Epilogo.

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Maria Maddalena Ivanov, Villa Ivanov, New York.

Chiusi gli occhi e lasciai che il freddo di quella notte di gennaio mi scompigliasse la matassa di ricci incontrollabili e mi schiarisse le idee. Inspirai l'aria fredda ed espirai a pieni polmoni, lasciandomi cullare dal silenzio.

Sorrisi, quando due mani mi circondarono il ventre non ancora gonfio ed il petto possente di mio marito si appoggiò alla mia schiena. Con un soffuso ronzio, la terrazza venne chiusa da grossi pannelli di vetro e il riscaldamento esterno si accese.

"Grazie."

Mi diede un bacio sulla giugulare, ma il suo gesto premuroso non necessitava di ulteriori chiarimenti. Rimanemmo in silenzio ad osservare il grosso giardino della villa per molto tempo, entrambi persi nei nostri pensieri e cullati da quella quiete apparente.

"Lo riporteremo a casa, lo sai?" Inclinò la testa e mi baciò il lobo dell'orecchio, rompendo per primo la tranquillità che ci circondava. "Non avere paura."

"Mi fido di te." Deglutii, ma non lasciai che il senso di colpa incrinasse le mie parole. Dimitri aveva molto contro cui combattere e di certo non aveva bisogno di altre preoccupazioni. "Mi fido di te."

"Non crucciarti, Mary." Il suo sussurro fu un venticello caldo, che solleticò l'epidermide del mio collo. "Andrej ha agito esattamente come hai fatto tu. Lo tireremo fuori, te lo prometto."

Ma sapevo che quel discorso serviva più per fargli sciogliere i nervi, piuttosto che per rassicurarmi, così decisi di non rispondere e reclinai la testa contro la sua spalla per fargli percepire la mia vicinanza.

"Non lo avrei mai detto,"sussurrai dopo un altro lasso di tempo infinitamente lungo.

"Cosa?" Appoggiò il mento sulla mia spalla e mi accarezzò la pancia coperta dal pigiama di pile. "Mary?"

"Noi due." Scossi la testa e sorrisi, decidendo che per quel momento Andrej fosse in gamba e riuscisse a cavarsela da solo. "La prima volta che ti ho incontrato al convento"—risi—"Dio, ero così arrabbiata, avrai pensato che fossi una pazza."

Percepii la risata calda di Dimitri riverberarsi contro la giugulare.

"A dire il vero, sono rimasto affascinato da una leonessa."

"Affascinato?" Chiesi con scherno, ruotando la testa e cercando segni di ilarità sul suo volto. "Davvero?"

"Sì." Il tono scherzoso sparì all'istante, quando un ricordo gli attraversò la memoria con prepotenza. "Ma ti ho fatto soffrire subito."

"Oh, non ne parliamo più della storia di Polina." Mi girai tra le sue braccia e gli scompigliai i capelli. "Non saremmo quelli che siamo, se non fosse stato per tutto il nostro percorso."

Mi scrutò per un po' e poi annuì.

"Hai ragione." Sorrise malizioso con l'intento di alleggerire la situazione. "Ma se non mi ricordo male, sei stata abbagliata dal mio fascino fin da subito."

Sbuffai una risata incredula e mi appollaiai sulle sue gambe, poiché aveva deciso di sedersi sul divanetto della terrazza.

"Non mi ricordo fosse andata proprio così."

Dimitri rise buttando la testa all'indietro, per poi baciarmi la punta del naso.

"Mi ucciderai con quella tua boccuccia insolente."

A quell'esclamazione i miei ormoni quiescenti si svegliarono di botto ed iniziarono a ballare il jive insieme ai neuroni. In meno di dieci secondi mi appropriai della bocca di mio marito, che ghignò suadente.

"Oh, no, Mary." Con gentilezza mi allontanò le labbra dalle proprie. "Non così in fretta."

Un'ennesima scossa di calore vibrò tra le pareti del mio basso ventre.

"Ti prego," pigolai, facendo risalire le mani lungo i suoi addominali: una tentazione troppo succulenta per poter resistere. "Ti prego, ti prego."

Il suo sorriso si acuì a dismisura.

"Qui?"

Annuii con convinzione.

"Qui."

Si allungò verso di me e mi sollevò il mento.

"E come vuoi farlo?" Sensuale come un serpente mi accarezzò il fianco; la mia bocca si dischiuse in risposta e mille fantasie popolarono i miei pensieri. "Dolcemente?" Aprii e chiusi la bocca più volte, ma nessun suono uscì dalle mie labbra. "Mh?" Mi incalzò Dimitri, facendo risalire la sua mano lungo il mio collo e fermandola poco sotto il mento; gemetti in risposta. "Dimmi, Mary, cosa vuoi?"

Cercai di concentrarmi il più possibile.

"Fare l'amore con te." Deglutii. "Ti prego."

Con la nostra foga non fu difficile liberarci dei pigiami e nemmeno agguantare la coperta riposta ai piedi del divano e coprirci, ma fu difficile staccarci le mani di dosso, desiderosi com'eravamo di amarci.

"Fino all'alba, amore." Il sussurro di Dimitri fu dolce e stucchevole, ed il mio cuore si infranse contro la cassa toracica. "Fino all'alba e fino alla fine."

Gli circondai il collo con le braccia e lo baciai.

"Ti amo."

Domani sarebbe stato un altro giorno.
Domani avremmo iniziato a pensare ad Andrej, ma questa notte, eravamo gli amanti segreti sotto al cielo stellato di New York. Quello stesso cielo, che aveva benedetto la nostra unione e che era stato silenzioso testimone del nostro amore crescente e l'oscurità, la sua compagna, ci avrebbe cullato tra le proprie soffici note fino al mattino.

The End.

Promessa |THE NY RUSSIAN MAFIA #1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora