Capitolo 5

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Igor

《Vieni dentro.》

《Si può sapere dove cazzo sei quando ti chiamo al telefono?》Sbraitai perché ero incazzato nero.

《Mi stavo facendo la doccia, non sapevo avessi dimenticato le chiavi.》 Si difese lei.

Ero stanco e tutto bagnato a causa del forte temporale, non pioveva da molto qua a Mosca. Intanto avevo davanti a me Summer con i capelli leggermente umidi e con solo un misero accappatoio addosso, il pensiero che fosse nuda sotto fece svegliare il mio amico. Dovevo cambiare stanza, altrimenti l'avrei sbattuta al muro senza pensarci due volte.

《Hai cucinato?》Chiesi mentre cominciai a togliermi la giacca.

《Si, gli spaghetti alle vongole.》 Rispose abbassando lo sguardo mentre mi vide a petto nudo.

La bambina era arrossita per me. Odiavo metterla in imbarazzo, vedere le sue guance tingersi di rosso e vederla impacciata a rispondere.

《Spero che gli spaghetti siano masticabili altrimenti-》Cercai di prenderla in giro ma lei mi interruppe.

《Altrimenti vai da quella gatta morta a mangiare Kreed!》

《Cos'è che ti da più fastidio Summer...? Che la nomino sempre o che me la scopo sempre?》Mi avvicinai pericolosamente alla ragazzina, ormai era in trappola. Dopo un nano secondo mi arrivò uno schiaffo forte in pieno viso.

《Sei uno stronzo! Ecco cosa mi dà fastidio!》 Disse guardandomi dritto negli occhi.

Mi arrabbiai, non avrebbe dovuto darmi quello schiaffo. La presi per il polso e la feci sbattere al muro.

《Allora posso continuare a scoparmela.》 Le sussurrai all'orecchio e la vidi irrigidirsi.

Scappò via nella sua camera senza dire niente. Sapevo che provava qualcosa per me,  tra di noi c'era un'attrazione fortissima, ma lei continuava a negare e scappare, ma purtroppo non era impossibile fuggire dai sentimenti.

Puoi scappare finché vuoi bambina...ma prima o poi cederai.

Andai a farmi la doccia, avevo bisogno di scaricare la tensione e rilassarmi un po'. Odiavo avere discussioni con Summer, viveva con me da un po' di mesi, mi ero abituato  ad averla sempre in casa, ma forse aveva ragione lei che mi comportavo sempre da stronzo. Forse avrei dovuto chiederle scusa. Finii di lavarmi, presi un paio di boxer puliti, dei jeans e una maglietta bianca, misi il profumo e mi diressi verso la sua stanza. A pochi passi della sua camera sentii dei gemiti e degli ansimi.

Ma che cazzo...

La porta era semiaperta e Summer si stava toccando da sola. Si vedeva che era inesperta, ma cazzo, era così eccitante vederla lì, su quel letto con le gambe aperte e la sua mano che si muoveva in modo circolare sulla sua intimità.

《Perché cavolo non riesco?!》Si lamentò frustata.

《Vuoi una mano magari?》Chiesi divertito.

《Oddio, esci subito Igor!》

Summer si coprì subito meglio con la gonna, era così bella e profumata, i suoi occhi azzurri luccicarono dentro la stanza. Dopo pochi minuti vidi la ragazzina prendere un piccolo barattolino dal comodino vicino al letto.

《Cosa sono quelle?》 Domandai curioso.

《Sono delle pastiglie che mi aiutano a dormire.》 Spiegò gesticolando nervosa.

《Non hai bisogno delle cazzo di medicine per dormire!》 Alzai la voce, mi avvicinai a lei e le presi il barattolino pieno di quelle dannate pastiglie.

《Ridammelle Igor.》 Sussurrò mentre cominciò a tremare.

《No! Non ti permetterò di prendere queste e poi stare male, piuttosto ti vai a comprare della valeriana!》 Ero incazzato, prendeva delle pastiglie a mia insaputa, se le fosse capitato qualcosa, non me lo sarei mai perdonato.

《Ma Igor...io ne ho bisogno.》 La sua era una supplica, era vicinissima a me che mi implorava di ridarle quelle maledette pastiglie.

《Dammi un motivo.》

《È come se non dormissi la notte, faccio un sacco di incubi, sopratutto uno in particolare che mi perseguita da mesi ormai. Ho bisogno di quelle medicine per evadere un po'.》 Aveva gli occhi lucidi, Summer pensava che quelle medicine l'avrebbero salvata, che grazie a quelle, avrebbe risolto i suoi problemi, ma purtroppo non funzionava così.

《Calmati devushka...la superemo insieme, ma mi devi promettere che non le prenderai mai più queste.》

Mi venne spontaneo abbracciarla e tenerla stretta a me, sembrava una bambina che si era appena sbucciata il ginocchio e poi che era corsa dalla mamma. Era una sensazione bella averla stretta a me. Dio, erano passati un sacco di anni da quando non abbracciavo qualcuno...
Per un attimo Summer mi guardò intensamente negli occhi, le nostre labbra si sfiorarono appena ed io avevo una voglia matta di baciarla e assaggiare finalmente le sue labbra. Stavo per farlo ma fui interrotto dal suono del campanello.

Minchia! Proprio adesso?

Andai frustrato a vedere chi fosse, ma rimasi scioccato appena aprii la porta.

《Ciao Igor...》

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