Capitolo 71

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Summer

《Ma che dolce sorpresa Summy. 》 Parlò Marcus guardando subito la mia pancia.

《Vedo che sei incinta di nuovo, il cazzo ti è sempre piaciuto sin da bambina, eh?》 Continuò ancora a parlare, mentre in me saliva la voglia di strangolarlo e ucciderlo una volta per tutte.

《Stai zitto! Avrei dovuto tagliarti anche la lingua quel giorno e non solo i testicoli.》Risposi sentendo l'agitazione salire.

Non potevo crederci di essere andata in carcere a trovare il porco che mi aveva violentata per anni. Una cosa era certa però, volevo trovare quel bambino.

《Chi era il bambino della capanna? Ho ricordato che c'era un altro bambino lì con me, anche se non c'era sempre. Dimmelo, figlio di puttana! 》Mi stavo alterando e le mani cominciarono a tremarmi.

L'uomo davanti a me era anche vestito abbastanza bene per vivere in una prigione e probabilmente mangiava qualcosa di buono e si guardava pure la tv. La prigione era sbagliata per loro, era un lusso. Quelli come lui dovevano soffrire tanto e poi lasciati a marcire con i vermi.

《Dimmelo! Tanto passerai la tua vita qui dentro!》

Marcus cominciò a ridere a squarciagola, che le persone si girarono verso di noi.

《Pensavo che l'avessi già conosciuto. Sai, anche lui è venuto a trovarmi qui, voleva vederti.》 Spiegò mentre rideva di gusto.

Per un attimo ebbi un capogiro, non sapevo se mi stava dicendo la verità o se mi mentisse.

《Come si chiama? Quanti anni ha adesso? Devi dirmelo !》Stavo diventando fuori di me, il cuore cominciò a battere più forte e il tremolio delle mie mani divenne incontrollato.

《Adam, Adam Stalnov. Avete il mio marchio, tutti e due.》

Al suono di quel nome, pensai di svenire. No, non poteva essere vero. Mi stava mentendo, era tutto falso.

《Dalla tua bellissima faccia mi sa proprio che hai già fatto la sua conoscenza. Lui non mi piaceva più di tanto, tu invece eri la mia preferita, la mia bellissima puledrina, pronta a essere cavalcata.》 Non lo feci parlare oltre e scappai via da quel posto.

Mi mancava l'aria, avevo una nausea fortissima e non sapevo come reggermi in piedi.

Ero sotto shock.

Avevo sempre avuto la risposta sotto gli occhi e non l'avevo capito.

Ero arrabbiata, anzi no, furiosa e delusa allo stesso tempo.

Adam mi aveva presa in giro, sapeva benissimo chi fossi sin dall'inizio ma aveva fatto finta di niente, e la cosa peggiore era il fatto di essersi inventato una storia orribile e mentre me la raccontava piangeva davanti a me.

Dovevo andare da lui, volevo che mi dicesse la verità, tutta la verità.

Quel giorno mi ero presa un permesso  dal lavoro, quindi non ci sarei andata. Anche Adam era a casa, aveva il giorno libero.

Salii in macchina, misi in marcia e partii come una furia verso casa sua. Una volta arrivata a destinazione, vidi sul mio display le infinite chiamate di mio fratello, ma feci finta di niente.

Il mio collega abitava in un condominio a tre piani, perciò suonai al cancello d'ingresso e poi avanzai su per le scale verso il suo appartamento.
Il mio cuore batteva all'impazzata, avevo quasi paura che mi uscisse dal petto. Una volta arrivata alla porta, suonai il citofono e fu proprio lui ad aprirmi.

《Ciao Karina, che sorpresa vederti qui. Posso offrirti qualcosa? Un tè, un bicchiere d'acqua o dei biscotti?》Era sempre così premuroso nei miei confronti.

《Perché non mi chiami con il nome con il quale mi hai conosciuta, eh ? Perché continui ancora con questa farsa?》Sbottai agitando le mani.

《Di cosa parli? Io non ti capisco...》Rispose lui sistemandosi il colletto della camicia.

Incredibile, continuava a fare il finto tonto!

《So tutto, Adam. Sei un bugiardo e una brutta persona, tu ti sei preso gioco di me e so che sei tu, c'eri anche tu lì, con me in quella capanna.》Gli sputai addosso tutto l'odio e la delusione provata in quel momento.

Mi avvicinai a lui mentre lui non sapeva cosa dire, non riusciva neanche a guardarmi in faccia.

《Ti devi calmare Karina, io non sono...》Non lo lasciai finire che cominciai a sbottonargli la camicia con una velocità disarmante. Volevo l'ennesima prova.

《Fermami Adam, fermami se non è questa la verità.》 Lui però non mi bloccò le mani, me lo lasciò fare.

Dopo pochi secondi, vidi la M incisa con il coltello su tutto il suo addome, partiva dai pettorali fino ad arrivare fino in basso, più in basso dell'ombelico. Adam non mi guardava, non aveva il coraggio ed io sentii gli occhi pizzicare.

Gli sfiorai i contorni di quella lettera con le dita che tremavano. Ero fuori di me e non capivo più niente di quella situazione.

《Per favore, Summer, sto troppo male così.》Sussurrò lui quando la mia mano arrivò alla fine della lettera.

《Perché mi hai mentito per tutto questo tempo? Perché ti sei inventato una storia su tua madre? Perché? Perché ?》Avevo un sacco di domande

《Perché mia madre è come se avesse fatto quelle cose. Era lei che mi affidava a Marcus, era lei che si toccava mentre vedeva me e Marcus nei video. Per me, ha fatto peggio lei che Marcus. Sai, mi ricordo ancora la prima volta che Marcus aveva cominciato ad abusare di me e quando lo dissi a mia mamma, lei scoppiò a ridere e mi disse che aveva fatto bene. 》Adam mi raccontava tutto ciò con rabbia, non voleva piangere davanti a me e non voleva dimostrarsi debole.

Lo abbracciai, nonostante fossi arrabbiata, capivo come si sentiva, forse aveva avuto le sue buone ragioni per mentirmi in quel modo.

Dopo un po' mi staccai da lui, mi resi conto che era a petto nudo davanti a me con un'enorme cicatrice sull'addome.

Ad un tratto però i miei occhi si posarono accanto lui dove c'era una scrivania. Sopra c'era un giornale, qualcosa attirò subito la mia attenzione...

No, non poteva essere vero !

già disponibile il capitolo 72. Scorri.*

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