Il giorno dopo, mentre pranzavano tutti insieme, Laura informò la sua famiglia sulle date fissate per le esibizioni.

"Avevate detto di voler venire, no? Ora che vostro padre è in ferie è più facile". Marco rispose che per lui andava bene tranne che per il 27, giorno lavorativo. Il 31 era domenica e nelle altre date sarebbe stato ancora in ferie. Alessio disse che per il 31 aveva una festa di fine estate con altri amici. Sara comunicò che sarebbe partita l'indomani per l'isola con la sua amica e sarebbe rimasta fino al 27. Così Laura si ritrovò a dover raggiungere il paesino da sola con suo marito.

 Lasciarono l'auto di Laura ai ragazzi e raggiunsero il paese con quella di Marco. Durante il tragitto Laura non riusciva a non pensare all'ultima volta in cui si era recata a uno spettacolo del gruppo in compagnia di Stefano. Ricordava come si sentiva eccitata all'idea di ritrovarsi un'intera serata da sola con lui. Riprovava l'emozione al ricordo del suo arrivo sul luogo dell'appuntamento. Ancora non sapeva come sarebbe andata fra loro due.

Quando giunsero nella località parcheggiarono e raggiunsero gli altri. Marco conosceva qualcuno, ma non tutti. Laura sperò che Chiara fosse abbastanza intelligente da non farle domande su Stefano in presenza di Marco. Seguì gli altri verso un locale adibito a magazzino-spogliatoio. Suggerì a Marco di farsi un giro per il paese e di ritornare quando sarebbero iniziate le esibizioni. Come sempre c'erano altri gruppi di artisti. Nel momento in cui loro si  preparavano stavano in scena dei giocolieri sui trampoli, che avevano letteralmente rapito l'attenzione dei piccoli, ma anche dei più grandi. Poi, iniziò uno spettacolo di artisti comici, rivolto di più a un pubblico adulto. Praticamente il loro numero era previsto a chiusura della serata, quindi molto tardi. Laura cercò in giro Marco per chiedergli se avesse voglia di mangiare qualcosa insieme, visto che mancava ancora diverso tempo alla loro esibizione. Lo cercò tra la folla e, dopo aver osservato  uno a uno tutti gli spettatori di genere maschile, riconobbe la capigliatura  corvina e la barba scura di suo marito tra alcuni ragazzi. Era lì in mezzo che rideva alle battute degli attori comici. Lo raggiunse e lo tirò da parte.

"Ti va di mangiare qualcosa? Noi dobbiamo  aspettare un bel po' per  il nostro turno. Io avrei un po'  fame..."

"Sì, va bene. A che ora iniziate?"

"Siamo gli ultimi".

"Ah, allora vieni. Prima ho visto una bottega qui vicino che fa dei panini rustici" la guidò Marco.

Voltarono per un paio di vicoletti. Marco la teneva per mano. Giunti davanti al negozio, entrarono. Davanti a loro c'era un'altra cliente intenta a ordinare. Mentre Laura si guardava intorno per capire cosa potesse interessarle delle pietanze esposte sentì la voce della donna cinguettare:

"Marco! Che ci fai qui?" Laura si girò e la guardò, poi guardò anche Marco. Non conosceva quella donna, non l'aveva mai vista, ma sembrava essere in confidenza con suo marito.

"Sono con mia moglie che partecipa a uno spettacolo" rispose Marco con una leggera punta d'orgoglio che provocò un sottile piacere in Laura. La donna si girò verso di lei.

"Piacere, sono Patrizia, con Marco abbiamo avuto contatti di lavoro tempo fa" spiegò.

"Ah..." mormorò Laura con espressione interrogativa.

"Sì, ho lavorato per un'impresa che acquisiva appalti pubblici. Poi ho cambiato sede". Era una bella donna, molto curata, molto truccata, con i capelli neri e lisci. Esattamente il contrario di Laura.

"E in che spettacolo parteciperà?" chiese ancora Patrizia a Laura, che nel frattempo, si era addossata a una parete per fare spazio ad altri clienti che erano entrati nella piccola bottega.

"Sono con un gruppo che fa musica e danza popolare".

"Ah che bello!" ma era evidente che si trattava solo di un commento di circostanza. Laura, intanto, scrutava il volto di Marco, che prese la parola:

"Scusa Patrizia, eravamo qui per comprare qualcosa da mangiare, visto che fra poco lei dovrà esibirsi"

"Sì, sì, certo, semmai ci incontriamo dopo" aggiunse, salutò e uscì dal negozio. Nel frattempo altri due clienti erano passati davanti al loro turno.

"Hai visto qualcosa che vorresti?" chiese Marco a Laura.

Acquistarono dei panini. Marco aggiunse dei supplì e due lattine di birra. Fuori dal negozio le chiese:

"Dove ci sistemiamo per mangiare?"

"Qui dietro dovrebbe esserci un piccolo parco" rispose lei e prese la direzione di una stretta scalinata che portava in basso precedendo suo marito. Alla fine della scala si apriva il panorama su una minuscola piazzetta terrazzata dove, due grandi alberi di gelso, dominavano lo spazio. Accanto agli alberi, una fontanella e quattro panchine. Presero posto in una di queste. Laura, in silenzio, iniziò a mangiare il suo panino. Marco aprì le lattine di birra e ne porse una a sua moglie .

"Sei silenziosa" disse a un tratto lui scrutandola accigliato. Laura non rispose, all'improvviso il suo umore si era ingrigito.
"Guarda che Patrizia è stata un contatto di lavoro. Neanche me la ricordavo più" puntualizzò lui.

Eppure lei di lui si ricorda bene.

"Non è che adesso ogni donna che incontro e che mi conosce deve per forza essere stata la mia amante" aggiunse ancora con un certo tono stizzito.

"Mi dispiace, ma non sono io ad aver alimentato  inganno e  menzogna" disse Laura con tono severo guardando in lontananza davanti a lei.

"Quando finirà, Laura?" Lanciò la domanda dopo una breve pausa, con voce stanca.

Non dissero più nulla. In quel momento ognuno sparì inghiottito dai propri pensieri. Laura avvertì di nuovo quel dolore profondo. Il suo sguardo si smarrì davanti a lei, dove  si estendevano valli e colline dalle più svariate cromature di verde. Il sole si abbassava verso l'orizzonte.

L'angoscia provata anni prima si riaffacciava ogni volta. Le parole di lui  scritte in quelle mail infuocate di desiderio. I loro scambi bollenti. Come aveva potuto farle questo, come? Non lo aveva riconosciuto più.
Mentre lei si consumava di dolore,  lui aveva cercato  svago altrove. E poi, il terrore provato per tutte le conseguenze che ne sarebbero scaturite. Una famiglia distrutta. Avrebbe dovuto  proteggere i suoi figli. Alessio non era neanche maggiorenne e Sara... era così sensibile. Non meritavano un padre del genere. Doveva mandarlo via.

Ma non lo aveva fatto.

Aveva provato a dimenticare. A concedergli un'altra possibilità. Lui le aveva implorato il perdono. Le aveva chiesto scusa infinite volte. Le aveva giurato che non sarebbe accaduto mai più, che era stata una debolezza. Era lei che amava. 

 Quando ebbe finito di mangiare il suo panino si alzò e si incamminò. Marco la seguì. Laura si sentì improvvisamente molto triste.






Il canto delle sireneTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang