Away

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NEBULA’S POV

Appoggiai tutto il peso del mio corpo contro l’armadietto, tirando un lungo sospiro. Tutto intorno a me stava correndo e facendo caos, ogni ragazzo si stava sbrigando per tornare in classe, o chiudeva gli armadietti sbattendoli. Schiamazzi, urli, risate. La luce filtrava attraverso le grandi finestre sopra gli armadietti che illuminavano tutto il corridoio. Era come se per me il tempo si fosse fermato, per un attimo, mentre io rimanevo lì inerme, a guardare il mondo che mi girava intorno.

“A cosa pensi?” – Lucy era accanto a me, anche lei indaffarata a cercare i libri di una materia nell’armadietto. Il tono di voce era così dolce e preoccupato allo stesso tempo. I suoi grandi occhi da cerbiatto smisero per un attimo di guardare lo sfondo grigio dell’armadietto e si spostarono su di me. Puntualmente, arrivò Harry dal teatro, che strinse la mano ad un gruppo di ragazzi con cui fece spalla – spalla, sorridente. Come se non fosse successo nulla.

Come. Se. Non. Fosse. Successo. Nulla.

Impresse queste parole nella mente.

Lucy seguì il mio sguardo, posato sul moro di fronte a me che era troppo impegnato a ridere con i suoi amici, per farci caso. – “Te l’avevo detto. Ti avevo detto di non pensarci.”

“Non so di cosa tu stia parlando.”

“Perché non me ne vuoi parlare?”

Lucy non aveva la minima idea di quanto io avessi voglia di sfogarmi con lei. Ma c’era come un groppo in gola che mi stava bloccando le corde vocali al solo pensiero.

“Perché allora tu non mi parli di Alex?” – per mia sfortuna, uscii più acido di quanto volessi. I suoi occhi si scurirono ancora di più, se possibile, e si abbassarono verso il pavimento.

“Scusa. Davvero, non volevo reagire così.” – ma quando rialzò gli occhi, un sottile specchio vitreo li ricopriva. – “Oh.” – mi avvicinai a lei, poggiandole una mano sulla spalla. – “Davvero, non volevo farti rimanere male.”

Lei tirò goffamente su con il naso. – “Oh, non penserai che per così poco io mi metta a piangere. E’ Alex il problema. Non mi va di parlarne ora, okay? Promesso. Ti prometto che ne parlerò.” – e m’illuminò con un sorriso splendente. Lucy era una ragazza graziosissima.

Io annuii soltanto, prendendo il libro che era nell’armadietto dietro le mie spalle. Un biglietto bianco apparve sotto il mio naso, stretto da due dita nere. – “E’ il mio numero. Se vuoi, un giorno di questi usciamo!”

“Certo!” – le risposi entusiasta.

Mi salutò, andando nella direzione opposta alla mia, ma prima che potesse andarsene, sbirciai da sopra la sua spalla. Ma del moro non c’era più traccia.

HARRY’S POV

Quando Nebula era corsa via, avevo passato il tempo a frenare l’istinto di prendere a calci tutto ciò che avevo attorno. Avevo ancora impresso la sua pelle al tatto della mia mano, così morbida. Chiusi gli occhi cercando di ricordare ogni minimo tocco, sguardo e sorriso che c’era stato prima che lei se ne andasse via.

I suoi capelli ribelli.

Le sue guance rossastre.

Le sue morbide labbra.

I suoi occhi glaciali chiudersi al mio tocco.

Quando riaprii gli occhi, sentii il cuore pronto ad esplodere nella gola, il fiato mozzarsi.

Ma che diavolo mi fai, Nebula?

Ma poi la rabbia prese il sopravvento, arrivandomi fino alla testa. Mi aveva lasciato qui, corsa via. Come fossi merda. Mi alzai di scatto, correndo verso la porta e sbattendomela dietro. Ero deciso ad ignorarla, ma adesso avevo bisogno di distrarmi. E niente era meglio di salutare quattro cari vecchi amici davanti a lei, facendo finta di non vederla. Infatti, Jake, Ash, Caleb e Fred erano davanti al mio armadietto.

“Ehi, amico” – salutai velocemente tutti con una stretta di mano – “Come mai qui?”

“Ti volevamo chiedere una cosa, giusto un accertamento” – iniziò Caleb, alzando maliziosamente il sopracciglio – “vedi, sembra che alcune persone ti abbiano visto in giro con quella stronzetta lì color arcobaleno, e volevamo sapere se avevi qualcosa da dire”

Strinsi i denti fino a farmi male, cercando di non far caso all’aggettivo usato da Caleb riferendosi a Nebula, ma poi finsi un sorriso.

“Vedi, ho sentito che Samantha è venuta a conoscenza di queste voci, e non è affatto contenta. Sai, com’è quella” – continuò Fred.

“No, non lo so.”

“Beh, amico, ci andrà giù pesante, lo sai, e già non ha un caratterino facile. Quindi, smentisci queste cazzate e non fartici più vedere” – e detto questo, si avviarono verso il corridoio destro.

Jake, accanto a me, sembrava un po’ perplesso.

“Che c’è?” – gli sputai contro.

“Ho sentito Samantha parlare con Grace e Angelina di questa cosa. Penso sia furiosa.”

Scrollai le spalle; doveva rompermi il cazzo anche lei, ora.

“Senti, andiamoci a fumare una sigaretta, non ne posso più”

Jake tirò un sospiro, ma mi seguì verso il campetto dietro la scuola.

***

“Che hai intenzione di dire a Sam?”

Battei il piede nervosamente, buttando fuori il fumo dai miei polmoni con il milionesimo sbuffo del giorno. Il sole si stava alzando molto lentamente, e si potevano sentire solo i rumori del bosco di fronte. Che giornata del cazzo. Nebula era scappata, gli amici falsi del cazzo erano dei falsi del cazzo e ora ci si metteva anche Samantha. Vaffanculo.

Mi girai verso Jake, il riflesso del sole sui suoi capelli biondi era quasi accecante.

“Ehi, a te piace Sam, no?”

Lui annuì.

Un ghigno si fece spazio sulla mia faccia – “Forse riusciamo a prendere due piccioni con una fava.”

E a quella frase, Jake si schiaffò la mano sulla faccia, esasperato.

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Sappiate che sto morendo di sonno, quindi se questo capitolo fa più schifo degli altri, sapete perché. :c

Across the universe.Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin