Goodbye

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NEBULA’S POV

Fu una settimana stupenda.

Alla fine, dovetti aiutare Harry a pulire la sua macchina dal vomito di Fanny, mentre lei era morente sul letto con uno spacca cranio post-sbornia. Per quanto l’idea di pulire quello schifo non fosse allettante, Harry lo fece sembrare divertente, lanciandoci le spugne bagnate addosso nel suo garage. Quel giorno scoprì anche la situazione economica elevata che aveva il ragazzo, che mi sarei dovuta aspettare già dalla macchina. Scoprii che era una Audi. Non che fossi molto ferrata, in fondo. Ma la casa era come se ti schiaffasse in faccia il fatto che stessero molto più che bene economicamente.

Fanny riuscì a rimanere persino qualche giorno in più senza dover pregare troppo la madre, che mi disse in segreto che da quando me ne ero andata, sua figlia non era più la stessa. Non usò proprio queste parole, qualcosa più come ‘energia negativa’ e quelle cose così. La madre era una donna da perline. Era difficile trovare delle porte da loro; semplicemente, lei preferiva delle lunghe corde con dei rubini – finti, ovviamente – attaccati, che davano un non so che di orientale alla casa.

Comunque sia, sapere che Fanny era triste per la mia lontananza, mi fece venire una fitta al cuore. Cercai di farle passare i giorni qui il più felicemente possibile. Ma il giorno del ritorno era, purtroppo, arrivato. La guardai cercando di celare il mio sguardo malinconico.

“Beh, è ora.” – commentò lei. Harry era qui con noi, aveva deciso di darmi un passaggio per salutare Fanny. In questa settimana, eravamo usciti tutti e tre insieme più di una volta, e beccai spesso i due confabulare lanciandomi delle occhiatine furtive. Era ovvio che mi stessero nascondendo qualcosa, ma, dopo la terza volta, smisi di chiedere loro che cosa stesse succedendo, visto che continuavano a darmi risposte vaghe.

A quanto pare, ne furono altamente grati.

“Mi mancherai” – e la strinsi in un abbraccio stritola costole. Lei rispose con tanta forza.

“Anche tu. Scrivimi. Lo so che non sarà più la stessa cosa, ma non ti voglio perdere.”

“Tranquilla” – allungai la mano verso di lei e gliela strinsi dolcemente. – “Ti chiamerò ogni fine settimana, okay?”

Lei annuì, consolata. In quel momento, Harry la prese da parte e le disse qualcosa sottovoce e la vidi annuire nuovamente. Poi le diede un bacio sulla guancia e potei vedere un ‘ciao’ sulle sue labbra.

***

Le mani di Harry erano strette sul volante, ma i suoi occhi erano stranamente distratti. Potei vedere un pensiero profondo rimpicciolirsi nei suoi occhi, quando gli rivolsi la parola.

“Mi chiedo se mi stiate nascondendo una relazione segreta, voi due.”

Il suo viso cambiò in una smorfia come indeciso se negare l’ovvietà o darmi una risposta sincera.

“Credimi, sei anni luce lontana dalla risposta.”

“Non ho mai visto Fanny così affiatata con qualcuno tranne che con…”

“Con te?” – e si girò verso di me in un’occhiata allusiva.

Ma non poteva essere, a meno che Fanny non glielo avesse detto. Ma non lo farebbe mai.

“Tu sai?”

“Di voi due? Sì, certo. Si nota da come lei ti guarda. Ma mi ha già spiegato che in verità lei non ti interessa, quindi tranquilla, non andrò a dire a tutti che sei una leccaciuffe.”

“Una cosa?”

Lui rise. La sua risata roca e spensierata mi fece vibrare il petto. Guardando la sua espressione in quel momento, mi accorsi di quanto il viso di Harry in realtà fosse marcato da alcuni segni di stress. Due leggere occhiaie gli contornavano gli occhi e la sua fronte spesso era corrugata da far intendere del pensiero in cui era perso. Ma adesso, tutti quei segni erano spariti.

“Una leccaciuffe. Una lesbica, Neb.”

“Quanto sei volgare!” – ma la mia predica fu smorzata da una risata che non riuscii a trattenere.

“Comunque” – mi diede una schicchera leggera sul braccio – “quando siamo andati al pub, tu e Fanny avete sbandierato a tutti il fatto che aveste allegramente fatto sesso.”

Cosa?

“Cosa?” – urlai dandomi una pacca sulla fronte con il palmo della mano – “non è vero.”

“Oh, sì, cara.”

“M-Ma…” – mi presi il viso tra le mani e lo allungai verso il basso – “ma io non me lo ricordo!”

“Si chiama sbronza. S – b – r – o – n…”

“Sisi!” – lo bloccai – “Oh, cazzo.” – piagnucolai.

***

HARRY’S POV

Guardai Nebula scendere dalla macchina sbattendo la porta, ma non prima di avermi stampato un bacio sulla guancia che mi fece solo impazzire dalla voglia di prenderla e baciarla una volta per tutte. Il suo culetto ancheggiò fino alla porta di casa, da dove mi lanciò un ultimo cenno di saluto. Puntualmente, il mio telefono iniziò a vibrare. Era Jake.

“Ehi, amico” – la sua voce metallica dall’altro capo.

“Ehi, dimmi”

“Sei sparito, figlio di puttana.  Che cazzo di fine hai fatto?”

“Ho delle novità su Nebula. Ti va di vederci?”

“Al boschetto?”

“Al boschetto.”

***

“E così l’amica di Nuvola”

“Nebula”

“Sì, quella, ti ha riconosciuto e non ha detto nulla?”

“Già.”

Io e Jake avevamo scelto questo boschetto in primo. Dissi che volevo un posto dove potevamo parlare senza che nessuno ci trovasse, ma in verità io amavo i boschi. Ma non glielo avrei mai detto. Una foglia si staccò proprio sopra di noi e, piano, si posò sopra la mia fronte. La guardai per qualche secondo divertito, poi con uno sbuffò la spostai insieme ai miei capelli.

“Pensi che funzionerà? Con Nuv..”

“Nebula, Jake. Nebula.”

“Sì, con lei.”

Sospirai. Il casino nella mia testa cresceva ogni secondo che passavo con lei.

“Non lo so” – e tirai un altro sospiro – “Me la sto giocando con calma, non voglio mandare tutto a puttane come al solito. Voglio che si fidi.”

“Non ti ho mai visto così serio.”

Il silenzio calò fra di noi. Anche la foresta era silenziosa. Stava cominciando il freddo, e tutti gli animali erano pronti per il lungo letargo. Il vento mosse i fili d’erba del prato e i rami esili.

“Harry” – Jake riprese parola – “anche io ho delle novità”

Rimasi in silenzio.

“Sto uscendo con Sam, ultimamente. Senza scopare. Le ho fatto un discorso, spiegandole che non volevo più usarla come scopata facile. Che l’avrei presa sul serio.”

“E’ seria?”

“E’ seria.”

“Sono contento per te, amico.”

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