𝙲𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 𝟼:

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“𝙹𝚘𝚘𝚗𝚐 ”

17 gennaio 2018.
Incheon [인천 광역시, Incheon gwang-yeoksi]

Seonghwa arrivò immediatamente alla centrale. Aveva corso inevitabilmente, in parte per portare i prodotti surgelati e da frigo che aveva comprato a casa, e in parte perché finalmente avevano dei riscontri, soprattutto nomi. In quel momento era la cosa più importante avere una lista di nomi su cui poter lavorare, interrogare e cercare eventuali sospettati.
Entrò in centrale senza neanche cambiare la sua tuta con i suoi soliti vestiti del lavoro, poco curante se fosse ancora con la tuta grigia e le scarpe da ginnastica o se qualche collega avesse potuto vederlo, in ogni caso sarebbe rimasto il fantastico detective Park.
«San! Choi San!» quasi si mise ad urlare per l'intero corridoio, trovando la postazione del ragazzo ad qualche metro dal suo ufficio. San trasalì all'istante sporgendosi appena per scorgere la figura del modo. Trattenne una risata nel vedere l'aspetto così casalingo, se così poteva definirlo, con cui il suo Hyung si era presentato.
«Capo, abbiamo una lista di nomi che la sorella di Kim Doyoung ci ha fatto recapitare questa mattina. Avevo detto a Yeosang hyung di avvisarti, ma sosteneva che avessi da fare. Menomale che adesso sei qui» San sorrise.
Così fece un altra figura seduta alla sua destra. Un ragazzo alto come un palo della luce dai capelli rosso pel di carota, occhi sottili, naso a punta e un sorriso contagioso. Era vestito con camicia, pantalone lungo e scarpe lucide, come ci si sarebbe aspettato da uno studente della facoltà di medicina al suo ultimo anno. I suoi modi di fare erano gentili e lui era come un cucciolo bisognoso di coccole, anche se di fatto quel ragazzo era un Song: figlio di un famoso boss mafioso che Seonghwa aveva arrestato una volta arrivato a Incheon.
La sua presenza in centrale non era assolutamente una sorpresa per nessuno. Era stato proprio Mingi a dare una mano in quel caso, credendo che gli affari del padre non dovessero andare avanti più di quanto non lo fossero; e si era prestato ai numerosi interventi della polizia comportandosi proprio come un agente sotto copertura. Da quel momento Mingi aveva finalmente trovato un modo di vivere onesto che nessuno gli aveva mai insegnato e aveva quasi finito i suoi studi all'università al dir poco bacchettato da Yunho, il quale sperava che presto si sarebbe unito a lui in obitorio.
«Ciao detective!» il rosso prese parola, mostrando un sorriso smagliante.
«Mingi-ah! Contento di vederti» Seonghwa disse con un filo di voce.
L'attenzione del moro si spostò dal ragazzo alle carte che San aveva sulla scrivania, invitandolo a dare una spiegazione.
«Uhm, bene bene…» San si sfregò le mani.
«Questa lista contiene tutti i nomi dei ragazzi che hanno fatto causa a Kim Doyoung, al tempo potevano avere diciotto, diciassette anni l'uno minimo. Dai dati che abbiamo, molti di loro possono essere esclusi dalla lista dei sospettati…».

Kang  Daejong
Kim H... joong
Kim H... joong
Kim Heejoong
Kim Yedam
Bang Chanmi
Bae Jinyoung

«Si sono trasferiti all'estero o avevano un alibi all'ora dell'omicidio» continuò Mingi «Ho controllato alcuni di loro mentre facevo un giro in auto, quando San mi ha inviato la lista. Kang Daejong si è trasferito in Australia pochi giorni dopo il processo. Kim Yedam è sposato e ha figli, è ingegnere per la ditta delle caramelle Dumb, dalle otto di mattina alle sette di sera. Bang Chanmi e Bae Jinyoung facevano parte della gang di mio padre; mi sono accertato che non c'entrassero nulla con la faccenda, modi risolutivi di mio padre non adatti esattamente a voi poliziotti. Gli unici di cui non sappiamo niente sono gli altri» concluse Mingi.
«Bene, da quello che sappiamo è che uno di questi ragazzi probabilmente è il figlio dei coniugi Kim del parco. Volevo interrogare alcuni di questi per vedere se sono collegati o meno» disse Seonghwa.
«So che uno di loro è ancora in orfanotrofio. È il più giovane dei ragazzini, deve ancora compiere la maggiore età; Yeosang potrebbe interrogarlo quando farà la visita, domani».
«Glielo ricorderò. Voi due riposatevi Sani, avete fatto un ottimo lavoro. Appena potete, per favore, fatemi incontrare il nostro cervellone. Torna a casa» Seonghwa si rivolse al suo assistente, poi guardò il suo fedele collaboratore «E tu Mingi, vai a studiare. Yunho ha davvero bisogno di una mano con tutti i cadaveri che ci sono in obitorio».
«Certo capo!» il ragazzo rispose, togliendo il disturbo. Lo stesso fece Seonghwa.

