PERLA

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"Alzati."

Era stato Niall a dirlo. Glielo ordinò sottovoce quando gli fu vicino prima di pungolarlo con l'estremità della sua gamba di legno.

Louis si prese un momento per riprendersi, ma fece come gli era stato detto. Mentre si alzava, deglutì stringendosi tra le proprie braccia. Era finita, aveva appena dato a tutti uno spettacolo pietoso, ma questo non gli avrebbe impedito di provare ad apparire composto. Se quella fosse stata la sua ultima uscita di scena, se ne sarebbe andato come l'uomo che avevano imparato a conoscere negli ultimi anni. Non come colui che aveva appena spinto un ragazzino in mare.

"Okay." sussurrò Louis tremante, annuendo e forzando un sorriso tirato.

Niall, in piedi davanti a lui con le braccia conserte, scosse la testa deluso. Poi fece un passo avanti e continuò, molto seriamente: "Dovremmo parlare. In privato."

Louis guardò Liam che con sua grande sorpresa era ancora immobile. Stava fissando Niall, ascoltandolo proprio come lui, ma senza protestare minimamente. Sembrava arrabbiato, abbattuto, sì, ma sotto sotto sembrava comprendere il suo bisogno di parlargli prima del possibile ammutinamento.

Louis guardò di nuovo Niall con le sopracciglia corrugate. Si era aspettato di finire direttamente al ponte inferiore per essere messo in ginocchio e poi picchiato, mentre la sua ciurma chiedeva la sua eliminazione.

Ma non successe, perché Niall si allontanò chiedendo loro di seguirlo.

Così Louis lo ascoltò. Lo seguì a testa alta, ma con gli occhi abbassati. In quel modo avrebbero visto un uomo orgoglioso ma soltanto da vicino si sarebbero accorti della fragilità che nascondeva dentro di sé.

Liam camminava alle sue spalle e dalla vicinanza dei suoi passi, Louis sospettava che fosse per assicurarsi che non fuggisse.

Nessuno di loro disse nulla mentre scesero le scale del ponte inferiore e si incamminarono verso la porta che conduceva agli alloggi privati. Verso la sua stanza.

Louis sentì il proprio cuore saltare quando si rese conto che stavano per entrarci. Niall aprì la porta e aspettò stoicamente che Liam e Louis entrassero prima di lui.

"Co..." iniziò Louis quando Niall chiuse la porta dietro di loro, immergendo il corridoio nell'oscurità. Voleva chiedere perché era stato portato via dal suo equipaggio. Di nuovo in camera sua, di nuovo dove si trovava Harry ma Liam lo precedette scuotendo la testa.

"No." lo avvertì.

Louis si morse la lingua e si voltò verso la porta in fondo al corridoio. Ernest e Harry erano proprio dall'altra parte di essa. Erano così vicini eppure sentiva come se lo spazio si fosse improvvisamente ristretto. Si sentiva in trappola, incapace di comprendere cosa stesse succedendo intorno a lui. Non riusciva più a pensare chiaramente. Erano successe così tante cose nel giro di pochissimo tempo. Era stato svegliato di scatto da Liam, poi scoperto per i suoi tradimenti, poi spinto fuori per tentare di salvare la nave.

Successivamente Tavis si era scontrato contro di lui e Louis l'aveva dato in pasto agli abissi dell'oceano. Ed ora lo stavano riportando dentro, da Harry. Louis non sapeva cosa significasse. Non sapeva se l'ammutinamento fosse ancora previsto, non sapeva se potesse evitare la morte o se si trattasse soltanto di ritardarla. Non aveva avuto modo di ottenere dei chiarimenti, di comprendere quella situazione complicata. Si sentiva come un fantoccio nel proprio corpo, guidato e sballottato da un burattinaio. Non aveva più tempo per escogitare un nuovo piano.

Tutto quello che poteva fare era seguire Niall e sperare che Harry non avesse sguainato la sciabola per uccidere Ernest. Poteva soltanto sperare di poter essere nuovamente al suo fianco. Per toccarlo, tenerlo stretto a sé, baciarlo perlomeno un'ultima volta. Avrebbe significato così tanto.

Sodalite & Aventurine // Italian translationحيث تعيش القصص. اكتشف الآن