Quarantatreesimo capitolo.

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Harry adorava il Natale; gli addobbi, gli alberi, le vetrine dei negozi e la neve sui marciapiedi. Non che fosse la prima volta che li vedeva durante l'anno -insomma, era inverno da parecchio-, ma quell'atmosfera natalizia rendeva tutto più luccicante.

"Dovrò fargli un regalo!" esclamò riferendosi a Louis, più rivolto a sé stesso che a Gemma, che camminava accanto a lui.

"Tipo? Sorprenderlo non sembra facile" osservò la ragazza, specchiandosi ad una vetrina per sistemarsi i capelli arruffati dal vento. Anche Harry lanciò loro un'occhiata.

"Non li hai pettinati? Sono un disastro" commentò. Gemma lo guardò male.

"Sono sposata, che mi importa?! Tanto Jake dovrà aspettare almeno qualche altro mese, prima di chiedere il divorzio" sbottò acida. "Allora tornerò ad essere carina e gentile."

Harry alzò gli occhi al cielo, ma non poté trattenere una risata leggera. Tornò al nocciolo della questione.

"Gem, non so davvero cosa regalargli" piagnucolò, abbassando gli occhi e mordendosi il labbro inferiore.

Proprio in quel momento passarono davanti ad un negozio che non sfuggì agli occhi di Gemma; la ragazza tirò subito il fratello indietro, indicandogli l'insegna.

"Haz, è perfetto!" esclamò, ma Harry era tutt'altro che entusiasta.

"Sei pazza?" borbottò, arrossendo.

"Gli piacerà tantissimo. Gli farai la sorpresa più bella di sempre."

Harry s'incupì. "Questa è roba da coppie sposate, Gem. Io e Louis stiamo insieme da poco."

"Ma hai detto che ne avete passate di tutti i colori, no? Secondo me vi sposate sul serio" rise, "anche io e Jake siamo fidanzati dal primo anno del liceo, e adesso vogliamo creare una famiglia tutta nostra."

Si perse nei suoi castelli in aria. "Dio, ma ci pensi? È successo davvero! Mi sono sposata sul serio!" cinguettò.

Harry roteò gli occhi. "Di solito questi discorsi si fanno il giorno del matrimonio, Gemma, non quello dopo."

"Ero troppo impegnata a trovare un modo per far dormire te e Louis in albergo, Harold" ribatté lei, offesa, "è così che mi ringrazi?"

Harry la ignorò. "Pettinati i capelli."

"E tu entra in quel negozio."

Gemma lo spinse verso la porta; Harry la guardò incerto, ma poi si fece coraggio.

****

Non erano nemmeno arrivati a casa, che era già arrivato il momento di salutarsi. Zayn e Liam se n'erano andati la mattina dopo il matrimonio -in buona parte a causa dell'insistenza di Louis, che continuava a chiedere dove fosse Buffy e con chi stesse-, e avevano fatto in tempo solo a dormire un'ultima volta insieme; in quel momento Liam stava parcheggiando nel cortile di casa Malik, e Zayn uscì pochi minuti dopo dal veicolo.

Buffy correva libera nello spiazzo, inseguita da Safaa. Non appena la bambina vide il fratello, non esitò un secondo a cambiare direzione; lasciò in pace la povera Buffy e si catapultò tra le braccia del ragazzo, facendo un salto e lasciandosi sollevare per stringergli le spalle.

"Sei tornato!" strillò, entusiasta. Buffy balzò agilmente sull'automobile, prendendo a pulirsi.

"Ti avevo detto di non farla uscire" ridacchiò Zayn, guardando la gatta, "ora dovrò lavarla."

Safaa si sporse per incontrare gli occhi divertiti di Liam, ancora all'interno dell'auto. "Vieni con noi a farle il bagnetto, Lee?" domandò con un sorrisone. Il ragazzo però scosse la testa, e quell'espressione felice sparì subito.

You're every line, you're every word, you're everything. || LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora