Capitolo 3. Lo specchio dell'anima - I

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Capitolo 3 "Lo specchio dell'anima"

Mi dava le spalle.

Ero sicura che non si fosse ancora accorto della mia presenza, la sua espressione era neutra ma notai la traccia di un cipiglio sulla fronte, la luna gli illuminava il viso pallido e il torace che aveva deciso di lasciare scoperto.

La camicia di lino nera che mia madre gli aveva offerto per dormire gli arrivava ai fianchi, l'unica differenza da quando l'aveva indossata poche ore prima è che le maniche adesso erano state arrotolate scoprendo gli avambracci. Ha tolto maggior parte dei suoi strani gioielli ma continuava ad indossare un lucchetto come collana.

Il pensiero che potesse essere assorto nei suoi pensieri mi colpì in pieno facendomi accigliare. Tutto in lui sembra urlare distacco, era una cosa tipica dei NU.

Ma lui è difettoso.

Ma cosa significa? Qual'è il suo problema?

Mi morsi il labbro inferiore tamburellando le dita sulla coscia nuda, ma smisi quando improvvisamente vidi il ragazzo dai capelli neri poggiare i palmi sul davanzale e sporgersi pericolosamente verso il vuoto.

Ma che sta facendo!?

Istintivamente feci un passo nella sua direzione allungando un braccio ma quando ricordai che il pensiero di buttarsi non avrebbe mai potuto sfiorare la mente di uno come lui mi tranquillizzai. Sospirai di sollievo ringraziando di essere a piedi nudi così non mi avrebbe sentita, ma quel pensiero svanì velocemente quando si voltò lentamente nella mia direzione.

L'impatto che i suoi occhi ebbero sui miei fu destabilizzante, cercai di vederli ma erano così scuri da confondersi con il buio del corridoio, rimasi immobile a guardarlo mentre schiudeva le labbra rosee.

«Mi piace osservare le stelle, la tenda le oscurava.» Spiegò abbassando di poco il mento per potermi guardare meglio.

Mi schiarì la gola reprimendo l'imbarazzo che la sua altezza esagerata mi provocò, annuì leggermente incrociando le braccia al petto mostrandomi tranquilla. Come se pochi secondi fa non avessi avuto paura per la sua vita.

«Non mi devi spiegazioni, NU.» Dissi distogliendo lo sguardo dal suo per posarlo sul cielo alle sue spalle.

Lui annuì e si allontanò di poco dalla finestra azzardando un passo nella mia direzione, mi sforzai di tenere gli occhi incollati sulle stelle.

«Ricevuto. Mi auguro che ti sia divertita a dipingere.» Mi disse inclinando la testa di lato, prima che potessi chiedergli come facesse a saperlo lui mi anticipò. «Hai della vernice sulle dita.»

«Residui..» sussurrai scuotendo la testa prima di mordermi il labbro inferiore.

«Allora io vado.» Dissi guardandomi le mani e dandogli le spalle pronta ad entrare in camera mia.

Prima di entrare riuscì a sentire la sua voce che mi salutava. «Buonanotte.»

Quando chiusi la porta alle mie spalle sospirai chiudendo gli occhi sperando che non mi sarei dovuta abituare a quelle scene e tantomeno alla sua presenza.

***

«Vado a scuola, ci vediamo più tardi mamma!» Avevo annunciato allacciando con un sospiro il casco guardando poi di sottecchi il ragazzo con le catene trovandolo intento a guardare la TV.

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