Una volta avuto quella bella notizia, si sentì più leggero di chiudersi alle spalle la porta della stazione di polizia e di raggiungere la casa di Yeosang, dove probabilmente il ragazzo stava cucinando qualche prelibatezza delle sue. Seonghwa ne andava matto, aveva amato l'abitudine di tornare a casa e trovare pronto da mangiare quando studiava a Seoul. Non che adesso rinunciasse alle delizie a cui era affezionato, ma la cucina di Yeosang, quella gli mancava parecchio. C'era voluto l'inaspettato arrivo di Kang Hyehyo per poterla nuovamente gustare.
Subito dopo aver raggiunto casa sua, fece una doccia e si vestì meglio che poteva per l'incontro. Non vedeva quella ragazza da un'eternità, almeno da quando aveva saputo che lui e il fratello si erano lasciati, sentendola solo dopo quando seppe che avrebbero ben presto lavorato nella stessa stazione di polizia come partners.
Kang Hyehyo era la sorella minore di Yeosang. Anche lei aveva studiato a Seoul, alla facoltà di psicologia e adesso avrebbe fatto la consulente alla centrale di Namdong nella grande squadra della omicidi.
«Ciao Seonghwa oppa!» la sua voce piena di gioia invase le orecchie del moro non appena scorse la sua figura dal salotto.
Seonghwa sorrise ampiamente, riabbracciando quell'amica che gli era mancata molto.
«Hyehyoni, finalmente la piccola torna in Corea».
«Finalmente si unisce alla nostra squadra» aggiunse Yeosang, appoggiato all'isola della cucina per riempire un bicchiere di vetro con una bibita alcolica che aveva preparato, porgendola al moro una volta che Yunho gli aveva liberato le mani dal suo regalo.
Yunho viveva ormai stabilmente con Yeosang, una convivenza tranquilla e felice.
«Grazie Sangie» Seonghwa afferrò il bicchiere bevendo un sorso, raggiungendo tutti gli altri all'isola dell'open space, oltre questa la tavola era già stata apparecchiata e le pietanze erano a tavola. Yeosang, come aveva immaginato il moro, aveva preparato la zuppa ai frutti di mare che adorava alla follia, in onore di quella piccola riunione di famiglia. Perché volendo o non volendo, avrebbero sempre fatto tutti parte di quella famiglia.
Si sedettero a tavola una volta conclusi gli stuzzichini, parlando del più e del meno riguardo al ritorno di Hyehyo dal Canada, passando poi sull'argomento "lavoro", tirato in ballo dalla ragazza stessa.
«È un caso abbastanza intricato» commentò Seonghwa. Il ragazzo si pulì con un tovaglioli gli angoli della bocca «forse uno dei più interessanti dal nostro arrivo qui a Incheon» continuò spiegando nel dettaglio.
Alla fine del racconto Hyehyo era davvero scioccata.
«Sembra davvero particolare. Può essere che l'assassino cerchi una vendetta, ma non quel tipo di vendetta…».
«In che senso?» domandò allora Yunho. Si stava già agitando tantissimo per l'accurato parere che la psicologa avrebbe dato, tenendo tra le mani il tovagliolo, stropicciandolo a più non posso.
«È una vendetta personale. Non ha a che fare solo con l'ultima vittima, sono abbastanza sicuro che ci sia di più, ma per entrare nella testa di un assassino ce ne vuole molta di immaginazione. Vedremo come si svilupperanno le indagini a questo punto».
«Certo. A proposito delle indagini: San ha trovato la lista coi nomi di chi ha fatto causa a Kim Doyoung, ce ne sono due in particolare il cui nome è stato cancellato. Sono entrambi Kim e finiscono con "joong", può essere che sia collegato anche ai coniugi Kim o che sappia qualcosa sulla questione. Dovresti interrogarlo» disse Seonghwa.
«Allora appena arrivo a Anyang e scopro qualcosa ti faccio sapere. Viene il cervellone con me?» domandò Yeosang, bevendo ancora un pò el drink con la cannuccia.
«Credo che stia studiando per qualche test d'ammissione all'università di Seoul, ma se ti può far comodo, puoi sempre chiamarlo al suo secondo numero dalle dodici e un quarto all'una e poi alle sei del pomeriggio. A quanto so le lezioni non durano molto per dei geni come lui».
«Non starete per caso parlando di quello spacca frutta umano, vero?».
«Il tuo migliore amico, vero Hyehyo?» Yeosang lo prese in giro.
«È insopportabile e così dannatamente genio» l'altra protestò.

◯  Tinto di rossoWhere stories live. Discover now