Capitolo 40

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[ Kat ]

Ho parcheggiato dietro ad un grosso salice piangente e sto spiando gli invitati che entrano all'interno della chiesa, oggi il clima si è risparmiato, non fa il solito freddo glaciale e non tira neanche un filo di vento.
Come mi aveva detto Elyse all'entrata noto due ragazzi vestiti di nero che stanno controllando ogni singolo invitato e contemporaneamente parlano con una ricetrasmittente, neanche nei servizi segreti c'è così tanto controllo!
Ma non mi interessa, interromperò questo matrimonio in un modo o nell'altro, fosse l'ultima cosa che faccio nella mia vita.
Aspetto un po' che tutti si siano accomodati all'interno e poi esco, mi maledico per non essermi messa niente di più elegante di una semplice camicia di flanella rossa a scacchi, quelle che ti chiamavi "da boscaiolo" e dei jeans sbiaditi, sembro così gay cazzo.
Molto disinvolta cerco di entrare ma subito i due mi fermano, uno mi squadra da capo a piedi e scuote la testa.
< È lei Jonathan> commenta il primo, è un po' più basso rispetto all'altro ma non meno grosso.
< Lei non ha l'invito > dice quello che evidentemente si chiama Jonathan < quindi non ha l'ordine di entrare>
Capisco subito che insistendo non otterrò mai quello che voglio così cerco di provocarli.
< chi ha dato l'ordine di non farmi entrare?>
< non sono affari suoi> risponde il primo scaldandosi
< si che lo sono visto che voglio entrare ma non me lo permette...e poi non datemi del lei che siete solo più ridicoli> dopo aver pronunciato questa frase entrambi stringono i pungi e noto i loro muscoli del collo piuttosto tesi
< Glielo ripeto, non è affar suo>
< È Nate che ha chiesto questo vero?> continuo consapevole di star riuscendo nel mio intento < è così spaventato dall'idea che se mi vedesse lei scapperebbe con me che deve mettere due guardie del corpo, neanche così minacciose, per evitare tutto questo>
Non vedo neanche il pugno partire ma lo sento sul naso e subito dopo Jonathan si sta massaggiando la mano sporca di sangue .
< vattene, o continuo >
< forse dovresti continuare, la tua mano da segaiolo è ancora perfettamente funzionante >
Carica un altro pugno ma questa volta lo schivo, anzi lo intercetto anche e gli afferro il braccio buttandolo a terra, il più basso che fino ad ora era rimasto immobile si allontana leggermente e proprio quando credo di avercela fatta lui preme un pulsante della sua ricetrasmittente < è lei, è qui >
< arriviamo subito > risponde una voce gracchiante dall'altro capo e lui mi guarda con una faccia parecchio soddisfatta
< ti conviene scappare>
Jonathan è ancora a terra dolorante e l'entrata della chiesa é bloccata, non ho modo di entrare da qui così mi allontano, mi passo una mano sotto al naso e noto che sanguina, non è rotto ma fa parecchio male.
< possibile che devo essere picchiata ogni volta?> urlo esasperata non credendo che qualcuno fosse in ascolto
< Kat!> mi chiama la stessa voce che era con me al telefono fino a pochi minuti prima
< Elyse, non riesco a entrare>
Lei mi guarda e sgrana gli occhi notando le condizioni della mia faccia ma poi scuote la testa e passa oltre < non posso neanche farti entrare io perché gli amici di Nate mi stanno controllando da questa mattina, non ho idea di come fare ma adesso devo andare da Dom, tra poco inizia e lei ha bisogno di me.
< aspetta> le urlo < nel caso non riuscissi a passare...le puoi dire che la aspetterò nel nostro posto...lei capirà >
< se le dico una cosa del genere Nate intuirà che ci sei tu di mezzo e...>
Ma che palle questo Nate, puoi andare a respirare una boccata d'aria senza che tu lo sappia o ti è sempre appiccicato alle costole? tra lui e i suoi amici non so chi sia peggio.
< allora dille che...dille che...una volta finito tutto ci rilasseremo insieme guardando il crepuscolo>
Lei fa una faccia piuttosto confusa < che è una frase in codice?>
< più o meno>
< dimmi che con il crepuscolo non intendete davvero il crepuscolo...è il momento più inquietante della giornata>
Rido e lei mi imita ma poi è costretta ad allontanarsi perché la stanno chiamando.
Faccio un altro giro della chiesa ma non vedo nessun modo per entrare se non dalla porta principale che chiaramente è bloccata.

[ Dom ]

< e ora...prima di concludere...se c'è qualcuno che si oppone a questo matrimonio parli ora o taccia per sempre >
sembra quasi una frase di rito, una di quelle che si pronunciano perchè una volta era usuale farlo, senza una particolare importanza, ciò lo leggo anche dall'espressione rilassata di Nate che non si immagina un'interruzione da parte di qualcuno, eppure un urlo si fa largo tra tutti e lui sgrana gli occhi fissandomi allibito.
< io mi oppongo > e tutti si girano a guardare la proprietaria della voce, sconvolti.
Allungo il collo cercando di vederti ma tu non ci sei, continuo a cercarti ma noto in fretta che tutti gli occhi sono puntati su di me e solo allora capisco,
< io mi oppongo > ripeto finalmente conscia delle parole che sono uscite dalla mia bocca.
Nate mi guarda confuso e cerca di prendermi le mani balbettando qualche parola, gli invitati sono scioccati e alcuni ridacchiano credendo sia uno scherzo, mia madre ha smesso di piangere e mio padre si è alzato in piedi.
< Dominique che stai facendo?> tuona
< sto vivendo > gli rispondo, poi mi tolgo quelle scomodissime scarpe e corro via verso l'uscita, non mi curo delle grida di disprezzo da parte di molti parenti e degli urli di mio padre, tutto quello che mi interessa adesso è quella frase che mi ha detto Elyse che ancora mi rimbomba nelle orecchie.
" ci rilasseremo insieme guardando il crepuscolo "
Come ho fatto a non capire immediatamente che si trattava di te? Oh che importa!
Adesso l'ho capito e sto arrivando, e so esattamente dove trovarti.

[angolo autrice]

Beh ragazzuoli, che dire...il prossimo sarà l'ultimo capitolo e sono molto triste perché ho amato scrivere questa storia ma prima o poi tutto deve finire no?

Mercoledì sera Where stories live. Discover now