SMERALDO

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Louis si svegliò lentamente. C'era qualcosa di caldo contro la sua guancia, qualcosa che era quasi troppo caldo. Però era confortante, come il sole che scalda l'ambiente attraverso una finestra o la fiamma di un focolare su una spiaggia. Era così confortante, infatti, che Louis non si sforzò nemmeno di alzare la testa e vedere cosa fosse, preferendo invece schioccare le labbra assonato e strofinare gli occhi con le nocche. Delicatamente, lasciò ricadere la mano e permise al calore di consumarlo interamente ancora una volta.

Fu solo quando qualcosa si spostò sotto di lui che iniziò a svegliarsi nuovamente, sbattendo le palpebre per abituasi alla luce del giorno. Sembravano delle costole, della pelle che si stava muovendo. Louis si leccò le labbra e aprì gli occhi.

Harry apparve, sfocato e vicino, e Louis si rese conto che doveva essersi addormentato sopra di lui. Non riusciva a capire quanto tempo fosse passato, ma quando l'altro fu più a fuoco, notò che anche i suoi occhi fossero chiusi. Si erano addormentati insieme.

Louis poggiò un braccio intorno alla vita di Harry e si avvicinò silenziosamente. Intorno a loro tutto taceva. Non riusciva a sentire nulla oltre al cigolio distante del legno e dell'albero maestro, delle chiacchiere e risate lontane. Nessuno sapeva che si trovasse lì in quella posizione. Nessuno sapeva che Louis giaceva tra le braccia di un bellissimo rivale. Harry si era addormentato sapendo che Louis era su di lui, ma non avrebbe saputo che si fosse svegliato e si stesse avvicinando.

Sembrava come se stesse prendendo qualcosa per sé, rubando qualcosa al riccio, mentre sfiorava l'orlo della sua camicia. Era un atto così insensato, ma appariva così intimo, troppo intimo. Qualcosa che solo dei promessi sposi avrebbero fatto. Louis pensò di spostare la mano, di allontanarsi del tutto, ma visto che Harry ancora dormiva si permise di restare.

Se Louis chiudeva gli occhi e ascoltava lo schiocco delle vele nel vento, poteva fingere di star navigando verso l'orizzonte, una luna di miele ad attenderli. Il corpo caldo accanto a lui sarebbe stato quello del marito, qualcuno che avrebbe potuto amare in un mondo perfetto. Ma quello non era il mondo di Louis e non gli era permesso amare né sposare l'unico tipo di persona con cui sarebbe stato felice. Quindi non provò a fingere affatto. Invece si concesse l'unica tregua che avesse in quanto sodomita in quella vita, in cui godeva del conforto e dell'intimità ma non pensava al futuro. Di quello che sarebbe avvenuto dopo. Prese il suo amore rubato e se lo strinse al petto per il breve momento in cui gli era permesso immaginare di averlo.

Louis si rannicchiò ancora più vicino a Harry, una scusa già pronta sulle labbra che si era semplicemente mosso in quel modo nel sonno, e scivolò di nuovo nell'incoscienza.

Quando Louis si svegliò per la terza volta, fu con un sussulto. Come se lo avesse colpito un tuono, una tempesta nel bel mezzo di un pomeriggio soleggiato. Non era nemmeno sicuro di cosa l'avesse causato, ma un minuto prima si era addormentato e quello dopo stava sbattendo le palpebre per calmare il battito nel proprio petto.

La prima cosa che attirò la sua attenzione fu Harry. Era ancora sdraiato sotto di lui, tranne che ora stava lanciando a Louis uno sguardo curioso. Come se avesse delle domande su ciò che probabilmente aveva appena sognato. Non fu solo quello però, perché aveva una mano a reggere un libro ora poggiato sul proprio petto e una tra i capelli di Louis.

I polpastrelli del giovane erano morbidi, delicati fusi all'estremità dei suoi capelli, che lo accarezzavano con lo stesso stordimento serpeggiante dei suoi occhi pesanti.

Louis impiegò troppo tempo per capire cosa significasse, ovvero che le mani di Harry non fossero più legate.

Louis scattò in piedi, afferrando il bordo della camicia dell'altro per poi strattonarla. Guardò Harry come se gli avesse appena puntato una pistola addosso. Lo shock misto alla confusione e alla paura ad attraversarlo.

Sodalite & Aventurine // Italian translationWhere stories live. Discover now