasi spettrale.

Dall'altro lato della stanza, il suo letto era in condizioni pessime, disseminato di vari oggetti e una certa quantità di rifiuti. Boccette di inchiostro, penne e carte di caramelle ingombravano il pavimento, mentre parecchi libri giacevano alla rinfusa tra gli abiti aggrovigliati sul letto. La scrivania era un problema a se stante: una catasta disordinata di appunti e fogli volanti si levava in una pozza di luce tremula che Harry aveva evocato poche ore prima.

Aveva passato tutta la domenica a studiare. Era entrata in biblioteca non appena aveva aperto, dalle otto del mattino fino alle nove di sera, saltando senza neanche rendersene conto il pranzo. A una certa, il piccolo Theo e il suo amichetto Timmy erano venuti da lei, nascondendo nella tracolla un panino che Harry aveva mangiato in tutta fretta senza farsi vedere dalla bibliotecaria, Irma Price, che era certamente più giovane rispetto a quella che Harry ricordava, ma non meno inflessibile.

Quando la biblioteca aveva chiuso — la signora Price aveva dovuto tirarla via per le orecchie — Harry si era ritirata in camera senza cenare, riprendendo subito gli studi.

Erano all'incirca le quattro del mattino quando Harry si era addormentata sulla scrivania, ed erano le sette quando una penna d'oca che le ostruiva le vie aeree l'aveva svegliata. Tossendo come una dannata, aveva destato sia Romilda sia il suo uccellino pigolante, così insieme si erano vestite e si erano dirette in Sala Grande a fare colazione.

"Che cosa hai oggi?", domandò Romilda, mentre si infilava nelle tasche alcuni pezzetti di pancetta.

Harry prese il suo calendario e controllò.

Lunedì, 6 settembre

09:00 - 10:00 Erbologia, professor H. Berry

10:30 - 11:30 Pozioni, professor H.E.F. Lumacorno

12:00 - 13:00 Pranzo

13:30 - 15:30 Doppia Difesa, professor E.J. Marlowe

Avendo preso solo le materie principali, ad eccezione di Storia della Magia e Astronomia, e rinunciato del tutto agli elettivi, spesso Harry si ritrovava nella stessa giornata molti periodi liberi, se non intere mattinate o pomeriggi.

Lunedì, tuttavia, sembrava fare eccezione, come a ribadire il concetto che tutti i lunedì dovevano obbligatoriamente far schifo.

"Abbiamo insieme Erbologia", intervenne Romilda, leggendo da sopra la sua spalla. Poi fece spallucce, quasi per scusarsi. "Vedi, con Pozioni tendo a incasinare tutto, e con Difesa... meglio lasciar perdere."

Harry strinse le labbra e annuì, cupa. Oggi avrebbe avuto ben poco tempo per i suoi studi indipendenti in biblioteca se la giornata si preannunciava così.

"Sai chi è il professor Lumacorno?", chiese infine, levando lo sguardo dal suo programma.

Da canto suo, Harry aveva già conosciuto il professor Herbert Berry, un ometto dal faccione sempre rosso e con due lunghi baffi a manubrio. Era stato gentile e accorto durante le lezioni, anche se singhiozzava un bel po' tra una parola e l'altra, sintomo di un gomito troppo generoso con la burrobirra. Persino la mattina.

Per quel certo professor Marlowe, invece, dubitava che persino Romilda lo conoscesse, data la pessima abitudine degli insegnanti di Difesa di morire male o rivelarsi degli assassini a fine di ogni anno scolastico; e sebbene qualcuna delle case avesse già avuto delle lezioni con lui, era piuttosto difficile che queste condividessero i loro pareri con i Serpeverde.

Beyond the Veil    (Snarry - Fem!Harry)Where stories live. Discover now