Capitolo 49

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Igor

《Alzati brutto stronzo!》Urlò Ivan dopo avermi colpito un'altra volta.

Mi aveva rinchiuso in una cella minuscola al buio, mi aveva fatto addormentare con una siringa e poi mi aveva legato. Mi svegliai con dolore al petto e alla testa. Quel coglione mi aveva picchiato.

《Ti ho detto di alzarti, coglione!》Ripeté di nuovo.

Ivan era un bastardo, l'avevo immaginato, sembrava troppo perfetto in ogni minimo dettaglio e Summer ci era cascata come una bambina alla scuola elementare.

Riuscii ad alzarmi. Dopo poco accese la luce. Mi stava guardando con rabbia e con odio.

Ma perché a Summer capitava tipi così depravati?

Anche tu lo sei, idiota.

《Che cosa pensi di ottenere, Ivan?》Domandai sorridendo.

《Hai distrutto la vita di Summer e non ti permetterò di distruggere anche la mia.》

《Picchi così anche lei? Lo sai che probabilmente gli fai schifo?》Lo derisi.

《Tu gli fai schifo. L'hai abbandonata quando portava in grembo tua figlia. Dov'eri quando era in sala parto? Te lo dico io dove ti trovavi stupido essere insignificante! Eri a scoparti un'altra.》

Mi ribolliva il sangue nelle vene per la rabbia. Mi sentivo male al pensiero che Summer mi odiasse. Dopo averla lasciata non ero più andato a letto con nessuna. Ero stato con Elena per un po' di settimane, ma non l'avevo mai scopata.

《Sei un figlio di puttana, Ivan. Giuro che appena mi libero, ti ucciderò con le mie mani.》

Zitto! Io non voglio stare in carcere con te.

《Lo sai, a volte mi stupisce per quanto tu sia coglione. Ti sei fatto scappare Summer e ora tua figlia crescerà con un altro padre, che guarda caso non sei tu.》

Tecnicamente ha ragione.

Sta zitta tu.

《Domani mattina sarai libero e ti consiglio una cosa, stai lontano da lei se non vuoi che le cose si mettano male per te.》

Ivan se ne andò ed io passai la notte nella cella da solo. Durante quella notte pensai a tutto ciò che era successo da quando avevo conosciuto Summer. Ripensavo ai momenti felici trascorsi insieme a lei, a tutte le scenate di gelosia e a tutte le volte che avevo fatto l'amore con lei.

E se avessero avuto tutti ragione? Se Nataly fosse stata davvero mia figlia?

Dovevi finire in carcere per farti venire tutti questi dubbi?

La notte passò finalmente e...

《Kreed, puoi uscire.》Disse una guardia per poi venire da me e liberarmi.

All'uscita vidi mia sorella aspettarmi.

《Ma che cosa ti hanno fatto lì dentro? Perché hai un occhio nero?》Domandò preoccupata.

《È Ivan l'artefice di tutto. Quel tizio non è così perfetto come tutti pensano.》

Con tutti intendi Summer?

《Devi denunciarlo, Igor. Ti vorrei ricordare che sta con Summer.》Mi disse mia sorella ancora più allarmata.

《Lei mi odia, qualsiasi cosa le dica, lei crederà sempre alle parole del suo fidanzatino.》Risposi incazzato.

《Ascoltami, sei il suo capo, oggi vai al lavoro e la chiami nel tuo ufficio e le parli, devi mantenere la calma però, non fare cazzate per favore.》Mi avvisò Anastasia.

Nastea mi portò a casa mia mia, mi feci una doccia, mi vestii e dopo averla ringraziata andai al lavoro. Quando la vidi arrivare, dissi ad una segretaria di chiamarla nel mio ufficio.

《Mi hai chiamata?》Rispose acida ma appena mi vide, sgranò gli occhi.

《Vadim ti ha ridotto così male?》Chiese riferendosi all'occhio nero.

Si preoccupa ancora per te, hai visto?

《No, ci ha pensato il tuo caro fidanzatino.》

《Ivan non farebbe mai una cosa del genere, mi stai mentendo. 》La vidi nervosa, si stava agitando a stare in quell'ufficio.

Decisi di togliermi la camicia e le feci vedere i segni che avevo sul corpo, volevo che vedesse di ciò che era in grado di fare Ivan.

La bambina mi guardò triste e dispiaciuta. Mi avvicinai di più e stranamente lei non indrieggiò.

《Mi...mi dispiace.》Mormorò non guardandomi negli occhi.

《Da quando ti metto vestiti così lunghi per coprirti? Tu non ti vesti mai così.》

《Ivan dice di non vestirmi in modo appariscente e di coprire le forme, perché devo dimagrire.》

Non poteva averlo detto per davvero.

《Summer guardami, vestiti con che cazzo ti pare, non devi dimagrire, sei perfetta, non dare retta a quel coglione. Devi allontanati il più possibile da lui.》 Le sfiorai i capelli e le osservai il viso, era stanca.

《Non posso, lui mi ama, gioca con Nataly come se fosse sua figlia, mi è sempre stato vicino.》

《E tu? Che mi dici di te?》

Summer non rispose.

Mi avvicinai di più e lei indrieggiò fino a sbattere sulla porta, chiusi con la chiave e decisi di continuare la nostra conversazione.

Io spero che la vostra conversazione si trasformi in una scopata però.

《Sai, mentre ero in prigione,  ho pensato a tutti i momenti trascorsi con te e a tutte le volte che ti ho fatta mia.》Confessai a bassa voce al suo orecchio.

Ricordati che tua sorella ti ha detto di non fare cazzate.

《Perché mi dici queste cose, Igor? Non c'è più niente tra noi.》

《Dimmi che non mi pensi mai, Summer...dimmi che non vorresti che ti scopassi contro questa porta fino a farti urlare il mio nome, dimmi che non mi vuoi...》

~Spazio autrice

Ciao a tutti. Come state?

Ho notato che rispetto a dieci capitoli fa,  i commenti si sono ridotti e forse molti hanno abbandonato la lettura. Vorrei sapere se vi piace la storia e cosa c'è che magari non piace, per me è molto importante il vostro parere.

Ringrazio coloro che mi daranno una risposta.

Buona giornata❤

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