Capitolo 47

752 75 84
                                    

Igor

《Non riesco a dimenticarla, cazzo!》Sbottai arrabbiato.

《Ti vuoi calmare? Summer è ancora innamorata di te, ne sono sicura.》Parlò mia sorella mentre si abbuffava di dolci.

Era passata una settimana da quando si era scoperta tutta la verità. Tutti i giornali ne parlavano.

Summer Smirnov era Karina Molotova, la figlia del sindaco.

Vadim non mi parlava più da quando aveva scoperto che Summer fosse sua sorella. Gli avevo mentito e non me l'avrebbe perdonato. Era diventato molto più protettivo nei confronti di Summer.

《Igor, tra un'ora devo andare assolutamente in farmacia, solo che dovrei stare con Nataly, perché Summer deve uscire, potresti stare tu con lei per favore?》Chiese facendo gli occhi dolci.

Stava scherzando?

《Ti rendi conto di ciò che mi stai chiedendo?》

《Si, ti sto chiedendo di stare con tua figlia nel frattempo che vado in farmacia! 》Esclamò puntandomi il dito contro.

Io non avevo nessuna figlia.

Andai in giardino a fumare per il nervoso, non potevo credere al fatto avessi ceduto. Dopo qualche minuto arrivò Summer che lasciò la bambina ad Anastasia. La castana se ne andò dopo di che entrai in soggiorno.

Mi batteva il cuore all'impazzata e non capivo il motivo.

L'ansia da paparino si fa sentire!

Mia sorella se ne andò lasciandomi solo con quella bimba.  Uscii fuori di nuovo per fumare una sigaretta e dopo di che tornai in casa, ma la bambina non c'era dove l'avevo vista prima.

Tu sorella se ne è andata da cinque minuti e tu già stai facendo casini.

《Piccoletta, dove sei? Torna qua subito.》

Mi aggirai per vederla ma di lei ancora nessuna traccia. Feci ancora dei passi fino a quando la trovai in cucina per terra con la manina nel barattolo di nutella. Era sporca di cioccolato dalla testa ai piedi. Era così concentrata con quel barattolo. Con le manine sporche di nutella faceva le impronte sul pavimento chiaro e pulito.

Mia sorella mi avrebbe ucciso al suo ritorno.

Andai dalla bambina e le tolsi il barattolo di nutella e lei cominciò a fissarmi. Voleva gattonare e spostarsi ma io la presi in braccio per evitare che facesse altri casini. La bimba mi mise le sue piccole manine in faccia sporcandomi. Avevo una strana sensazione mentre la tenevo in braccio. Era bellissima, però non somigliava tanto a Summer.

Stai dicendo che somiglia a te, finalmente si è lodato il cielo.

Nataly mi sorrideva e continuava a fissarmi, stava studiando il mio viso, mi sentivo strano in quel momento. Non mi ero mai sentito così.

Dopo poco scoppiò a piangere ed io non sapevo cosa fare.

Dove cazzo era mia sorella in quel momento?

La misi sul tappeto e le portai un tigrotto per farla giocare. Nataly invece cominciò a gattonare alla velocità della luce per poi nascondersi dietro la tenda bianca ridendo. Andai subito a prenderla.

《Ti ho presa piccola nanetta dispettosa.》

Ad un tratto sentii il campanello, era Anastasia sicuramente. Andai ad aprire e...

《Che stai facendo tu qui?》Domandò Summer arrabbiata.

Vado a prendere i pop corn e torno.

《Ti ho fatto una domanda! 》Alzò la voce ancora sorpresa.

《Prima di tutto modera il tono.》

《Dammi mia figlia.》Esclamò. Sembrava allarmata come mai.

Le diedi la bambina ma dopo pochi secondi scoppiò a piangere, alzava le manine verso la mia direzione come a voler allontanarsi da Summer.

《Non piangere amore...》

《Summer che ci fai qui?》Arrivò anche mia sorella.

《Mi spieghi cosa cavolo ti passa per la mente, Nastea? 》

Mia sorella non sapeva cosa dire.

《Ti chiedo di stare per qualche ora con mia figlia e tu alla prima occasione te ne vai lasciandola con questo stronzo.》

Summer sembrava fuori di sé, era troppo stressata in quel periodo. Lei non parlava mai in quel modo alla sua migliore amica.

《Mi dispiace ma non porterò più la bambina qui.》Disse Summer.

La castana se ne stava per andare quando io la fermai per un braccio.

《Non comportarti così, cazzo! Anastasia non c'entra niente, a lei piace stare con tua figlia, io non starò più con lei, così sarai più tranquilla, ma non sfogare la tua rabbia su di lei.》

Scomparsi dalla sua vista, andai a prendere il telefono e le chiavi della macchina. Dovevo andare via da lì.

Arrivai in parcheggio ed iniziai a fumare. Sentivo una rabbia assurda dentro di me. Non facevo altro che pensare a quella bambina, alle sensazione che avevo provato e allo sguardo incazzato di Summer nel vedermi.

Dopo poco, vidi arrivare Summer alla macchina con sua figlia, ad aspettarla c'era quel coglione con cui usciva, il tipo la baciò e diede un bacio anche alla bambina.

Sentii il sangue ribollirmi nelle vene. 

Sei forse geloso?

《Qualunque cosa tu abbia in mente di fare, ti consiglio di togliertela subito dalla testa. Non provare mai più ad avvicinarti a mia sorella e a mia nipote. Ti è chiaro?》Era Vadim, era apparso come un coniglio da un cespuglio.

《Guarda che non mi voglio avvicinare a nessuna delle due.》Risposi tranquillo.

Che falso!

《Ti conosco troppo bene Kreed, ma se pensi che ti scoperai di nuovo mia sorella per poi abbandonarla, come hai fatto quando era incinta, ti sbagli di grosso.》

《Oh, il fratellino vuole giocare al gioco del difensore. Dovevi proteggerla ventitré anni fa, coglione. Magari non sarebbe stata stuprata per anni e non avrebbe fatto la fame!》

《Che cazzo stai dicendo?》Urlò Vadim.

Mi prese a pugni e dopo poco ci trovavamo a picchiarci.

《Igor Kreed,  deve seguirmi in centrale per aggressione alla persona.》

Ma che cazzo...

Signore e signori ci vediamo nella prossima puntata con Igor nella stanza al freddo. A presto e non mancate.

ODIO IL FATTO CHE TI AMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora