Trentottesimo capitolo.

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Louis avanzò lentamente verso l'armadio da cui provenivano i singhiozzi spezzati, sentendosi triste e intenerito al tempo stesso.

"Amore" lo chiamò di nuovo, piano. Poi aprì le ante dell'armadio vuoto, trovando Harry rifugiato lì con le gambe strette al petto.

"Lasciami stare" protestò debolmente il ragazzo, affondando ancora di più il viso sulle ginocchia. Louis allungò una mano, ma Harry si pressò maggiormente contro la parete dell'armadio.

"Non mi toccare" soffiò. Louis avrebbe potuto infrangere facilmente quella distanza, ma decise di accovacciarsi soltanto accanto a lui.

"Ascolta. Non è come pensi" disse piano.

"Sì che lo è" obiettò Harry, le spalle gli tremavano per i singulti.

"Sai che non ti tradirei mai, Hazza" continuò Louis imperterrito, "mai per nessuna ragione al mondo. Ma, credimi, è successo che-"

"Torna a letto" singhiozzò Harry, passandosi il dorso della mano sugli occhi, "hai la febbre..."

Louis sorrise, pensando che il suo ragazzo si preoccupava per lui anche quando era arrabbiato. Scosse la testa.

"Mi è passata di sicuro, mi sento benissimo" tagliò corto, sincero, prima di tornare al punto. "Harry, sul serio, ascoltami" riprese, "Stan mi ha chiesto di baciarlo, come saluto, di dargli solo un bacio e nient'altro, ecco. Mi sembrava un buon compromesso, così ho detto anche andava bene, poi avrebbe smesso di provarci con me e non saresti più stato geloso."

"Ma gli stavi mangiando la faccia" mormorò Harry, come un bambino ferito.

"No, piccolo" lo contraddì Louis, "mi ha colto alla sprovvista. È stato lui a baciarmi in quel modo, te lo giuro."

Gli accarezzò i capelli e lasciò scivolare la mano sulla sua guancia, poi lungo la mascella e sul mento, facendogli alzare il viso perché i suoi occhi si riflettessero nei propri. "Te lo giuro" ripeté, serissimo.

Harry lo scrutò in silenzio per qualche istante, poi sospirò e annuì. "Ti credo" disse in un sussurro.

Louis prese la sua mano, intrecciandola alla propria. "L'ho fatto andare via, comunque. Gli ho anche tirato un pugno, veramente" raccontò. Il suo ragazzo si imbronciò e Louis pensò che stesse per difenderlo, ma invece "hai fatto bene!" replicò il più piccolo, convinto, facendolo scoppiare a ridere.

"Non ci darà mai più fastidio, promesso" continuò, accarezzandogli il dorso della mano.

"Lo spero" borbottò Harry, tirando su col naso. Louis annuì e fece per baciarlo, ma Harry gli posò la mano libera sul petto a fermarlo.

"Non voglio sentire il sapore della saliva di Stan" commentò, con una smorfia un po' schifata. Louis scoppiò a ridere più forte di prima, poi lo tirò su e lo prese in braccio come se non pesasse niente.

"Lou!" squittì Harry, trovandosi improvvisamente fra le sue braccia. Per tutta risposta il ragazzo lo strinse maggiormente a sé, scendendo le scale che portavano al piano di sotto, felice che tutto si fosse risolto.

"Ti amo, Haz" sorrise soltanto, con il naso tra i suoi ricci e il cuore leggero.

****

Zayn affondò una mano tra i capelli di Liam, inclinando la testa all'indietro per lasciargli maggiore spazio d'azione sul suo collo, mentre il ragazzo mordicchiava e lambiva la sua pelle morbida e scura fino a lasciarci un leggero succhiotto sopra.

Sollevò il bacino, facendo scontrare le loro erezioni già sveglie e imprigionate nei boxer; Liam attutì un sospiro contro l'incavo tra le sue clavicole, prima di scendere lungo il suo petto e bagnare uno dei suoi capezzoli con la saliva, accarezzandolo con la lingua. Stavolta fu il turno di Zayn di gemere piano, iniziando a respirare più pesantemente mentre le sue dita si perdevano ancora tra i suoi capelli folti e morbidi.

You're every line, you're every word, you're everything. || LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora