𝙲𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 𝟿:

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𝚕𝚊 𝚟𝚎𝚍𝚘 𝚜𝚘𝚛𝚛𝚒𝚍𝚎𝚛𝚎 𝚍𝚎𝚝𝚎𝚌𝚝𝚒𝚟𝚎

18 gennaio 2018.
Incheon [인천 광역시, Incheon gwang-yeoksi]

Seonghwa uscì da Mary's con un groppo in gola. Non appena aveva messo piede fuori il locale al fianco di Hongjoong, la sua coscienza gli stava ricordando di aver appena accettato l'invito di un ragazzo che, onestamente parlando, poteva essere davvero molto interessante per lui. Kim Hongjoong era davvero un ragazzo molto affascinante, non importava quanto fosse basso o distratto, a volte un pò infantile o che cercasse di sedurre qualcuno, rimaneva comunque la persona che più aveva attirato la sua attenzione, e ormai Seonghwa doveva imparare a conviverci o sarebbe probabilmente impazzito.
«Dove vuoi portarmi detective?» disse il ragazzo più basso giocando con i suoi capelli biondo platino con un sorriso innocente sul viso.
«Sei tu che mi hai invitato, Hongjoong, dovrei essere io a chiederti dove andare. Non ti pare?» rispose Seonghwa, rigirando all'altro la sua stessa domanda con sorriso compiaciuto. Hongjoong, dal suo canto, sorrise imbarazzato, assumendo un'espressione pensierosa per alcuni secondi — ci pensò attentamente finché non gli venne un lampo di genio, fu solo allora che prese la mano del moro.
«So dove andare!» disse trascinandosi dietro il poliziotto.
Ad Incheon faceva abbastanza freddo quel pomeriggio; coprirsi con un cappotto era la perfetta soluzione per quelli come Hongjoong. Il ragazzo stava camminando velocemente verso la sua destinazione che non aveva ancora annunciato all'altro ragazzo, con cui aspettava di uscire sin dal primo giorno che si erano visti. Ora che erano insieme, il posto che aveva in mente era perfetto per un semplice appuntamento romantico, o almeno, quel posto lo era davvero. Era davvero speciale per lui quel giardino, non molto lontano dalla centrale di polizia Namdong. Perché Hongjoong lo aveva trovato per caso una mattina di mezza estate ed era rimasto fino a sera, ammaliato dalla bellezza dei fiori dai colori brillanti.
In quel periodo dell'anno, gennaio, gli alberi dovevano essere ancora avvolti dalle luci gialle che erano state montate in occasione di natale, e in mezzo una panchina verde li stata aspettando.
«Eccoci!» disse il biondo, indicando con soddisfazione quel pezzo di ferro verniciato, facendo un sorriso timido che a Seonghwa fece perdere un battito. Era così, Hongjoong faceva qualcosa di anche lontanamente carino e lui sentila il cuore esplodere.
Per questo si tenne il petto mentre prendeva posto, distrandosi nell'osservare quella parte del giardino; il moro era curioso — il ché era tipico suo, ma in quel caso lo era specialmente, si trattava di Hongjoong. C'erano tante aiuole di ciclamini, gelsomino invernale e viole che delimitavano quella stretta stradina piena di ciottoli fino a uno spiazzale a forma circolare di modeste dimensioni.
«Perché mi hai portato qui?» chiese tutta d'un tratto Seonghwa, davvero non si capacitava del perché lo avesse portato in un luogo così appartato nonostante fossero in mezzo al parco.
«Perché quel giardino così particolare?» si chiese più di una volta. Al ché il biondo, che era rimasto a guardarsi meravigliato intorno a sé, si voltò verso il ragazzo e sorrise timidamente, abbassando lo sguardo.
«Vuoi sapere cosa ha di speciale questo posto per me?» domandò in maniera retorica. L'altro annuì. «Questo giardino è stato uno dei primi posti che ho conosciuto quando sono scappato».
«Scappato?».
«Scappato, esatto. Proprio quello che hai sentito. Io mi sentivo in trappola e sono scappato, perché mi stava arrivando l'acqua alla gola e io sono uscito dall'acqua».
Seonghwa non seppe se si trattava di una metafora o un codice, ma non riusciva davvero a capire, ciò nonostante fece finta di comprendere.
«E quando sei uscito dall'acqua, Hongjoong, quanti anni avevi?».
«Avevo appena diciotto anni. Io sono riuscito a scappare, come molti di me erano riusciti a scappare, ma qualcuno è rimasto lì e aspetta anche lui di uscire».
«Chi è quella persona? Hongjoong, che hai fatto dopo che sei uscito dall'acqua?».
«Sono finito in una tempesta di sabbia, così capii che ero di nuovo in pericolo, allora mi allontanai e mi avvicinai a questo giardino, da qui non ci sono mai uscito perché sto bene e non mi sento soffocare, finalmente prendo la mia vita in mano» disse Hongjoong, poi scosse la testa «Non pensare troppo a quello che ti ho detto, poi penserai che io sia strano e non lo sono. Sono solo scappato. Penso che possa bastare adesso, non devo per forza dirti tutto al primo appuntamento».
Seonghwa strambuzzò gli occhi al sentire primo appuntamento, ma non disse nulla, semplicemente si rilassò dopo che il bassino si sporse per poggiare la testa sulla sua spalla con un sorriso. Come avrebbe fatto a non addolcirsi con un ragazzo così dolce come lo era Hongjoong, come poteva sospettare di lui quando faceva così.
Seonghwa pensò che ognuno avesse le proprie maschere ed era logico indossarle, presto avrebbe scoperto molto di Hongjoong — lui voleva davvero capirlo e cosa migliore non c'era se non incontrarla.
Sorrise ancora, stavolta più ampliamente.
«La vedo sorridere detective» Hongjoong gli fece notare. In riposta, il maggiore gli accarezzò la testa.
«Sto sorridendo, sì».

Poco dopo, Seonghwa tornò a casa sua. Aveva passato l'intero pomeriggio con Hongjoong e da quando aveva fatto quelle strane affermazioni non smetteva di pensarci.
Che significa scappato? Che cosa poteva indicare la metafora dell'acqua alla gola o della tempesta di sabbia? Perché Hongjoong gli aveva detto tutto questo?
Al solito tante domande e poche risposte. Era confuso, non sapeva se stare tranquillo o se doveva preoccuparsi e indagare; nel dubbio scelse la seconda. Sapeva che non era corretto dover rovistare nella vita di qualcuno come se fosse un cassetto, ma lo faceva per lavoro se era necessario, non sarebbe cambiato nulla se lo avesse fatto nella vita di Hongjoong. Era per il suo bene o forse era per il bene di Seonghwa.
Tornato a casa, si fece una doccia e preparo una cena semplice, non avendo troppa voglia di mangiare a cause dei pensieri ingarbugliata che vagavano senza meta dentro la sua testa. Mangiò velocemente, neanche trenta minuti, poi prese il suo taccuino e iniziò a scrivere quello che il biondo gli aveva detto. Se avesse avuto bisogno di aiuto avrebbe chiesto aiuto a Hyehyo.

◯  Tinto di rossoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora