Capitolo 7

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Capitolo 7

Il mattino successivo disse a Marco che forse avrebbe incontrato di nuovo Caterina e questa volta sarebbero rimaste a pranzo insieme. Marco annuì, poi fuori, sul cancello, si salutarono.

"Beata te. Non vedo l'ora di andare in ferie per riposarmi e trascorrere qualche bella giornata insieme". Laura avvertì un vago disagio, non proprio un senso di colpa, ma una specie di compassione per lui, costretto ad andare a lavoro, mentre lei in quella mattinata se la sarebbe spassata. Non provava rabbia, quello che le  stava accadendo la nutriva di rinnovata autostima. Lui desiderava trascorrere delle belle giornate con lei... Lei invece desiderava stare solo con Stefano.

"Ciao, a stasera" gli disse.

"Ciao" rispose lui.

Rientrò e andò a cambiarsi. Fece una doccia, si passò dell'olio profumato su tutto il corpo. Si guardò allo specchio. Si toccò i seni, erano un po' scesi, ma tutto sommato ancora pieni nonostante i due lunghi allattamenti. La pelle sulla pancia mostrava qualche smagliatura dovuta alle gravidanze. Le gambe si erano mantenute snelle e muscolose, aveva sempre praticato esercizio fisico in un modo o nell'altro.

Pensò che il suo corpo comunicasse una vita vissuta. Lo immaginò come  un nido che aveva accolto innumerevoli volte; in fondo il corpo di una madre è dimora, nutrimento, appoggio. Tutto ha inizio da esso  e  qui tutto  trova il suo compimento. Quel corpo che adesso, ancora una volta, si preparava ad accogliere.

Indossò della biancheria intima senza fronzoli, ma scelta con cura; un abito color sabbia lungo fino alla caviglia, scollato sulla schiena e chiuso davanti da una fila di bottoni. Mise dei sandali in cuoio con un po' di tacco. Sul viso un trucco leggero. Al collo pose una collana di pietre; orecchini a cerchi argentati. Si passò le mani tra i capelli già arruffati per loro natura. Sistemò in auto quello di cui avrebbe avuto bisogno  e uscì. Quando fu in strada chiamò Caterina.

"Sto passando da te, devo dirti una cosa".

"Va bene cara, ti aspetto" rispose l'amica, affettuosa come sempre.

Arrivata al cancello della  villetta Caterina  uscì e l'accolse con entusiasmo. I figli dormivano: erano due maschi di sedici e dieci anni. Dopo la separazione si dividevano il soggiorno tra padre e madre. In estate, però, trascorrevano maggior tempo con la madre.

"Laura, che bella che sei! Entri? Facciamo colazione insieme? Ma dove stai andando?"

"Caterina, non posso fermarmi. Devo incontrare una persona e, ufficialmente sono insieme a te". L'espressione che seguì sul volto dell'amica fu quella di una bambina a cui un'amichetta svelava un segreto che più segreto non era.

"Davvero?" chiese con enfasi. "Va bene, non ti preoccupare. Poi però mi racconti" aggiunse sorridente.

"Staremo insieme fino a pranzo" le disse  Laura mentre risaliva in auto. Si salutarono agitando la mano, Laura le lanciò un bacio. 

In auto avviò un cd di David Bowie con le note di Heroes; tante emozioni diverse affollarono la sua mente al pensiero della meta che stava per raggiungere. Se avesse seguito solo il suo istinto, libero da condizionamenti culturali, quello che stava per fare le sarebbe apparso come la cosa più naturale del mondo, poiché era quello che desiderava nel modo più profondo. Se invece permetteva alla sua educazione, ai suoi principi morali e ai luoghi comuni di prendere il sopravvento nei suoi pensieri, si sentiva in notevole imbarazzo, soprattutto verso i figli. Le sembrava di stare a commettere un'azione sgradevole e irrispettosa verso di loro. In fondo Stefano avrebbe potuto essere tranquillamente un amico di Sara. 

Sara, che due anni prima aveva avuto una storia con un ragazzo di cui era stata profondamente innamorata. Poi era finita, da parte di lui. La ragazza era stata malissimo. Laura si era  preoccupata molto in quel periodo. Si prendeva cura di lei facendo attenzione a non diventare invadente. Sua figlia non le disse mai il motivo della rottura, ma una volta Laura vide l'ex di lei flirtare con una ragazza bellissima, secondo lo standard accettato e condiviso dalla società attuale. Laura si preoccupava sempre per Sara perché la vedeva fragile e sognatrice. Temeva che venisse ferita o profondamente delusa. L'aveva sempre protetta e aveva alimentato con passione la sua autostima. Ora che era grande però,  parlava di meno con lei. Laura con arguta intelligenza rispettava la sua privacy, ma a volte veniva presa dall'ansia perché non era sicura che sua figlia fosse felice. 

Il canto delle sireneKde žijí příběhy. Začni objevovat