Capitolo 14. Sussurro del diavolo II

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« Il soggetto, se dovesse rivelarsi una donna in attesa, va trattata con estrema cautela in quanto potrebbero riscontrarsi problemi durante il parto...» lesse Logan ad alta voce esalando un profondo sospiro. Socchiuse il libro sporgendo la testa nella mia direzione, curioso di sapere se anche io stessi ancora leggendo.

«Non distrarti.» Gli lanciai una breve occhiata. «Capisco che potrebbe annoiarti ma de-»

Ridacchiò. «Devo prestare attenzione a come aiutare una donna incinta in caso di parto improvviso? Gwen. In caso non l'avessi capito da sola, non c'è niente di utile in questi libri che possano aiutarti a scoprire le vere intenzioni di Darcey. E comunque credo che sia meglio indagare di persona: potrei venire con te visto che i miei occhi possono scannerizzare il viso di qualsiasi essere umano che si rispetti. I dettagli non mi fanno paura.»

Sbuffai stropicciandomi gli occhi con i palmi delle mani mentre avvertivo il materasso sotto di me abbassarsi a causa del peso di Logan.
Lo guardai e lui mi rivolse un sorriso complice quando capì che avevo appena realizzato che avesse ragione. In quegli ultimi giorni sembrava più disposto a stare al mio fianco, tra una scusa e l'altra finiva sempre a passare i pomeriggi con me.

Allungò la mano sulle mie gambe afferrando il libro e lo chiuse con uno scatto poggiandolo sul comodino.

«Hai ragione...» confermai. Mi alzai lanciando un veloce sguardo fuori la finestra, laddove il cielo si imbruniva sempre di più; la temperatura si sarebbe abbassata di almeno dieci gradi quella sera, così diceva il meteo. Infilai il lungo cappotto scuro sopra la t-shirt e lo strinsi in vita.

Logan si alzò lentamente, comprendendo le mie intenzioni; una ciocca di capelli neri gli ricadde sulla fronte e lui la spostò con disinvoltura con le lunghe dita affusolate. «È quasi sera. La scuola dovrebbe chiudere tra meno di quarantacinque minuti. Perchè non andiamo domani?»

Sollevai la testa di scatto e lui mi guardò in attesa.

«Tu non verrai.»

«Non dire sciocchezze» sbuffò

«È rischioso portarti con me mentre la interrogo. Potrebbe cambiare le carte in tavola e puntare la sua attenzione su di te, somministrarti qualcosa di cui non so niente e di cui tu non ne comprenderesti l'utilità. O addirittura puoi sentirti male, potrei non perdonarmelo, non voglio che ti succeda qualcosa.» Spiegai in tono paziente mentre lui tornava a mettersi comodo sul mio letto.

«Ti preoccupi per me?» proruppe con le mani dietro la nuca e l'accenno di un sorriso sul viso ovale.

Mi preoccupavo delle conseguenze, di ciò che sarebbe potuto succedere se gli effetti negativi di Molly avessero potuto farlo impazzire mentre Darcey era con noi.
Se qualche medico decidesse di fare delle analisi improvvise io, priva di autorità, sarei obbligata a rimanere con le mani in mano.
E se mia madre scoprisse di aver portato Logan con me in un luogo poco sicuro? Dopotutto è sotto la sua custodia e il fatto che altri medici oltre lei possano studiarlo potrebbe infastidirla.

Sì. Sì, tutto ciò mi preoccupa tanto.

Logan mi ascoltò in silenzio ritrovandosi ad annuire; anche se la voce bassa trasudava incertezza, so che non avrebbe provato ad impedirmi di andare. Anche quando afferrai lo skateboard sentì il suo sguardo carico di disappunto sulla schiena. Sapevo che mi avrebbe aspettata, magari ritrovandolo addirittura nella stessa posizione di adesso... al pensiero mi sfuggì un sorriso divertito che lui non perse tempo a farmi notare.

«Stai attenta,» raccomandò roteando gli occhi scuri. «Fuori potrebbe esserci qualche lupo travestito da pecora.»

Mi passai una mano tra i capelli lisci. «Ti riferisci a te?»

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