One

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"Allora, bella bambina, cosa ne facciamo di te?"

Spalancai gli occhi nel preciso momento in cui l'uomo passò il suo lungo coltello tra le dita, come ad assicurarsi che fosse affilato al punto giusto, pronto a tagliarmi la gola in un gesto secco.

Scossi le catene di ferro che mi tenevano sollevata da terra, sperando di riuscirmi a liberare, invanamente.

Dove diamine ero finita?

Chi era quell'uomo ?

E chi ero...io?

Il mio nome era l'unica cosa che ricordassi, nient'altro.

Età, cognome, amici, parenti, tutto vuoto.

Sentii le lacrime bruciarmi gli occhi, ma cercai di ricacciarle dentro.

"Shh, sta ferma."

L'uomo mi si avvicinò, passandomi la mano libera sulla guancia bollente, scostandomi una ciocca di capelli ribelli dietro l'orecchio.

Sarebbe potuto sembrare un gesto dolce, se non fosse stato per il contesto e per l'odore di alcool proveniente dall'alito dell'uomo.

"Bella bimba." Sussurrò, mettendo in mostra i denti gialli "Adesso facciamo un bel gioco."

Presto la lama del coltello fu sulla mia guancia, e sentii l'odore del sangue farsi sempre più forte.

Cercai di trattenere il dolore, evitando che le mie espressioni mi tradissero.

"Oh, ma che brava." Sorrise "Penso che ti meriti un bel premio."

Il coltello si abbassò fino alla mia vita, e con un gesto secco il bottone dei miei jeans era già volato via.

Respirai.

Non dovevo scoppiare.

La pressione stava salendo, e il mio respiro era sempre poi affannato.

L'uomo rise, prima di premere le sue labbra umide contro le mie e infilare una mano sotto la maglietta.

Non riuscivo a capire che mi stesse succedendo, sentivo solo il peso sul petto farsi sempre più forte, e la rabbia salirmi alle stelle.

Sentii la mano dell'uomo stringere forte sul mio seno, e fu allora che scoppiai.

Le dita si allungarono, facendo spuntare lunghi artigli.

I denti si tramutarono in zanne e con un solo gesto morsi il labbro dell'uomo, strappandoglielo.

Lo vidi urlare dal dolore, con il sangue che gli usciva dalla mascella sfigurata.

Feci pressione sulle catene, strappandole con un colpo secco.

Caddi in piedi, giusto in tempo per vedere l'uomo afferrare una asta appuntita e puntarmela contro.

Erano d'argento, e qualcosa mi diceva che era una brutta notizia.

Corsi come una furia dall'altra parte della vecchia cantina, sforzando il pomello chiuso della porta fino a scardinarla.

Salii su per le scale, e appena arrivai in soggiorno vidi molti altri uomini balzare in piedi, sbalorditi.

Sfruttai quel attimo di esitazione per correre verso la porta e guadagnarmi finalmente la libertà.

Avevano scelto di piazzare la loro base al centro del bosco, e questo giocava a mio favore, visto che stranamente riuscivo ad orientarmi.

Mentre correvo cercavo in tutti modi i non pensare a quello che mi era successo, dando la colpa all'immaginazione che giocava brutti scherzi per lo schock.

She wolf {s.s.} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora